Ho passato una notte insonne, in preda all’ansia per le sorti della grande democrazia a stelle e strisce.
Pensavo e ripensavo a come osasse un manipolo di bifolchi, muniti di corna, permettersi di insozzare con le proprie gesta l’immacolata democrazia americana, patrimonio dell’intera umanità, tanto apprezzata ovunque da venir spesso esportata a suon di bombe umanitarie e donata ai popoli meno fortunati attraverso colpi di Stato democratici.
Non mi capacitavo di come si potesse pensare di oltraggiare in mondovisione un sistema che trae origine dallo schiavismo, tramutatosi a lungo in segregazionismo e, a come gentaglia al seguito di un individuo senza alcuna morale, abbia potuto minacciare impunemente uno dei sistemi più iniqui del mondo. Una sistema in cui milioni di persone non hanno uno straccio di copertura sanitaria ma che ha un cuore grande perché fornisce cure, vitto e alloggio a ben 2 milioni di carcerati.
E poi ero comprensibilmente in apprensione per il futuro del mondo, l’America ferita sarebbe più stata in grado di invadere e bombardare gli stati canaglia a dovere, e che ne sarebbe stato degli ospiti di Guantanamo? E che sorte sarebbe toccata al povero Julian Assange?
Più avanzava la notte e più i pensieri divenivano assillanti, la democrazia americana era in pericolo, quegli zoticoni ingrati dei qanoniani stavano ridicolizzando agli occhi del mondo una grande repubblica che conta addirittura due partiti politici, mica come la Corea del Nord che ne ha solo uno.
Un paese in cui decidono i cittadini, e in cui anche un nero può diventare presidente e una donna vice, ci saremmo potuti permettere la perdita di partiti e candidati portavoce di interessi potentissimi di lobbies miliardarie che si combattono senza esclusione di colpi per il controllo della casa Bianca e del Pentagono?
Dopo essermi lasciato vincere dal sonno, al mio risveglio ho visto rincuorato che quella meravigliosa democrazia era salva e ho tirato un sospiro di sollievo, ma credo non si debba abbassare la guardia, sarebbe imperdonabile.