Un anno dopo gli USA, la Cina ottiene la “supremazia quantistica” con il computer quantistico Jiuzhang, capace di risolvere in pochi minuti calcoli che un computer convenzionale risolverebbe in milioni di anni. Viviamo nell’era dell’informazione caratterizzata da eventi mai visti prima d’ora se non nei miti e nelle storie di magia.
Clarke, autore di 2001: Odissea nello spazio, affermò che “qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”. La tendenza scientista è stata spinta all’ennesima potenza dalla fame senza fine del capitalismo che sotto l’egida del profitto è riuscita – nonostante molti elementi negativi – a stimolare la crescita e lo sviluppo come nessun altro sistema è riuscito a fare in passato.
Risulta facile dunque capire l’origine della hubris moderna. Ma questa hubris è giustificata solo se i nostri orizzonti sono limitati al nostro piccolo (eppure straordinario) mondo. Sono infatti questi stessi progressi che hanno mostrato quanto dovremmo essere umili.
Il DNA e la spaventosa complessità ingegneristica cellulare scoperti da Crick, la scoperta con Hubble dell’inizio dell’universo (forse uno fra tanti), e l’avanzamento della comprensione della complessità della mente hanno adornato col mantello della meraviglia ciò che una scienza troppo giovane, assuefatta e accecata dall’oppio delle filosofie ateo-materialiste ha imbruttito e sminuito. Questa operazione è avvenuta in modo disonesto rubandoci il senso di meraviglia e sostituendolo con un terrore nichilistico dogmatico e falso.
Mentre riacquistiamo la vista è importante riacquistare anche l’umanità fatta di emozioni, morale, ed etica. Se lo sviluppo è il cavallo, infatti, l’etica ne è la briglia. Le risorse dello sviluppo umano e spirituale sono la letteratura, la filosofia, la fede, il senso di comunità, e la virtù, così importante che Kant ne fece uno degli assi della sua filosofia. Queste sono state eclissate in una società atomizzata e solo riscoprendole cresceremo adornati anche noi col mantello della meraviglia.