Di quello che accade all’interno dei laboratori preposti alla ricerca biologica sparsi per il globo abbiamo avuto notizia riguardo ai famigerati laboratori di Wuhan. Infatti seppure in un primo momento l’origine artificiale del Coronavirus sia stata bollata come ipotesi complottista, a distanza di un anno e mezzo tale ipotesi è divenuta invece la più accreditata. Al netto di tutte le numerose considerazioni che una mente razionale sarebbe invitata a formulare solo per questo solo, come ad esempio la capacità dei media di neutralizzare le ipotesi minoritarie tacciandole di complottismo, è evidente l’incombente minaccia che si nasconde in questo tipo di ricerca.
Il dominio della pseudoscienza
Siamo di fronte ad una pseudoscienza con formidabili capacità tecniche che si esauriscono però nel suo tecnicismo perchè priva della più minima saggezza o prospettiva etica perchè, che il delirio di onnipotenza di questi tecnicismi vada avanti alla cieca o sia invece al servizio di forze che lavorano contro l’interesse dell’umanità in fondo non fa differenza alcuna, il risultato sarà il medesimo.
Moderni Frankenstein
L’ultima dimostrazione in ordine di tempo è il lavoro fatto nei laboratori della Naval Medical University di Shanghai in Cina. I ricercatori hanno deciso di rendere gravidi dei topi di sesso maschile. Ora già qui qualsiasi persona di buon senso dovrebbe iniziare a domandarsi circa la sanità mentale di gente che si pone tali obiettivi, il tutto per di più ovviamente ancora una volta a spese di inutili sofferenze di ignari animali di laboratorio.
Cosi i nostri macabri eroi hanno prima castrato un topo maschio e poi hanno unito i circoli vascolari di questo con quello di un topo femmina come a creare chirurgicamente un unico chimerico corpo. Per i più solidi di stomaco il lavoro in questione è fornito di disegni e foto in abbondanza. A seguire, dopo otto settimane di questa atrocità, è stato trapiantato un utero nella pancia del topo maschio.
Successivamente sono stati impiantati degli embrioni della femmina dell’utero del maschio, per poi fare sviluppare quest’ultimi ed in fine partorire tramite taglio cesareo. Ecco un esempio di cosa avviene dei laboratori di biologia, ma in fondo già lo sapevamo no? Tutti sappiamo che per produrre alcuni dei famosi vaccini contro il Covid19 vengono usate colture di cellule di feti umani abortiti volontariamente allo scopo.
Sorvoliamo riguardo ai risultati, i quali ci appaiono di poca importanza di fronte allo scempio perpetrato impunemente nei confronti del creato da quelli che, in altri tempi, sarebbero stati additati come stregoni e che ora invece osanniamo come scienziati. I risultati di un simile modo di procedere sono sotto gli occhi di tutti e non possono che proiettarci verso una realtà sempre più distopica.
La necessità di una nuova terminologia
Quello che ora si può e si deve fare è iniziare dalle parole, perché le parole racchiudono significati e dischiudono dei mondi. Non possiamo più chiamare tutto ciò scienza ne tantomeno medicina in quanto applicazione di una scienza. Potremmo chiamare tali pratiche ad esempio Biotecnicismo o Ciniscentismo a sottolineare l’aspetto negativo e indefinito negli scopi e nei limiti etici di certe realtà. Queste attività non hanno nulla a che fare con l’uomo e la promozione della sua salute. Qual è lo scopo di simili esperimenti ed il loro interesse? Dare la possibilità a persone di sesso maschile di sperimentare la gravidanza? C’è ancora qualcuno con un po’ di buon senso li fuori?
La medicina è altro
La medicina è cosa ben diversa da tutto ciò, essa è quell’arte che ha come scopo precipuo quello di rendere l’uomo sano nella sua integrità spirituale, psicologica e biologica, ovvero rendere l’uomo libero nel pensiero e indipendente nella volontà ed è cosa ben lontana da simili aberrazioni. La scienza a cui noi ci ispiriamo ha come fine il bene ed è guidata dalla saggezza. Essa ha come obiettivo quello di una conoscenza utile all’uomo e non quello di una conoscenza che lo renda schiavo ed in questo rifiuta mezzi e strumenti disumani per raggiungere i propri fini.