Il centro-sinistra capitolino ha lanciato ufficialmente le primarie in vista delle amministrative 2021. Nella carta d’intenti le persone di origine straniera sembrano completamente ignorate ma ci sono dei focus sulle persone LGBTQI+ e sugli animali.
Il Manifesto da scrivere, di cui questa Carta d’Intenti vuole essere la “prima pagina”, sembra quindi necessitare di ulteriori contributi per una Capitale veramente moderna e multiculturale.
In vista delle Amministrative 2021, archiviata la candidatura di Zingaretti per il Campidoglio il centro-sinistra si avvia alle primarie di coalizione con Roberto Gualtieri come candidato di punta del PD. Sono in corso discussioni sulla corsa per i municipi ma intanto il 7 maggio è stata varata una Carta d’Intenti.
Questa Carta vuole essere “la prima pagina di un Manifesto per Roma Capitale della Next Generation EU” da “scrivere in un percorso aperto alla città”. Seppur impregnato di valori importanti, ed equilibrato nelle sue linee generali, il testo evidenzia alcune sbavature.
Una cosa che stride notevolmente, se si tiene a mente la composizione sociale della città e le tensioni che periodicamente attraversano il paese, è la totale assenza di parole come “immigrati” e “stranieri”. Viene lucidamente riportato che “Roma è diventata Capitale delle disuguaglianze… nella quale la criminalità e le mafie hanno trovato spazio … generando violenza e insicurezza”.
L’unica declinazione riportata però è la volontà di “rendere la città un luogo sicuro per persone LGBTIQ+” per le quali “sperimentare strumenti utili a superare ogni barriera che divide le persone anche nel linguaggio”. Una sperimentazione, quella di nuovi strumenti linguistici, che tornerebbe utile anche per l’inclusione delle persone di origine straniera.
Questa però resta una libera interpretazione del testo che invece riporta altri esempi, prefiggendosi comunque ricerche linguistiche per dare peso significante alle parole. Anche a quelle non dette? Eppure, restando nell’ambito della sicurezza, negli ultimi anni le forze dell’ordine a Roma, e l’università, si sono occupate anche di raid condotti con sistematicità nei confronti degli immigrati.
Sintomatico è anche un passaggio del documento sull’idea di “città che tutela i diritti degli animali ed educa alla convivenza con questi”.
Si parla di “animali” ma anche in questo caso il discorso sarebbe calzato a pennello sugli “immigrati” (ndr, lo scrivente non mangia animali, per scelta etica, da oltre 20 anni).
Il Manifesto da scrivere, di cui questa Carta d’Intenti vuole essere la “prima pagina”, sembra quindi necessitare di ulteriori contributi per una Capitale veramente moderna e multiculturale.