Il primo giorno del mese di Ramadan è arrivato con due buone notizie per la comunità musulmana della capitale albanese Tirana.
La prima buona notizia anziché dal grande Mufti della Comunità Musulmana d’Albania (KMSH) è stata comunicata dal Primo Ministro in carica, Edi Rama.
“Fino a pochi mesi fa era quasi inimmaginabile poter accogliere con trepidazione il mese più importante dell’anno, funestato dal terribile inasprimento della pandemia. Con l’estensione del coprifuoco avrete ora la possibilità di eseguire tutti i rituali. Sono molto fiducioso che questo mese sarà rigenerante e si porterà la speranza di poter finalmente uscire dal tunnel della pandemia, con l’apertura della stagione turistica, con l’apertura di tutti i posti di lavoro, verso quello che voi stessi conoscete: (in verità dopo la difficoltà giunge il sollievo); e così finalmente avremo una prospettiva completamente diversa. Colgo l’occasione per augurare a tutta la comunità un mese di digiuno accettato e che Dio sia con voi e con tutti gli albanesi”. Queste le parole del Primo Ministro durante la sua visita per l’inaugurazione dell’iconica Moschea Et’hem Bey, nel cuore di Tirana.
Ed è proprio questa la seconda buona notizia, seppure non sembra sia stata accolta con entusiasmo dalla comunità stessa. Alludendo al periodo elettorale, il Primo Ministro aspirerebbe ai voti dei musulmani, comunità religiosa che rappresenta il 57% della popolazione.
Un organo di stampa dell’opposizione aveva pubblicato la foto del Primo Ministro quando, sindaco della capitale, calpestava il tappeto della moschea: un gesto che suscitò un aspro dibattito e che aveva indotto la comunità a chiedere delle scuse ufficiali, peraltro mai giunte. Oggi, invece, il sindaco divenuto Primo Ministro appare in una foto sul pulpito dinanzi ai fedeli musulmani, avendo avuto la premura stavolta di togliersi le scarpe, prima di entrare. Gesto accompagnato dallo sguardo perplesso del ministro della Cultura Elva Margariti.
Considerata “un gioiello” da parte del Primo Ministro, la moschea in questione è entrata nella fase finale di restauro dopo diversi anni di lavoro.
Durante la costruzione di questa moschea sono state applicate le più innovative tecniche di restauro, mantenendo sulle pareti e sulla cupola tutti gli affreschi originali dell’epoca della costruzione.
Questa moschea è l’unica rimasta tra le otto moschee costruite a Tirana fra il XVIII ed il XIX secolo.
Le sue fondamenta furono poste nel 1794 da Molla Bey, e il completamento della moschea fu fatto da suo figlio, Haji Et’hem Bey, nel 1821. Nessuna delle quattro facciate della moschea si assomiglia. Il santuario ha 18 finestre su due file orizzontali, che gli conferiscono una luce soffusa capace di creare un’atmosfera mistica.
La moschea Et’hem Bey, una delle più antiche dei Balcani, è stata dichiarata monumento culturale di prima classe nel 1948 ed è riuscita a sfuggire alla distruzione dei luoghi di culto da parte del regime comunista di Enver Hoxha.