La bellicosità dimostrata in Medio Oriente e il disprezzo per i diritti umani da parte del principe ereditario saudita MBS hanno spinto molti sapienti musulmani e fedeli pellegrini a rifiutarsi di partecipare all’hajj.
Questa la tesi che Ahmed Twaij, analista esperto in questioni mediorientali, espone in sulla prestigiosa rivista americana Foreign Policy
Secondo Twaij il Mohammad bin Salman ha tentato una mera operazione di cosmesi, cercando di ingraziarsi l’opinione pubblica internazionale grazie alle cosiddette riforme liberali ma le violazioni dei diritti umani e la bellicosità saudita restano ancora ben evidenti.
L’analista politico scrive appunto che: “L’incremento del bilancio delle vittime civili uccise dalle bombe saudite nello Yemen, l’orribile massacro di Jamal Khashoggi all’interno del consolato saudita di Istanbul e l’approccio aggressivo di Riad alla crisi iraniana, hanno portato alcuni alleati sunniti dell’Arabia Saudita a riconsiderare il loro incrollabile sostegno al regno.”
Secondo quanto riporta l’esperto il più importante sapiente musulmano della Libia, il Gran Mufti Sadiq al-Ghariani, ha chiesto a tutti i credenti di boicottare l’hajj, il pellegrinaggio obbligatorio dei musulmani alla Mecca ed è arrivato persino ad affermare che chiunque avesse in programma un secondo pellegrinaggio, stava commettendo “un atto peccaminoso piuttosto che una buona azione”.
Ciò che motiverebbe la richiesta del Gran Mufti di boicottare il pellegrinaggio è l’intenzione di fermare il rilancio dell’economia saudita e di conseguenza l’ingente acquisto di armamenti da parte di Riad in modo da metter fine al violento attacco contro lo Yemen e gli attacchi indiretti contro Siria, Libia, Tunisia Sudan e Algeria. Ghariani ha aggiunto che gli investimenti nell’hajj “aiuterebbero i governanti sauditi a compiere crimini contro i nostri fratelli musulmani”
Nel suo articolo sulla prestigiosa rivista di studi politici Foreign Policy Ahmed Twaij fa notare che Ghariani non è il primo sapiente musulmano di alto livello a sostenere un boicottaggio dell’hajj. Anche Yusuf al-Qaradawi, sapiente di fama mondiale e fervente critico dell’Arabia Saudita, ha emanato ad agosto 2020 una fatwa con nella quale affermava che: “Vedere i musulmani che danno da mangiare agli affamati, curano i malati e danno rifugio ai senzatetto sono azioni considerate meglio da Allah che spendere soldi per l’hajj”.
Sempre secondo Twaij: “L’influenza dell’Arabia Saudita non è legata soltanto alle sue capacità politiche e militari, ma anche ai suoi legami storici con l’Islam. Essendo sede sia della Mecca che di Medina, i due siti più sacri dell’Islam, dove si trovano rispettivamente la Kaaba e il luogo di sepoltura del Profeta Muhammad, l’influenza dell’Arabia Saudita si estende ben oltre i suoi paesi arabi confinanti, ma a tutto il mondo musulmano in generale. Oltre 2,3 milioni di musulmani di tutte le scuole e tendenze affluiscono alla Mecca durante il pellegrinaggio annuale (hajj) e molti altri durante tutto l’anno, rendendo la visita in Arabia Saudita un’aspirazione per molti musulmani di tutto il mondo.
Questo rapporto con l’Islam ha istintivamente portato molti, nel mondo arabo sunnita, a rivolgersi al regno per avere una guida quotidiana sulle questioni religiose. In risposta alla rivoluzione islamica iraniana del 1979, e al timore che si propagasse in tutta la regione, l’Arabia Saudita ha speso milioni di dollari per esportare il suo marchio di Islam attraverso il finanziamento di moschee in tutto il mondo, molte delle quali sono state collegate, in Occidente, all’estremismo islamico, in quanto sostiene di essere il leader del mondo musulmano.”
L’Arabia Saudita ha sempre aspirato ad essere una potenza egemone in Medio Oriente e solo l’Iran negli ultimi anni ha seriamente minacciato questa aspirazione.
L’articolo fa notare infatti che: “Nonostante le prove sempre più numerose del ruolo avuto dalla famiglia reale nella “esecuzione premeditata” di Khashoggi, l’amministrazione Trump ha frettolosamente screditato qualsiasi indicazione del coinvolgimento saudita nell’omicidio.”
“In tutto il Medio Oriente e in altre nazioni a maggioranza musulmana, vi è stata una crescente indignazione per l’uccisione di Khashoggi, così come per le numerose vittime del conflitto in Yemen, che hanno raggiunto quota 230.000 nel 2020 a causa degli attacchi aerei, spesso indiscriminati, della coalizione a guida saudita, che ha bombardato ospedali, funerali, scuolabus e matrimoni, in quella che è stata descritta come la “peggiore crisi umanitaria causata dall’uomo dei nostri tempi” dai funzionari delle Nazioni Unite.”
Le atrocità dell’Arabia Saudita hanno portato paesi come la Germania, l’Italia e la Svizzera a bandire le esportazioni di armi verso il regime di Riad ma il boicottaggio dell’hajj se prendesse piede minerebbe definitivamente le pretese della casa regnante di esercitare un ruolo di leadership sulla Ummah ( comunità dei credenti) mondiale.