Recentemente sono stati affissi dei cartelli in tutta l’Austria che recano l’immagine di un “Musulmano arrabbiato” e, nella parte inferiore, vi è una dicitura che avvisa sui pericoli del cosidetto “Islam politico”. “Attenzione, Islam politico nelle vicinanze!” si legge nei cartelli, suscitando un’ampia condanna.
“Lo stato austriaco sta venendo meno al suo dovere di trattare i Musulmani in modo equo. La sua ‘mappa dell’Islam’ è vergognosa e sembra aver favorito la demonizzazione di tutti i Musulmani, prendendo a pretesto soltanto ‘l’Islam politico’”, ha scritto su Twitter mercoledì scorso Miqdaad Versi, un consulente aziendale e portavoce dei media per il Consiglio Islamico.
I cartelli sono un “esempio dei pericoli dell’islamofobia sponsorizzata dallo stato austriaco”, ha aggiunto. “Prima il governo di estrema destra ha pubblicato una mappa di tutte le moschee, e ora questi cartelli vengono affissi vicino ad ogni moschea”.
Farid Hafez, un autorevole accademico austriaco musulmano, che di recente è stato preso di mira dalle autorità per il suo lavoro nel combattere i crimini d’odio, ha precisato che la mappa dell’Islam è stata lanciata dal Centro di Documentazione 4, un fondo statale austriaco composto da molti personaggi anti-musulmani.
Lo studioso contro l’islamofobia, fortemente critico delle politiche anti-islamiche dell’Austria, ha parlato dopo un episodio avvenuto il 9 novembre del 2020, quando la sua abitazione è stata oggetto di una perquisizione. Hafez ha descritto l’inquietante esperienza in un video. Ha ricordato i punti rossi delle armi puntate contro il suo petto da agenti di polizia austriaci incappucciati che avevano preso d’assalto la sua casa.
“Il motivo che mi ha condotto ad interessarmi (attivarmi contro) all’Islamofobia è perché sentivo che nessuno ne stava parlando” dice Hafez nel video.
Il Consiglio d’Europa ha chiesto all’Austria di ritirare la controversa “mappa dell’Islam”. La pubblicazione della mappa è ostile ai Musulmani e potenzialmente controproducente, ha affermato l’organismo europeo per i diritti umani in un comunicato.
La mappa radicalizza i “l’ostilità esistente” e da molti Musulmani viene considerata come “fortemente discriminatoria”, si legge ancora nella dichiarazione.
“Si sentono stigmatizzati e minacciati nella loro sicurezza dalla pubblicazione degli indirizzi e di altri dati privati”.
La scorsa settimana, il ministero dell’Integrazione austriaco ha lanciato un sito web chiamato “Mappa Nazionale dell’Islam” che fornisce i dati relativi a 620 moschee e associazioni islamiche presenti nel paese, con l’ubicazione, indirizzo e nomi dei responsabili. Il ministro dell’Integrazione Susanne Raab ha difeso il progetto del ministero nonostante le crescenti critiche della comunità di Musulmani che vivono nel paese.
“Questo non è affatto un generico sospetto contro i Musulmani. Si tratta della lotta comune contro l’Islam politico come terreno fertile per l’estremismo”, ha dichiarato Raab al quotidiano tedesco Welt.
I Musulmani di tutta l’Austria si sentono minacciati dalla pubblicazione degli appelli e di altri dettagli privati in mezzo a una crescente Islamofobia, soprattutto dopo l’aggressione mortale avvenuta a Vienna lo scorso novembre. La Comunità Religiosa Islamica in Austria, che rappresenta gli interessi di circa 800.000 Musulmani presenti in questo paese, ha messo in guardia contro la stigmatizzazione dei Musulmani che vivono qui “come un potenziale pericolo per la società e l’ordinamento legale democratico del paese”.