Nel 2019 il quotidiano turco Daily Sabah denunciava l'”errore” da parte della catena statunitense Jetro Cash & Carry store in Filadelfia che hanno offerto la carne macinata di maiale presentandola come “halal”.
Questo non è un caso isolato. Il Muslim Council ha denunciato il caso in Cina di uno dei negozi Yi Sai Beef, una catena alimentare di cibo halal che fu smascherata da un cliente che aveva notato che la carne era di maiale.
Questi casi aprono la discussione sulla questione della certificazione halal a livello globale e sul bisogno di assicurarsi trasparenza sul tipo di cibo che viene venduto nei supermercati e nei ristoranti. Se da un lato ad esempio molta importanza viene posta sull’assicurarsi che gli ingredienti per persone allergiche vengano dettagliati, gli ingredienti che possono turbare le sensibilità religiosa vengono mascherati dietro centinaia di codici poco chiari.
In questo contesto un lavoro di cooperazione con gli enti di certificazione halal riconosciuti può garantire più trasparenza, una maggiore vendita dei prodotti, ed un più mirato e strategico adattamento delle strategie di marketing per quelle aziende che vogliono beneficiare dell’ampio bacino di clienti musulmani accontentando anche quei fedeli che sono costretti a scaricare App e scorrere per minuti per trovare il codice di ingrediente corretto ed assicurarsi della sua liceità o meno.
Questo discorso non è da confondere con un altro tentativo di realizzare un “maiale halal”, nel 2020 infatti, l’azienda alimentare Impossible Foods ha lanciato il maiale “senza maiale” creando un composto vegetariano con lo stesso sapore e consistenza del maiale rendendolo “halal e kosher friendly”.
Queste trovate di marketing sono sicuramente un successo dal punto di vista di branding e vendite in quanto si crea discussione intono all’azienda che poi si traduce in fatturato. Similmente ad esempio sono ben note le bevande come birre e vini analcolici. Ma qual è la ripercussione socio-culturale di questa tendenza?
Il racconto che si propone è che il fedele che non consuma maiale o alcolici si stia “perdendo” qualcosa, che sia il gusto del maiale o dell’alcolico, o la semplice sensazione di “far parte del gruppo”
È in quest’ottica dunque che potrebbe essere utile comprendere la tendenza quasi morbosa di chi vuol vedere ad ogni costo i musulmani bere birra e mangiare maiale, anche se la birra è analcolica ed i maiale “halal” e vegan.