A Lavazza non è piaciuto che Mohamed ElNeny, centrocampista dell’Arsenal, abbia pubblicato un tweet in solidarietà con i civili palestinesi, in cui si legge: “il mio cuore e la mia anima e il mio sostegno per te, Palestina”. Lavazza, che è lo sponsor dell’Arsenal, ha fatto pressione sulla società, affinché ci siano provvedimenti contro il giocatore. In risposta, è diventata virale una campagna di boicottaggio del marchio.
In realtà, la voce del calciatore si unisce a quella di tanti dissidenti in Israele stesso, dove, il 13 maggio, il pluripremiato giornalista ebreo Gideon Levy, riferendosi all’aggressione militare del proprio paese contro i Palestinesi, ha scritto in un editoriale: “Tutto quello che vogliono è vedere il sangue. Sangue arabo, per quanto possibile – sangue, più è e meglio è – sangue, l’importante è che venga versato sangue arabo. Palazzi residenziali stanno crollando come case di carte a Gaza, e i mondi in rovina sotto di loro sono uno scherzo da poco per loro. Vogliono vedere il sangue, non solo rovine, paura e distruzione”.
my heart and my soul and my support for you Palestine ?? ✌️ pic.twitter.com/ywrpPk5Xmf
— Mohamed ELNeny (@ElNennY) May 10, 2021
In un’intervista del 12 maggio, anche Noam Chomsky, il più rinomato intellettuale ebreo al mondo, ha denunciato il massacro e l’espulsione di donne e bambini per mano dell’esercito israeliano, in termini di una vera sostituzione etnica: “In parole povere, l’obiettivo è quello di liberare il paese dai palestinesi e sostituirli con coloni ebrei considerati i “legittimi proprietari della terra” che tornano a casa dopo millenni di esilio”.
Ebbene, il giocatore dell’Arsenal ElNeny ha dichiarato la propria vicinanza ai Palestinesi, con poche parole ben più pacate di quelle di Levy, che invece ha definito i politici israeliani di essere “Quelli con la sete di sangue”, come titola l’editoriale citato.
Nonostante la moderazione dei toni di ElNeny e la completa assenza di riferimento ai militari israeliani, Lavazza ha preteso una punizione per il giocatore, adducendo a ragione un presunto antisemitismo, malgrado ebrei in tutto il mondo abbiano condannato con forza l’atroce condotta israeliana.
Tutto ciò però ha rinfocolato la richiesta di boicottaggio del caffè Lavazza che da tempo i promotori del BDS ( Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) indicano come azienda che sostiene le politiche israeliane di colonizzazione.
Insomma, come direbbe l’azienda di caffè: va bene la libertà di espressione, ma solo se Lavazza a Modo Mio.