Se dovessimo valutare i giovani maturandi italiani che si sottoporranno alla vaccinazione volontaria per il covid19 in base alle loro intenzioni, a tutta prima essi meritano tutto il nostro encomio financo ad essere presi come virtuoso esempio di abnegazione per gli altri non meno che per il senso civico dimostrato.
Rischiare sulla propria pelle, ovvero sottoporsi ad una cura genica sperimentale che ha dimostrato di poter causare miocarditi in giovani sani di quella fascia di età per poter salvaguardare la salute dei più anziani è un atto di grande nobiltà d’animo.
Chi infatti ha pensato di promuovere la vaccinazione dei maturandi offrendo dell’alcool a buon prezzo non ha fatto che svalutare questi ragazzi. Più abbietto ancora chi pensa che gente di tal fatta possa cedere a vile ricatto del vaccino in cambio della libertà di andare in vacanza dove si vuole.
Gente istruita, quali sono i maturandi italiani, non venderà la propria Costituzione per un piatto di lenticchie. Il ricatto nascosto nel cosiddetto pass vaccinale o quello perpetrato sulla stessa linea da alcune università, potrà di certo avere solo un effetto contrario a quello sperato in gente di cosi alta caratura morale.
Non stiamo infatti qui parlando di poveri semianalfabeti lasciatosi convincere da una propaganda mediatica, stiamo parlando di gente che si informa e che sa benissimo dei numerosi dubbi avanzati da molti scienziati in tutto il mondo circa i possibili effetti disastrosi a lungo termine che queste terapie potrebbero provocare, specie sulle cellule delle gonadi e quindi con ricadute addirittura sulle generazioni successive.
Di contro questa malattia non sembra aver provocato il pur minimo danno a questa fascia di popolazione e quindi il rapporto rischio beneficio per essa, non può che essere a favore della non vaccinazione. Ma bisogna ripartire e ognuno deve fare la sua parte, poco importa a questi giovani altruisti che a pagare in termini di rischio il prezzo più caro debbano essere loro, ma forse qui peccano un po’ di ingenuità che però la giovane età gli concede di buon grado, perché a pensarci bene dovrebbe essere la società stessa a dover proteggere i propri giovani e non il contrario.
Insomma ci potremmo trovare di fronte ad un momento storico in cui i giovani coscienti del pericolo si apprestano con grande senso del dovere a rischiare per tutti, mentre gli altri, meschinamente, non pensano a quanto pare minimamente a tutelare i propri cadetti. Eppure sulla necessità di queste vaccinazioni ai più giovani, sulla loro reale utilità in termini di “effetto gregge”, visto che questa cosiddetta vaccinazione non previene affatto il contagio, non ci sono prove.
L’evidente mancanza di razionale di questa vicenda getta però un’ombra sulla lettura dei fatti che finora ci è piaciuta fare di fronte alle file di giovani che si accalcano per ricevere la propria dose di vaccino. Ci chiediamo cioè se questi istruiti giovani siano veramente cosi bene informati e coscienti.
Ci sorge il dubbio che invece di trovarci di fronte ad un momento epico per il nostro paese, siamo di fronte ad una generazione più superficiale che ingenua, il cui gesto potrebbe essere interpretato come più vicino al facile cedimento di fronte ad un vile ricatto piuttosto che procedere da un grande senso civico e in questo modo dare ragione a chi promette birra o libera circolazione in cambio del vaccino.
Esiste poi una terza possibile lettura che si interseca in ogni caso con le precedenti. Questi giovani sono veramente troppo giovani per poter decidere consapevolmente, specie in un momento dove la questione vaccinale è divenuta quasi argomento di tifoseria e dove nella comunicazione sembra regnare un completo caos.
Da questo punto di vista spicca con ancora maggior forza il fatto che la società non sta rispettando il più minimo principio di precauzione nei confronti dei giovani che invece dovrebbe tutelare e per di più lo sta facendo in nome della scienza ma assurdamente in mancanza di un razionale scientificamente sostenibile.