In seguito alle sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Cina, Pechino decide di rispondere drasticamente con misure ben più dure di quelle varate da Bruxelles. Sono diverse le personalità sanzionate: parlamentari, accademici ed enti europei.
Sebbene i rapporti bilaterali tra l’UE e la Cina sembravano prendere una direzione positiva, anche grazie all’accordo sugli investimenti (CAI) stipulato circa tre mesi fa e frutto di sette anni di difficile negoziato, il clima sembra essere decisamente cambiato.
Come risposta alle sanzioni approvate dall’Unione all’unanimità contro le continue violazioni dei diritti umani della minoranza musulmana degli Uiguri in Xinjiang, Pechino decide di rispondere alle minacce di Bruxelles sanzionando istituzioni ed aziende coinvolte nella decisione delle sanzioni di fare affari con la Cina, affermando che la decisione dell’Unione Europea si basava su false affermazioni e disinformazione.
Quanto accaduto tra UE e Cina costituisce un’escalation del conflitto che coinvolge la Cina nelle continue tensioni internazionali che rientrano nell’azione coordinata tra Stati Uniti, Regno Unito e Canada. Questi ultimi infatti avevano già annunciato misure punitive contro Pechino, la situzione prelude alla creazione di un fronte internazionale per contrastare l’ascesa della Cina, uno dei principali obiettivi del presidente Joe Biden.
L’UE non si ferma però davanti alle minacce della Cina ed è evidente dalle parole di Josep Borell – capo della diplomazia europea – il cambio di tono nei suoi confronti; un invito da parte dell’Unione ad impegnarsi al dialogo invece di essere conflittuale.
Il crescendo delle tensioni fra i più grandi attori internazionali sembra allarmare l’intero sistema politico globale che vede lo stabilirsi di due blocchi: da una parte gli Stati Uniti supportati dall’Unione Europea e dal Regno Unito, dall’altro Cina e Russia che rafforzano sempre più i loro rapporti.
Nel tentativo di risanare le ferite, Mosca e Pechino lanciano l’appello per un vertice tra membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, in una fase politica delicata in cui i rapporti con l’Occidente sono sempre più tesi.