Una scuola milanese ha diramato una circolare in cui proibisce agli studenti musulmani di digiunare durante il mese di Ramadan minacciando di segnalare i genitori alle autorità.
La prossima settimana inizierà il mese Ramadan, un mese del calendario lunare islamico in cui i musulmani di tutto il mondo praticano il digiuno rituale che consiste tra le altre cose nell’astenersi da cibo e bevande dall’alba al tramonto. Anche nel nostro paese sono circa 2, 5 milioni i musulmani che vivranno il Ramadan.
L’Istituto Comprensivo Statale Ermanno Olmi, che comprende tre scuole tra primarie e secondarie in zona Dergano a Milano, ha però diramato una circolare che intima alle famiglie degli studenti musulmani il divieto di digiuno per gli studenti.
La circolare pubblicata oggi 8 aprile 2021 ha come oggetto: Frequenza alla mensa scolastica in periodo di Ramadan e vi è scritto testualmente:
Si ricorda quanto previsto dal regolamento d’istituto, a cui tutti sono tenuti ad attenersi e che viene accettato e sottoscritto all’atto dell’iscrizione a scuola: “Come comunicato dalla Comunità Islamica Italiana, si ricorda alle famiglie che i minori in età scolare sono esentati dal digiuno durante il Ramadan coincidente con la frequenza scolastica”.
Continua poi sentenziando: “Pertanto, per questa motivazione, la scuola non ammette uscite in orario mensa, nè permette che gli alunni digiunino a scuola.“
Il testo aggiunge un riferimento al fatto che gli studenti essendo affidati alla responsabilità del personale scolastico si devono “alimentare in modo naturale”, non paga di ciò la direzione scolastica si spinge a minacciare la “segnalazione alle autorirà competenti” nel caso il regolamento fosse disatteso.
Questa vicenda si presenta come un concentrato di aberrazioni sotto il profilo giuridico e delle libertà civili e costituzionali, nonchè sotto il profilo dei diritti umani più basilari e sotto quello dottrinale islamico.
Partiamo dal fatto che non sappiamo chi sia questa fantomatica “Comunità Islamica Italiana” ma nessuno può stabilire il divieto di adempiere ad un obbligo religioso preciso che costituisce uno dei cinque pilastri dell’Islam, e tantomeno non è ammissibile che una scuola pubblica dello Stato laico rediga i suoi regolamenti sulla base di pareri di giurisprudenza islamica racattati qua e là a seconda della convenienza.
Il digiuno nel mese di Ramadan è un obbligo religioso per ogni musulmano e musulmana che abbia raggiunto la pubertà e il diritto di culto è un diritto che gode di speciale protezione costituzionale, trattandosi di studenti delle scuole medie, e quindi in molti casi già possibilitati a digiunare, si pone un problema di imposizione da parte della scuola al fine di impedire una libera e legittima scelta di pratica religiosa, una cosa di una gravità inaudita.
Come si può pensare d’altronde di impedire ad una persona, anche se si tratta di un ragazzo di astenersi dal cibo? Oltre all’assurdità della pretesa, dove si vuole arrivare? All’alimentazione forzata che impongono ai musulmani uiguri nei lager cinesi?
Siamo di fronte ad una forma di violenza simbolica istituzionale tale, che siamo sicuri il dirigente che l’ha concepita non si è reso conto della sua portata. Una circolare scolastica può stabilire quale sia il modo di alimentarsi in “modo naturale”? Si può forse affermare che l’alimentazione di un indù non sia naturale o il digiuno degli ebrei non lo sia, oppure che non sia naturale il digiuno quaresimale o anche laicamente qualsiasi dieta o digiuno terapeutico?
Possiamo solo immaginare lo sconcerto e l’umiliazione dei genitori musulmani, spesso stranieri, di questi ragazzi che si sentono violentati nella loro sensibilità religiosa dall’ignoranza e la prepotenza di chi si spinge fino a minacciare una segnalazione al tribunale dei minori o agli assistenti sociali nel caso in cui i loro figli volessero digiunare.