Fu la Casa della Sapienza che attirò le migliori menti dell’epoca, facendole riunire sotto lo stesso tetto. E’ così che è iniziata la magia.
Tutto cominciò dalla Casa della Sapienza, conosciuta anche come Bayt al-Hikma, fondata a Baghdad nell’ottavo secolo dal quinto califfo Abbaside, Harun al-Rashid.
Il luogo divenne un insieme variegato di conoscenze, con filosofi, pensatori ed astronomi provenienti dai quattro angoli della terra che si rifugiavano in questo centro di potere intellettuale.
Una volta che gli Abbasidi salirono al potere in Iraq, in seguito alla loro rivoluzione vittoriosa nel 750 d.C. contro i califfi Ummayadi, la loro nuova capitale venne spostata da Damasco a Baghdad. Era l”epoca nella quale le conquiste islamiche e lo sviluppo dell’impero avevano favorito l’espansione di un clima culturale dinamico.
Di conseguenza, molte tradizioni intellettuali vennero scritte sotto il governo dei musulmani, che fornirono una piattaforma all’antica cultura greca proveniente dall’Europa, nonché a quella dei Persiani, dei Sumeri e degli Indiani in Oriente.
Per cinque secoli, tra l’VIII e il XIII secolo, l’Europa aveva sofferto un periodo di decadenza intellettuale, mentre Baghdad era una città all’apice del suo splendore, un brillante esempio di condivisione del sapere e di imprese scientifiche.
La Casa della Sapienza ospitò persone provenienti da tutto il mondo e di diverse fedi religiose – cristiani, ebrei, musulmani, zoroastriani – che raccolsero e tradussero molte opere del canone letterario greco, le quali ebbero un’enorme influenza sul pensiero arabo.
Al Mamun, il settimo califfo, portò dall’occidente le opere di Platone, Aristotele, Tolomeo, Ippocrate ed Euclide e le fece tradurre parola per parola presso la Casa della Sapienza, che ospitava una vastissima biblioteca con diverse gallerie dedicate ad ogni ramo scientifico.
Durante il suo regno, Al Mamun mise al servizio delle scoperte scientifiche tutto il suo grande potere e le sue ricchezze. Il califfo e i nobili del suo palazzo pagarono un’ingente quantità di argento per portare avanti l’importante lavoro della trasmissione delle idee dall’antica Grecia, India, Persia e Siria alla tradizione araba.
Dato che ottenere le copie di questi libri era fondamentale per migliorare la funzionalità della Casa della Sapienza, Al Mamun scrisse personalmente all’imperatore di Costantinopoli chiedendogli di inviare i testi antichi per farli tradurre in arabo.
“A quel tempo l’astrologia era tenuta nella massima considerazione come scienza nella società araba. Si riteneva che le stelle e i pianeti influenzassro gli eventi sulla terra e l’astrologia era pertanto studiata attentamente nei massimi dettagli”, scrive Isabella Bengoechea, giornalista del The Times.
Gli studi scientifici collegati all’astronomia vennero pertanto svolti dopo la fondazione della Casa della Sapienza. Il famoso studioso musulmano Al Khwarizmi fu tra gli scienziati ampiamente accreditati per la compilazione delle tavole astronomiche più antiche ed il califfo Al Mamun lo nominò astronomo di corte.
Al Mamun finanziò anche ricerche scientifiche inedite che aprirono la strada al primo osservatorio del mondo islamico che consentì ad Al Khwarizmi e ad altri astronomi di registrare osservazioni accurate dei corpi celesti, costruendone poi un altro a Damasco in modo che i dati dei due potessero essere confrontati.
Al Mamun fece costruire un osservatorio astronomico con l’intenzione di rispondere alle affermazioni di una delle voci dominanti del mondo antico, Tolomeo.
L’osservatorio Shammasiyah venne installato a Baghdad per la prima volta nell’828 su ordine del califfo Al Mamun. Esso rientrava tra le competenze dell’ ”Accademia Scientifica della Casa della Sapienza”.
Negli anni seguenti, Baghdad si guadagnò un’ottima reputazione poiché ospitava grandi astronomi che avevano le capacità per osservare “i movimenti del sole, della luna e dei pianeti che consentirono loro di presentare i risultati ottenuti in un libro dal titolo Mumtahan Zij”.
Con figure di spicco come i fratelli Banu Musa, che raggiunsero notevoli successi nel campo della scienza, gli astronomi di Baghdad svilupparono le tecniche astronomiche per misurare “le altitudini massime e minime del sole” durante l’osservazione delle eclissi lunari.
I fratelli Banu Musa furono talmente generosi da arrivare a pagare “profumatamente per le traduzioni e l’acquisizione dei libri antichi di conoscenza”.
L’Orsa Maggiore, una costellazione di stelle simile ad un orso, venne osservata anche da un osservatorio di Baghdad cui venne dato il nome dei fratelli Banu Musa.
In un ambiente di eccellenze accademiche, il palazzo di Al Mamun era spesso frequentato da studiosi e scienziati di varie discipline. Questi tenevano “vivaci dibattiti che li spronavano a sfidarsi l’un l’altro sui testi antichi che avevano studiato”, secondo la storica Violet Moller, che ha scritto ampiamente sull’argomento.
Il gruppo formato da Al Mamun arrivò a misurare persino la lunghezza della fascia equatoriale terrestre, e la differenza con il valore attuale era di soli 500 metri dato che non vi era nessuna traccia dellae dimensioni delle loro unità di misura, un talento scientifico eccezionale.
I suoi astronomi partirono nel cuore della notte attraverso la pianura di Sinjar, in Iraq, un gruppo camminando verso nord, l’altro verso sud, fino a quando non ebbero misurato un grado della terra, prima di tornare indietro, l’uno verso l’altro, contando attentamente la distanza.
Sotto l’influenza di Al Mamun, le scoperte scientifiche fiorirono nell’Impero Abbaside. La sua visione, la sua curiosità e il suo carisma contribuirono allo sviluppo di una delle più importanti epoche intellettuali di tutti i tempi.
Alla fine Baghdad divenne un centro senza eguali per lo studio delle discipline umanistiche e delle scienze, tra cui matematica, astronomia, medicina, chimica, geografia, filosofia, letteratura e arti, oltre ad altre materie come l’alchimia e l’astrologia.
I Mongoli distrussero la Casa della Sapienza assieme all’affascinante prestigio di Baghdad quando attaccarono la città nel 1258.