Stanotte è tornato nelle braccia del Creatore il nostro amico fraterno Giovanni Sarubbi direttore instancabile della rivista Il Dialogo che aveva fondato e promosso per più di vent’anni.
Nato nel 1951 si era laureato alla fine degli anni Settanta presso la Facolta Valdese di Teologia a Roma con una tesi sul movimento pentecostale. Per diversi anni aveva scritto sulla storia di diverse Chiese e movimenti cristiani avvicinandosi ai movimenti pacifisti e nonviolenti di cui è stato per tutta la vita un convinto sostenitore.
Sulla rivista online campeggiano sempre articoli e petizioni contro il triste commercio di armi e fu tra i primi a porre importanti questioni legate all’abolizione del celibato ecclesiastico o alla denuncia dei casi di pedofilia nella Chiesa cattolica.
Contro i dogmi bizantini della dottrina cristiana che non condivideva quasi per niente, opponeva una fede basata sui fatti e sui comportamenti, sull’impegno sociale sulla testimonianza del credente che cerca libertà e verità servendo Dio e non le persone o le istituzioni. Una fede che si avvicinava molto al puro monoteismo.
Dopo l’11 settembre del 2001 si era reso conto che per i cristiani era necessario portare avanti una battaglia decisa, seppure minoritaria, per un dialogo onesto e sincero tra cristiani e musulmani avversando fortemente quei movimenti anticonciliari che erano anche profondamente islamofobi. Contro i fautori dello scontro di civiltà e gli atei devoti alla Giuliano Ferrara, affermava che non esiste guerra santa e che solo la Pace è santa aggiungendo che As Salaam è uno dei Nomi dell’Altissimo.
Da quei giorni appassionati Giovanni ha raggruppato intorno a lui diversi redattori amici e sostenitori portando avanti per vent’anni anni le Giornate del Dialogo Cristiano Islamico alle quali parteciparono convinti molti imam delle principali moschee italiane, parroci di frontiera e diversi gruppi aderenti alle Comunità di Base e ad altri gruppi spontanei di famiglie credenti.
Sebbene all’inizio la partecipazione fosse stata molto più ampia il fatto di essere riusciti a mantenerle fino a tutto il 2020, nonostante alcuni gruppi abbiano deciso di abbandonare il campo è segno che la resilienza comunque paga e che queste iniziative se fatte bene, nel dovuto modo, servono.
Attraverso Il Dialogo e le sue iniziative aumentava la reciproca fiducia e conoscenza allacciando legami forti di amicizia che sono durati fino adesso.
Personalmente sono stata coinvolta nella Redazione dai primissimi tempi scrivendo e mandando corrispondenze su diversi avvenimenti legati alla storia dell’Islam alla spiritualità musulmana alla situazione delle donne ed al loro ruolo nella Comunità. Mi ricordo che partecipò anche alla difesa del fratello Tariq Ramadan pubblicando alcune corrispondenze nostre nel periodo della detenzione del professore ginevrino accusato falsamente di stupro in Francia.
Negli ultimi anni per sottolineare il profondo rapporto di fratellanza ed amicizia con i musulmani portava sempre durante i video e le interviste un cappello da preghiera musulmano. Nelle centinaia di articoli video e testimonianze ( anche di studi accademici ) pubblicati in vent’anni su ildialogo.org, emerge una visione positiva sfaccettata e priva di pregiudizi sia della religione musulmana che dei musulmani stessi in un modo che non si trova se non in pochissime riviste.
Ha sempre tenuto testa ai nostri avversari ed ai nostri nemici con una denuncia forte e chiara di ogni forma di violenza mascherata da religione da qualunque parte provenga, della islamofobia travestita da laicità, della stigmatizzazione dei musulmani che pagano il fatto di esserlo difendendo le sorelle velate e la libertà di espressione dei musulmani dandoci spazio senza se è senza ma.
Uomo integro con una mentalità per certi aspetti d’altri tempi rifiutava persino di inserire la pubblicità nel sito perché credeva fermamente che tutto quello che era legato al mercato ed al denaro fosse di fatto uno strumento diabolico. Ricordo anche che si batté fortemente contro la mercificazione del corpo femminile sotto qualsiasi forma e contro qualsiasi tipo di prostituzione occulta fatta passare per lavoro.
Tollerante e rispettoso con tutti ma intransigente sui principi era da molti punti di vista un uomo di un’altra epoca che non si adattava affatto alla società liquida del XXI secolo.Un utopista appassionato ed un sognatore malgrado i tempi bui che viviamo.
Ci mancherà Giovanni. Non è facile trovare persone cosi speciali che hanno dedicato tutta la vita agli altri senza cercare il proprio bene egoistico e spendendosi fino all’ultimo giorno della sua vita per ciò in cui credeva. Operato due volte agli occhi negli ultimi anni. con la vista bassissima, negli ultimi tempi continuava a gestire il sito come meglio poteva.
Che Dio lo accolga nella Sua misericordia e conforti la sua famiglia ed i suoi amici.Un abbraccio forte a loro ed alla Redazione.