Tutti gli anni sorge la solita diatriba “sapienziale” tra i musulmnani sui social su come raccogliere e distribuire zakat al-fitr, questa quota da versare prima della fine del Ramadan affinchè i bisognosi possano festeggiare in maniera dignitosa e chi paga possa espiare i peccati commessi durante il sacro mese.
Come dicevo ogni anno si discute se versare zakat Al-Fitr in soldi o in cibo come ha fatto il Profeta Muhammad (pbsl) e oggi con i social si fa largo in modo aggressivo la posizione di chi vuole che venga versata solo in cibo.
Per uscire da questa diatriba che non fa altro che creare conflitti inutili tra i musulmani, alcuni centri islamici si sono organizzati in una maniera davvero efficiente.
Per le piccole moschee di provincia, la zakat al -fitr viene raccolta entro la 27° notte di Ramadan, poi viene fatta la spesa e viene distribuita alle famiglie meno abbienti affinchè possano celebrare la fine del mese di digiuno.
Nel caso di Piacenza e di Parma, solo nel Ramadan 2016, si è andati più in la, ora si chiede ai fedeli di versare la somma prestabilita entro una notte, quasi sempre la 27° notte di Ramadan quando si ha l’affluenza massima. Nel frattempo ci si organizza con i rivenditori musulmani di alimentari della città, con una convenzione vera e propria.
Alle famiglie e persone meno abbienti vengono distribuiti una serie di buoni spesa e la lista dei negozi convenzionati, si recano presso questi negozianti e possono acquistare quel che preferiscono per celebrare la loro ‘Eid Al-Fitr. I commercianti vengono pagati in buoni e poi si recano alla moschea per ritirare la somma equivalente in denaro.
Naturalmente per realizzare ciò è necessario avere un’organizzazione forte e rispettata sia nella moschea che nella città, ma questo può anche diventare un modello di welfare che si può sviluppare anche otre Ramadan.
Si tratta di un’ottima soluzione per ovviare alle solite discussioni, sempre che non ci sia più gusto a discutere che a fare del bene.