Egitto: condanna a morte per 12 imputati di Rabaa Al-Adawiya

La Corte di cassazione egiziana, la più alta istanza della magistratura del Cairo ha confermato oggi le condanne a morte di 12 persone, tra cui alcuni alti esponenti dei Fratelli Musulmani, a seguito di un processo che aveva visto 739 persone imputate per la partecipazione a sit-in antigovernativo di massa di Rabaa Al-Adawiya nei mesi di luglio e agosto del 2013.

Annunciando la sentenza Philip Luther alto esponente di Amnesty International ha dichiarato che “Queste spietate condanne a morte, emesse nel 2018 dopo un processo di massa gravemente iniquo, sono una macchia sulla reputazione della più alta corte d’appello egiziana e gettano un’ombra oscura sull’intero sistema giudiziario del Paese”

Nel 2020 l’Egitto è diventato il terzo Paese al mondo per esecuzioni di pene capitali, e nei primi mesi di quest’anno sono state ben 51.

Tutto ciòMentre le forze di sicurezza egiziane non hanno mai subito nessuna sanzione per la violenza mortale che hanno scatenato contro i manifestanti nelle piazze Rabaa al-Adawiya e al-Nahda del Cairo nell’agosto 2013 uccidendo almeno forse altre 2000 persone (636 secondo le autorità egiziane) e ferendone migliaia.

Nel settembre 2018, un tribunale penale del Cairo ha emesso condanne a morte nei confronti di 75 persone che hanno partecipato ai sit-in nella piazza Rabaa al-Adawiya del Cairo nel luglio e nell’agosto 2013, dopo averle condannate con l’accusa di partecipazione a proteste non autorizzate e atti di violenza contro la sicurezza. Amnesty International ritiene che il processo sia stato pesantemente iniquo.

La Corte di Cassazione egiziana, ha confermato ieri le sentenze per 12 delle 75 persone condannate a morte. Non ha esaminato altri 30 casi in quanto gli imputati erano stati condannati in contumacia e, secondo la legge egiziana, devono essere portati in giudizio di persona prima di qualsiasi riesame da parte della suprema istanza.

Ecco i nomi di alcuni dei condannati:

Mohamed Mahmoud Ali Zenati, 58 anni, sposato, tre figli. Medico chirurgo, master in Chirurgia Generale nel 1998, dirigente generale presso l’Azienda Comunale Gas Affiliata al settore petrolifero e consulente in chirurgia generale e laparoscopica.

Muhammad e Mustafa Al-Farmawi, figli dello shaikh Al-Azhari Abdul Hai Al-Farmawi morto di dolore nel 2017, è stato un predicatore islamico, professore e capo del Dipartimento di Tafsir e Scienze coraniche presso la Facoltà di Teologia dell’Università di Al-Azhar. Non fu permesso ai figli di participare al suo funerale.

Mohamed Beltagy, 58 anni, un medico ed esponente di spicco dei Fratelli Musulmani. È stato membro del Parlamento dal 2005 al 2010 ed è attualmente segretario generale del Partito Libertà e Giustizia. Sua figlia Asma El-Beltagy, è stata uccisa da un cecchino durante il massacro di Rabaa, e suo figlio Anas langue in isolamento da 8 anni nelle carceri di Sisi.

Prof. Dr. Abdel Rahman Abdel Hamid Ahmed Al Bar, 58 anni, sposato, cinque figli. Membro dell’Unione internazionale degli studiosi musulmani. Eletto membro del consiglio di amministrazione dell’Associazione degli studiosi di Al-Azhar 1995

Safwat Hamouda Hijazi Ramadan, 58 anni, sposato, 4 figli, Master in pianificazione urbana e materia “Medina Al Munawwarah Planning”. Segretario generale di Dar Al-Ansar per gli affari islamici, Imam e predicatore presso il Ministero egiziano di Awqaf, imam della moschea Dawat al-Haq al Cairo Membro dell’Assemblea scientifica per la ricerca sul Corano e sulla Sunna.

Osama Yassin Abdel-Wahab, 57 anni, pediatra, leader dei Fratelli Musulmani e membro del Comitato Supremo del Partito Libertà e Giustizia.  È stato ministro della gioventù.

Ahmed Aref, Specialista in odontoiatria, ex assistente segretario del sindacato e portavoce media dei Fratelli Musulmani

Ehab Wagdy, 38 anni, ingegnere informatico

Haitham Sayed Al-Arabi Mahmoud, Abdel Azim Ibrahim Mohamed Attia,
Ahmed Farouk Kamel che era già in prigione da un mese  quando avvenne il massacro