Presidio di solidarietà in piazza Castello, Alessadro Di Battista: “prendere posizione è importante.”
Circa cinquemila persone in Piazza Castello domenica pomeriggio a Milano, sono scese in solidarietà alla Palestina e al popolo palestinese, per denunciare il genocidio in corso da parte di Israele che sta causando centinaia di morti, compresi molti bambini.
Il presidio, organizzato dall‘Associazione dei Palestinesi in Italia, ha visto la partecipazione di tantissimi giovani e di politici tra cui Alessandro Di Battista, Marco Furfaro e Stefano Fassina. ‘Stop al genocidio’, ‘Gerusalemme libera’, ‘Anche i bambini di Gaza vogliono vivere’, ‘Rompiamo il silenzio”, “basta censure sui social e da parte dei media”, ‘Non è un conflitto, è apartheid’, il tenore dei cartelli.
Dal 15 maggio, giorno della Nakba ossio l’espulsione e lo sterminio di quasi un milione di palestinesi da parte dei sionisti per la fondazione dello Stato di Israele nel 1948, la pulizia etnica in Palestina continua ininterrotta e indisturbata. Infatti da quel momento l’espansione dello Stato d’Israele e la colonizzazione forzata di terre sottratte ai palestinesi non si è più fermata.
“Basta ipocrisia, e basta inaccettabili doppi standard dai media e dai politici occidentali e italiani in particolare.” le parole dell’onorevole Stefano Fassina, deputato della Repubblica Italiana e consigliere comunale di Roma, in sostegno del popolo palestinese.
Mentre lo scrittore ebreo Moni Ovadia nel suo intervento ha detto: “non c’è pace senza giustizia (…) qualsiasi uomo di pace e di giustizia come sono io non può che essere vicino al popolo palestinese, perché senza la libertà, la sovranità, il diritto, il rispetto a questo popolo, noi non potremo vedere pace in quella terra così martoriata, che è casa di tutti gli uomini che credono a un mondo giusto.”
Tanti, infatti, sono gli ebrei antisionsti che hanno condannato il massacro che sta commettendo Israele in Palestina e che si dissociano dagli atti disumani perpetrati dallo Stato occupante.
“L’equidistanza in questo momento non ha alcun valore, l’equidistanza è ipocrita e farisea, non serve a niente, serve soltanto a coloro che hanno paura di prendere posizione perché temono che prendendo posizione netta sulla questione israelo-palestinese si possono perdere anche delle chances di carriera, questa è la verità. il sistema mediatico, sopratutto quello italiano, è incredibilmente schierato a favore delle ragioni Israeliane”, le parole di Alessandro Di Battista, politico e attivista italiano.
“Non si tratta di escalation di violenza, ma di massacro di donne e bambini innocenti, di genocidio, di apartheid ed è vergognosa la censura in atto, da parte dei media e dei social, la sede di Al Jazeera a Gaza è stata bombardata, dove andremo a finire?” si sente da uno dei giovani attivisti intervenuti durante il presidio.
Alla manifestazione ha partecipato anche il nostro direttore Davide Piccardo, che nel suo intervento ha ribadito la necessità della mobilitazione che sta portando ad un riposizionamento dei media e della politica sull’ennesima aggressione israeliana.
Critiche e parole, quelle di antisemitismo e quelle del “diritto a difendersi”, che però la piazza rimanda al mittente e smentisce senza esitazione. “Non c’entra nulla l’antisemitismo, sono tanti gli amici ebrei che condannano Israele e la sua politica. non è mai stata una questione religiosa, abbiamo sempre convissuto con cristiani ed ebrei in Palestina in pace ed armonia. Il popolo palestinese da oltre 70 anni subisce un’occupazione ed è in corso una vera e propria pulizia etnica. dov’è la comunità internazionale? dov’è l’Europa dei diritti?”, dice una giovane manifestante, in piazza con una mappa che mostra quanto la colonizzazione di Israele sulle terre un tempo palestinesi sia aumentata a dismisura dal 1947 ad oggi.
“Non siamo antisemiti e il ‘diritto alla difesa di Israele’ non c’entra nulla con quello che sta facendo. Quella di Israele è un’aggressione militare e un’umiliazione quotidiana che dura da decenni nei confronti del nostro popolo. vogliamo che i governi di tutto il mondo e che la comunità internazionale abbiano il coraggio di prendere una posizione netta e chiara nei confronti di Israele. basta interessi economini e geopolitici. serve umanità e buonsenso”, dicono tante altre voci al megafono e in piazza.