Che la strategia vaccinale mondiale si sia rivelata sostanzialmente inefficace oramai è sotto gli occhi di tutti, ora lo conferma anche la prestigiosa rivista Nature.
La probabilità che la vaccinazione di massa sarebbe stata inefficacie a causa dell’emergere di nuove varianti era stato predetto dai soliti vecchi arteriosclerotici premi Nobel per la medicina o blasonati professori universitari complottisti delle più prestigiose università del mondo, come i sostenitori della sempre più profetica Great Barrington Declaration.
Ora a spiegarci esattamente perché questo avvenga è addirittura la più prestigiosa rivista scientifica del mondo ovvero Nature, la quale pochi giorni fa ha pubblicato lo studio “Rates of SARS-CoV-2 trasmission and vaccination impact the fate of vaccine-resistent strains”.
Riportiamo dalla discussione: “Il modello da noi utilizzato presuppone tre specifici fattori di rischio ovvi ed intuitivi che favoriscono la comparsa e la diffusione di un ceppo vaccino resistente: alta probabilità di comparsa di ceppi resistenti, alto numero di soggetti infettati, basso numero di vaccinazioni. Al contrario, un risultato controintuitivo della nostra analisi mostra che il più alto rischio di diffusione di ceppi riesistenti avviene quando una grossa parte della popolazione è già stata vaccinata mentre allo stesso tempo la trasmissione non è controllata ….. dati empirici che confermano queste osservazioni sono stati riportati per quanto riguarda l’influenza. Infatti, appare probabile che quando una larga fascia della popolazione è stata vaccinata, specialmente quella ad alto rischio (anziani e fragili), i gestori della cosa pubblica e gli individui sono portati a tornare ad indicazioni e comportamenti prepandemia situazione che conduce ad una condizione di alta diffusione del virus. Tuttavia, l’emergere di una ceppo resistente alla volta porta al ripetersi dello svilupparsi di nuovi ceppi resistenti in seguito alla corsa per lo sviluppo di nuovi vaccini per le varianti.”
E ancora “La coincidenza di un alto numero di individui vaccinati e di un alto tasso di trasmissione ha due effetti sulla variante resistente ai vaccini. Innanzitutto, poichè la velocità di trasmissione è elevata, la variante resistente non si può bloccare per l’alta velocità di trasmissione. In secondo luogo, un elevato numero di vaccinati crea un vantaggio selettivo alla variante resistente rispetto al virus originale. Così, proprio a causa dell’alto numero di vaccinati, la variante sostituisce il virus originale e si insedia nella popolazione proprio nella parte finale della campagna di vaccinazione, quando ci sono più vaccinati. Più grande è il numero di vaccinati, più alta è la probabilità che la variante resistente ai vaccini prenda il sopravvento”.
Gli autori infine suggeriscono di mantenere le misure di distanziamento sociale durante la campagna vaccinale e soprattutto quando questa raggiunge un alta parte della popolazione, nonché mantenere la limitazione nei viaggi, la stretta tracciabilità dei contatti, nonché una coordinazione a livello globale tra paesi, infatti gli sforzi fatti solo da una parte dei paesi del mondo sarebbero inutili.
Insomma, aggiungiamo noi, con le attuali strategie vaccinali siamo destinati ad una pandemia infinita creata dalla strategia vaccinale stessa. Senza l’utilizzo dei vaccini o con l’utilizzo di essi solo per le persone più fragili saremmo probabilmente già fuori da questa storia, ma nonostante tutto ciò non sembrano esserci ripensamenti nelle alte sfere.
Quello che vediamo è anzi una sorta di ostinazione che si sta rivelando una calamità. Invece di una epicrisi delle politiche attuate finora, assistiamo in Israele alla insensata e per di più inefficace somministrazione di una terza dose, tale politica non è infatti supportata da alcuno studio indipendente, e contemporaneamente nel nostro paese si fanno sempre più insistenti le voci della volontà di somministrare il farmaco sperimentale anche ai bambini, come se il non senso di somministrarlo ai giovani non fosse già sufficiente. Abbiamo superato il limite del tollerabile. Sbagliare è umano, ma questo perseverare è diabolico.