Depilato e tatuato, femmineo e insicuro, infantile e depresso. Avviluppato in una crisi perenne e sopratutto incapace di una direzione qualunque, da indicare e perfino da inseguire. Cosa ti succede maschio occidentale?
La maschia e autorevole scienza ci lascia qualche indizio se incrociamo i risultati di due diverse ricerche, apparse di recente sui principali quotidiani.
Da una parte si registra a partire dal 2009 un’inversione di tendenza nella crescita media del QI (il quoziente intellettivo). Si tratta di test che da più di un secolo, nella speranza di misurare l’inafferrabile intelligenza umana, hanno riscontrato un costante miglioramento nelle capacità intellettive della popolazione occidentale, noto come Effetto Flynn. Ora per la prima volta la curva decresce.
È anche vero che l’intelligenza resta un ben vago concetto di cui una cosa sola si può affermare con certezza: è lo strumento che consente all’uomo di adattarsi all’ambiente circostante. Quindi tarare oggi il QI ancora sulle capacità logico-razionali sarebbe come andare in una società di caccia e raccolta per testarne le capacità subacquee dei suoi membri. Si sa che sono altre le qualità funzionali di questo tempo: velocità, flessibilità, creatività, e le onnipresenti: resilienza ed empatia. Ovvero un insieme di capacità per resistere e orientarsi in un mare infinito di dati e stimoli dove la linearità logico-razionale è divenuta ormai quasi un intralcio.
Dall’altra parte diverse ricerche certificano un graduale aumento dell’infertilità maschile, tradotto in una drastica riduzione degli spermatozoi nei testicoli delle nascenti generazioni.
Razionalità e virilità, conoscenza e spermatozoi: i due cardini del potere maschile durato secoli se non millenni.
Non è infatti un mistero che la razionalità durante il cammino occidentale sia sempre stata arbitrariamente associata alla virilità, trasformando l’esclusivo accesso alla conoscenza in uno strumento fondamentale nell’esercizio del comando, antecedente allo scettro politico o economico.
Nel momento in cui prende forma l’attuale società della conoscenza, sarebbe facile pensare: ecco il riconoscimento definitivo della supremazia maschile! Invece no, per ironia l’alleanza tra uomo, razionalità e potere inizia a dissolversi. Come mai? Gli uomini cedono man mano la conoscenza al numero e alla macchina. Più l’intelligenza artificiale ingrassa, più quella naturale si fa anoressica.
Comodamente seduti di fronte ad uno schermo infinito di conoscenze da guardare così come si sbircia una vetrina, gli uomini appagano subito la curiosità. Restano immobili, incapaci di assecondare il divenire, non avendo più nulla da costruire e colonizzare. Tra loro e l’azione giace una trasparente lim quotidiana su cui vedere informazioni senza leggerle, spiare la vita senza toccarla e dove tra le tante immagini svetta anche il simulacro del sesso, che pare diventare più reale di quello vero. Le ricerche dicono che la diminuzione della fertilità sia dovuta all’inquinamento, allo stile di vita e ad altri fattori oggettivi, ma perché non rappresentarla con un’immagine più efficace? Diciamolo pure che una parte degli spermatozoi è stata divorata dalle labbra pervasive della pornografia.
Partiamo dagli adolescenti ipnotizzati da videogiochi e pornografia, e si può ben capire dove razionalità e virilità siano state cedute senza aver nulla in cambio. Gli adolescenti poi crescono e il loro corpo si distingue da quello femminile solo per il numero di tatuaggi (vedere per credere calciatori, trapper e influencer d’ogni risma). E immaginiamoli vecchi e smunti questi corpi glabri, tatuati e ricamati come quello dei marinai di una volta, oggi tutti diventati naviganti digitali.
Nel frattempo, come ogni altra dittatura in declino, quella mascolina lascia intravedere la sua debolezza in due comportamenti di segno opposto: la repressione del diverso oppure la concessione di maggiori diritti ai dominati. Da una parte il residuo di potere maschile ne approfitta per conservare il suo dominio. Denaro e le ultime briciole di ruoli cristallizzati a cui aggrapparsi, altrimenti l’impotenza fa rima con violenza. Dall’altra parte in maniera esplicita si continuano a fare leggi sulla parità di genere trattando le donne come una minoranza da tutelare e da proteggere. Insomma una sorta di handicap da salvaguardare nella configurazione del politicamente corretto.
Come dire: avete visto come teniamo a cuore le vostre sorti? Siete sempre di più in politica, guadagnate sempre di più e cavalcate alla grande verso l’emancipazione. Ma tre le righe si legge: dovete esserci grate perché siamo noi a concedervi tutto questo. Insomma l’ultima disperata mossa prima dell’inevitabile canto del cigno della mascolinità. Laddove il femminismo e l’inseguimento del privilegio maschile non potevano arrivare, ci ha pensato la naturale evoluzione tecnologica.
Due o tre generazioni e il potere sarà finalmente ribaltato secondo natura, con una sola piccola resistenza nel campo del denaro, che lì la sublimazione maschile è più difficile da sradicare. D’altronde cosa vi importa del predominio nel più volgare tra i campi creati ed occupati dall’uomo? Consapevoli del fatto che, semi infertili e privi dell’esclusivo accesso alla conoscenza, gli uomini non decidono più e si fanno meri esecutore del quotidiano. Come prova, basti osservare intorno a voi chi decida e scelga nella coppia contemporanea. Il potere femminile all’interno delle coppie oggi è divenuto esplicito, manifesto, perfino spudorato.
E perché le donne riescono ancora a scegliere? Ancestrale e biologico attaccamento alla terra, intuito, velocità di connessione tra pensiero ed emozioni e forse molte altre virtù sconosciute al lineare universo maschile.
Ma maschi non deprimiamoci! Procediamo dritti verso lo schermo del futuro, senza palle e senza cervello ma con tanta, meravigliosa empatia.