Si avvicina la fine di questo interminabile mese dirottato in favore della propaganda LGBT. Un mese in cui i promotori di questo movimento ideologico si definiscono “orgogliosi” ( da qui il nome pride appunto), ma di cosa esattamente?
La lista di critiche e di confutazioni sollevabili nei confronti di questo movimento e le sue premesse ideologiche è lunga e queste critiche sono di carattere scientifico, filosofico, politico, etico e sociologico.
Recentemente in Italia si acceso il dibattito intorno al DDL Zan, in Europa intorno all’imposizione del modello liberal-progressista che si presenta sotto la maschera dei “diritti umani” contro tutti gli Stati Membri dell’Unione, e a livello globale dove, come in Europa, le molte differenze etico-morali e valoriali delle varie società umane vengono fatte passare per “barbarie” per giustificare la demonizzazione e politiche neo-coloniali.
La ricchezza della differenza culturale viene così soffocata da chi spera in un mondo islamico che auguri un “Pride Mubarak”, in un mondo cristiano che auguri “Merry Pridemas” ed un mondo ebraico che auguri “Pride Kippur” alla fine di questo mese LGBT.
Quello che forse è mancato in questo dibattito è una critica rigorosa che smascheri l’uso di termini vezzeggiativi e coloriti e che in realtà descrivono barbarie che la società umana nel suo complesso ha rigettato. Questa è anche colpa dei media ed è il prezzo da pagare per beneficiare dell’era dell’informazione.
Vediamo dunque la classifica di 9 idee propagandistiche proprie dell’ideologia LGBT mascherate con costruzioni semantiche mistificanti e qui smascherate per promuovere un dibattito più equo e trasparente su quei temi che l’ideologia LGBT by-passa tentando di imporre dall’alto il proprio progetto culturale tramite attività di lobbying istituzionale. Del resto è più facile convincere 100 persone influenti su 1.000.000 di persone che convincere 1.000.000 di persone che la pensano diversamente.
- Mutilazione genitale definita “transizione”
- Schiavitù sessuale definita “gravidanza solidale”
- Sessualizzazione dei bambini definita “apertura ed inclusività sessuale”
- La donna che difende il proprio monopolio alla femminilità definita “TERF – Femminista Radicale Trans-esclusiva”
- L’uomo che difende il proprio monopolio alla mascolinità definito “bigotto e patriarcale”
- Abuso di minore definito “educazione/terapia di transizione per bambini transgender”
- Critiche accademiche e peer reviewed definiti “intolleranza accademica”
- Intolleranza e boycottaggio accademico LGBT definiti “educazione inclusiva”
- I programmi di propaganda LGBT SOGI123 per minori definiti “educazione sessuale inclusiva per minori
La lista è ancora lunga, ma si spera che questa lista aiuti questo dibattito pubblico ad affrontare queste problematiche con cognizione di causa e a portarle all’attenzione dei cittadini in Italia ed in Europa spesso intimoriti dal rischio di demonizzazione che la cancel culture LGBT adotta contro i critici.