Era l’Aprile del 2018 quando tutto ad un tratto mi svegliai al mattino con fortissimi dolori in tutto il corpo. Provai la febbre come prima cosa, 38, 38,5 in poche ora super i 39 e poi i 40.
Non ho raffreddore, non ho placche in gola, che strano, mia madre, dal suo sesto senso materno mi raccomanda di andare al pronto soccorso. “Se c’è un infezione è interna Laura”
Ostinata attendo sera, non si può mica andare al pronto soccorso per una febbre qualunque penso, la situazione peggiora, finisco in pronto soccorso e niente il medico parla chiaro una bella pielonefrite acuta, un infezione al rene che mi ha accompagnato con 6 giorni di febbre e infinite visite post ricovero, un mese e mezzo a letto e tanti momenti e scelte difficili.
Ho incontrato medici straordinari, che mi hanno messo una pacca sulla spalla e mi hanno detto dolcemente :” chiamo subito la caposala per fare il possibile per te, hai la stessa età di mia figlia” Questo mentre il mio rene continuava ad essere sofferente e rischiavo di perderlo. Ringrazio tutti gli infermieri che mi hanno rivolto parole gentili e sorrisi e una carezza nei momenti di panico.
Le cause erano dovute all’endometriosi o a a chissà le cicatrici della precedente operazione ecc, ecc
Ma oggi non ha importanza.
Ho incontrato medici che mi hanno liquidata con un semplice “devi fare un figlio e forse starai meglio” ah già.
Ho incontrato medici specialisti, che ho super pagato che mi hanno detto: “vai immediatamente in ospedale, fatti fare queste punture, mettiti in lista per questa operazione urgente: devi togliere un pezzo di intestino, di ovaio, di vagina, devi portare un sacchetto delle feci per 6 mesi e devi mettere un neuromodulatore sacrale o quel che è.
Vi ho già detto della crisi respiratoria appena uscita da quello studio.
Ho fatto esami in ospedali privati dove ‘quando paghi, si vede’, ho fatto i conti con i tagli fatti alla sanità e potrei raccontare di ambienti non sterili e bagni sporchi di sangue.. Tanto avevo solo un infezione al rene.
Libera di scegliere
Libera di scegliere, ho scelto di mollare il lavoro di fermarmi un attimo di ascoltarmi, il mio corpo non reggeva più le medicine, avevo spesso effetti collaterali, reazioni allergiche, pesavo se va bene 46 kg.
Ho scelto di cambiare l’alimentazione, e no non bevo litri di Coca Cola non mangio la carne del supermercato, come tanti scrivono in post copia e incolla sui social.
Ho scelto il cibo biologico, cambiando le mie abitudini, risparmiando su un vestito ma non su quello che mangio.
Ho iniziato a praticare yoga e meditazione e a occuparmi di me. E Dio solo sa quanto mi ha salvato. Ho iniziato a prestare attenzione agli sprechi, a fare più attenzione, a rifletterci, a fin troppo demonizzare certe abitudini.
Libera di scegliere contro il parere di famigliari, amici, medici.
Libera di scegliere ho firmato le dimissioni fuori dalla sala operatoria.
Essendo stata libera di scegliere oggi sono qui a scrivervi che io sto bene, che il rene è al suo posto, che il mio intestino è lungo come prima, le mie ovaie e la mia vagina non sono state toccate.
Ho fatto questa scelta e non l’altra poiché se non si cura la causa ma il sintomo, dopo la seconda operazione c’è la terza, la quarta la quinta e poi l’invalidità. Perché è questo quello che accade dopo la rimozione di più pezzi di organi vitali.
Io ho fatto questa scelta molti anni fa, sbattendoci la testa mentre in molti nemmeno di fronte ad una pandemia ci sono arrivati.
E ora possono pure riempirsi la bocca con il termine negazionista, no vax ( il mio libretto sanitario, ne ha sicuramente segnati più di loro, visto che quando sono stata la prima volta in Senegal ne ho fatti 7 pur non essendo obbligatori) tanto se non è servita una pandemia ad unirci, non abbiamo più speranze.
Ho letto tante cose, troppe, da tanti sono stata ferita dai giudizi di persone che stimo che penso abbiano un sacco di sale in zucca, arrivati a questo punto, visto questo odio, che dirvi, liberi di giudicarmi, hanno vinto loro. Sono profondamente dispiaciuta perché mettere le persone l’una contro l’altra non è mai una soluzione ma una distrazione.
Io sono stata libera di scegliere e continuerò a lottare per questo. Perché il corpo è mio e la scelta è la mia.