Giovanni se n’è andato verso il suo Signore stanotte, all’improvviso e mi sento un po’ più vicino al destino nostro comune.
Un combattente, un retto, un sincero, sempre, nella sua vita di militante della sinistra storica, di cristiano e poi, negli ultimi anni sempre più vicino all’Islam che, ne sono certo, aveva abbracciato.
Ci eravamo conosciuti di persona a Napoli, all’imbarcadero dei traghetti per Ischia dove dovevamo essere entrambi relatori in una conferenza.
Già sapevamo l’uno dell’altro, per una consuetudine vissuta nella stagione più intensa del dialogo interreligioso che lui animava da anni dalle colonne de ildialogo.org e io partecipando, in primis, alle Giornate di Modena volute e organizzate dal compianto Innocenzo Siggillino.
Ora c’è un gran vuoto e ho la senzazione che rimarrà tale, tanto era profondo e vasto l’impegno che Giovanni profondeva e che sono ben visibili sul suo periodico online.
Talvolta ci trovavamo discordi su questioni anche importanti, certi aspetti della politica estera ad esempio e la valutazione etica di alcuni personaggi apicali nel loro contesto. Eppure sempre ci capivamo, ci cercavamo al telefono e la conversazione aveva sempre l’effetto di ridurre le distanze e testimoniarci a vicenda rispetto profondo e anche amore reciproco.
Credo che lui, modesto anche se pugnace e integerrimo, sia stato uno dei più notevoli protagonisti di un periodo fecondo di relazione tra noi musulmani e la società cristiana e laica nella fase nascente dell’islamofobia successiva all’11 settembre, cercando di depotenziarla con la reciproca conoscenza, il superamento degli stereotipi, l’amore per il bene e la giustizia.
Allah abbia misericordia di te Giovanni.