Sale a circa 30 il numero di vittime dell’aggressione sionista contro i palestinesi, tra di loro 9 i bambini, sono invece tre 3 le vittime israeliane.
Circolano in queste ore anche i video del violento attacco ad un edificio civile a cui è seguita la risposta di Hamas.
Le violenze dei giorni recenti sono scaturite dall’aggressione dell’esercito israeliano contro il complesso di al-Aqsa, luogo sacro dell’Islam. I fedeli, riuniti in preghiera in una delle notti più sacre del mese di Ramadan sono stati colpiti dalle granate della polizia israeliana.
Al contempo, i sionisti deportano famiglie palestinesi illegalmente nell’area di Sheykh al-Jarrah e prima della notte sacra del mese di Ramadan si sono registrate violenze contro palestinesi cristiani.
I palestinesi hanno risposto con proteste che sono state seguite da violenze sproporzionate da parte dei sionisti e da incitamento al genocidio da parte dei civili israeliani.
Intanto l’ONU tenta di mediare fra le parti raccomandando di diminuire l’escalation di violenza e ricordando l’illegalità dell’occupazione.
L’ambasciatore del governo di Gaza in UK ha denunciato i media che parlano delle risposte di Hamas alle aggressioni sioniste dicendo “si parla di Hamas ed è come parlare del sintomo non del malanno. Il sistema sionista è costruito sul razzismo, sull’ultranazionalismo ed è per questo che le persone tentano di difendere la propria dignità.”
Il giornalista di Al Jazeera Mehdi Hassan invita a non usare il termine “scontri” affermando:
“È una parte e non l’altra ad essere colpita da proiettili di metallo rivestiti di gomma. È una parte e non l’altra ad avere centinaia di feriti in ospedale. Una parte e non l’altra a vedere il proprio luogo sacro assaltato. Vi sono violenze anche da Hamas e devono essere condannate se bersagliano civili. La fondamentale realtà inevitabile nel cuore del conflitto [Israele-Palestina] è che qui c’è un’asimmetria di potere. Un lato è l’occupante. L’altro lato è occupato. La copertura mediatica, commenti politici, interventi internazionali non riflettono questo fatto centrale: il fatto dell’occupazione illegale del West Bank e di Gerusalem Est. Essi sono parte del problema.”