Il governo austriaco è sotto accusa per aver esposto pubblicamente i dati sensibili di 620 associazioni e dirigenti musulmani attraverso quella che è stata presentata come una Mappa Nazionale dell’Islam.
Il governo di destra austriaco cerca di difendere una controversa “Mappa dell’Islam”, suscitando le proteste della comunità islamica del paese e attirando sempre di più le condanne internazionali.
La settimana scorsa il governo, insieme a diversi professori dell’Università di Vienna, ha pubblicato una “Mappa Nazionale dell’Islam”, che è stata resa disponibile su un sito web con i nomi e le ubicazioni di oltre 620 moschee, organizzazioni e dirigenti.
L’Austria ha una triste storia per quel che riguarda la documentazione delle attività delle sue minoranze. Alcuni ora temono che il database potrebbe mettere in pericolo la vita dei Musulmani, esponendoli agli estremisti di destra e facendo aumentare i sospetti verso l’intera comunità musulmana.
L’accademico e studioso anti-islamofobia Farid Hafez avverte che alcuni membri della comunità islamica sono preoccupati perché “dal momento che queste informazioni sono pubbliche, ora potremmo rischiare maggiormente di essere attaccati”.
La controversia che è scoppiata attorno alla mappa non è solo dovuta al fatto che siano state identificate e localizzate le organizzazioni di Musulmani e le moschee, ha dichiarato Hafez a TRT World. “Gli indirizzi privati dei responsabili di alcune di queste associazioni sono registrati sotto il loro nome. Esistono tutta una serie di dati strettamente riservati che ora sono stati resi pubblici”.
Una delle associazioni austriache più in vista ha intenzione di intentare una causa contro il governo per aver creato il database che ha definito “senza precedenti”.
La Comunità Religiosa Islamica in Austria ha affermato inoltre che la “mapppa” stigmatizza i Musulmani austriaci come “un pericolo potenziale per la società e per l’ordinamento giuridico democratico del paese”.
In una dichiarazione, il Consiglio d’Europa, un’organizzazione internazionale per i diritti umani, ha definito il database austriaco “ostile ai Musulmani e probabilmente controproducente”.
La “Mappa dell’Islam” fa parte di un progetto austriaco più ampio chiamato Centro di Documentazione per l’Islam Politico, che ha avuto inizio nel 2020.
Finanziato con un budget annuale di oltre mezzo milione di dollari, lo scopo principale del centro è controllare le organizzazioni e gli individui Musulmani per indagare sul loro orientamento religioso e politico.
“Creare problemi alla società civile musulmana”
Nel novembre dello scorso anno, la polizia austriaca ha perquisito le abitazioni di attivisti ed accademici musulmani nell’anniversario di un pogrom guidato dai nazisti negli anni ’30, chiamato Kristallnacht, che sfociò nell’arresto di massa di ebrei e nella distruzione delle loro attività.
Tra gli attivisti interessati dalla perquisizione vi era anche l’accademico Farid Hafez. Durante questi raid, nessuno degli arrestati è stato accusato di alcun reato e molti di loro sono stati poi rilasciati. Gli attivisti hanno accusato il governo di averli presi di mira per motivi politici, lasciando oltre 62 bambini psicologicamente traumatizzati.
“Il problema maggiore è il ‘Centro per la Documentazione dell’Islam Politico’, cioé l’istituto che ha pubblicato questa mappa, veicolando indirettamente il messaggio secondo il quale tutte le oltre 600 associazioni islamiche potrebbero avere il problema di un Islam politico”, afferma Hafez che sta continuando a documentare e a sensibilizzare a proposito dei continui attacchi dei governi austriaci contro la comunità islamica del paese.
Un critico ha paragonato la mossa del governo austriaco agli estremisti di destra della Germania, che tengono una lista di organizzazioni musulmane. In questo caso, però, in Austria è il governo stesso che conduce una simile iniziativa.
Hafez ha detto che era “chiaro fin dall’inizio che qualcosa come questa mappa dell’Islam, o un progetto simile, sarebbe uscito per riuscire a tracciare il cosiddetto Islam politico”.
“Ritengo che tutta questa idea di Islam politico non sia altro che un modo per stigmatizzare la società civile musulmana”, ha aggiunto Hafez.
Dopo la sua pubblicazione, la stampa austriaca di destra si è affrettata ad utilizzare la mappa dell’Islam per gettare sospetti sulla comunità musulmana. E visto che la controversia montava, l’Università di Vienna ha chiesto che il suo logo fosse rimosso dal progetto.
L’immediata protesta che ha fatto seguito alla “Mappa dell’Islam” ha fatto sperare che stia emergendo una coalizione politica contro le politiche anti-islamiche del governo austriaco.
Anche la portavoce del Partito dei Verdi austriaco, che fa parte di una coalizione di governo con il Partito Popolare di destra, che ha commissionato il progetto, ha preso le distanze dicendo che “nessun ministro o parlamentare dei Verdi è stato coinvolto o informato di questo”.
Inoltre, la Chiesa Protestante del paese ha chiesto che la mappa venga immediatamente ritirata.
“Il prossimo passo deve essere quello di chiudere completamente questo sito web”, afferma Hafez.