Come ogni 16 dicembre ieri a Napoli si attendeva la liquefazione del sangue di San Gennaro ma quest’anno si era anche in attesa del nulla osta per l’avvio del processo di beatificazione di Francesco II di Borbone, l’ultimo Re delle Due Sicilie. Il miracolo non c’è stato ma il nulla osta sì.
I rapporti della Chiesa Cattolica e del sud del paese con la storia dell’Unità d’Italia non possono essere sempre definiti idilliaci anche perché con l’unificazione cessarono di esistere sia il Regno delle Due Sicilie (1861) che lo Stato Pontificio (1870). Mussolini concesse poi il micro-stato Vaticano alla Chiesa Cattolica (1929), che era rimasta 59 anni senza un territorio su cui esercitare il potere temporale, e questa a breve potrebbe darci un San Francesco II di Borbone. La sostanziale assenza di celebrazioni per i 150 anni dalla Breccia di Porta Pia (lo scorso 21 settembre) e la prevedibile assenza di reali celebrazioni per i 150 anni di Roma Capitale (il prossimo 3 febbraio) sembrano presagire che quando gli anni saranno 200 i libri di storia potrebbero anche scomunicare un processo di unificazione che ha sottratto un regno al santo e uno stato al Papa.
La mancata liquefazione del sangue di San Gennaro, circostanza rara nei secoli e che si dice essere sempre stata foriera di sventure, può dare adito a diverse ipotesi anche molto fantasiose. Tra le questioni per le quali si potrebbe pensare che il santo patrono di Napoli abbia voluto mandare un “messaggio” ci sono la freschissima nomina del nuovo Arcivescovo di Napoli ed appunto l’avvio del processo di beatificazione dell’ultimo re Borbone.
La beatificazione e la canonizzazione
La Conferenza dei Vescovi della Campania ha rilasciato ieri il nulla osta per l’avvio del processo di beatificazione di Francesco II di Borbone dopo che al Tribunale delle Cause dei Santi pochi giorni fa si è conclusa positivamente la fase preliminare. Il Tribunale adesso avvierà l’istruttoria per accertare le virtù eroiche di “Franceschiello” e gli eventuali miracoli che ha compiuto, dopo di che il Re Borbone potrebbe diventare prima Beato e poi Santo della Chiesa Cattolica. L’iter burocratico è partito l’anno scorso su richiesta della Fondazione Francesco II della Due Sicilie ed anche Papa Francesco si è dimostrato ben disposto verso la “rivalutazione” della famiglia reale che governava nel sud della penisola prima dell’annessione al Regno d’Italia. Per quanto riguarda il giudizio storico sui Borbone non mancano, e non solo tra i partenopei, ferree convinzioni in contrasto con la narrazione risorgimentale.
Per l’ultimo Re delle Due Sicilie già Matilde Serao (la prima donna italiana ad aver fondato e diretto un quotidiano) nel 1896 aveva usato parole che sembrano anticipare la richiesta di beatificazione. Con Francesco II in odore di santità l’opinione generale al sud potrebbe maggiormente spostarsi verso un giudizio complessivamente negativo nei confronti del risorgimento visto come la causa madre della questione meridionale.
La santa madre regina
Francesco II di Borbone non sarebbe il primo beato in famiglia. Sua madre Maria Cristina di Savoia in vita era anche detta la reginella santa ed alla sua morte nel 1836 il marito, Re Ferdinando II di Borbone, fece avviare il processo di beatificazione. E’ solo nel 2013 però che con Papa Francesco si è avuta la promulga del decreto riguardante un miracolo attribuito alla regina che è stato poi propedeutico alla beatificazione avvenuta l’anno seguente.
I tempi lunghi della politica della Chiesa
Durante il periodo liberale del Regno d’Italia, cioè prima dell’avvento del Fascismo, la Chiesa Cattolica senza uno stato ha svolto un’intensa campagna sovversiva nei confronti dell’ordine costituito. La sua sfera d’influenza la Chiesa non l’ha mai persa, uno stato anche se piccolo poi è riuscita a riottenerlo dopo soli 59 anni e senza l’uso delle armi, e a 150 anni dalla caduta dello Stato Pontificio (allora grande quanto la regione Lazio) nessuno in Italia si è sognato di celebrare questa data storica del processo di unificazione. Adesso con la possibile beatificazione dell’ultimo Re delle Due Sicilie la rivergination dei Savoia potrebbe subire una battuta d’arresto e alle prossime elezioni potremmo scamparci la ricomparsa del principino Emanuele Filiberto. Questo sì che potrebbe essere considerato come un piccolo miracolo, poco importa se di San Gennaro o di Re Francesco.