La Turchia, secondo fonti del suo ministero della Difesa, sta seguendo da vicino gli avvenimenti afgani dopo che il paese è sprofondato nel caos in seguito alla presa del potere da parte dei talebani e alla fuga del presidente Ashraf Ghani di domenica.
Lunedì si è svolto un incontro in videoconferenza guidato dal ministro della Difesa Hulusi Akar, incontro al quale hanno preso parte anche il comandante delle truppe turche in Afghanistan, il capo di stato maggiore generale Yaşar Güler, il comandante delle forze aeree turche, e il generale Hasan Küçükakyüz.
Secondo il quotidiano turco Daily Sabah, il comandante ha informato i funzionari turchi della situazione sul campo in Afghanistan, mentre Akar ha affermato che la sicurezza del personale a Kabul è una priorità per la Turchia e che sono state prese tutte le precauzioni per garantirla.
Domenica, il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha affermato che la Turchia farà tutto ciò che è in suo potere per aiutare l’Afghanistan a raggiungere la stabilità il prima possibile.
Erdoğan parlando a una cerimonia navale a Istanbul alla quale ha preso parte anche il presidente del Pakistan Arif Alvi, ha aggiunto che il Pakistan svolge un ruolo vitale nel garantire pace e stabilità all’Afghanistan, paese dove il conflitto ha raggiunto in questi giorni il suo apice.
Il presidente ha poi affermato: “Stiamo affrontando una crescente ondata di migranti afgani. Faremo di tutto, affinché l’Afghanistan raggiunga la stabilità quanto prima. Pertanto, le nostre relazioni improntate alla collaborazione con il Pakistan continueranno”.
Anche il quotidiano Hurriyet Daily News scrive che il ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu, in una conferenza stampa in Giordania il 17 agosto, ha promesso che il contributo della Turchia alla stabilità, alla pace e allo sviluppo economico dell’Afghanistan continuerà, il che sta ad indicare la volontà di Ankara di avere relazioni diplomatiche con il futuro governo dei Talebani.
Çavuşoğlu, prendendo atto che una nuova era in Afghanistan è iniziata, e che i principali protagonisti di questa era saranno i talebani, ha sottolineato il desiderio della Turchia di dialogare con tutti.
Intanto, la Turchia sta affrontando un’ondata di migranti provenienti dall’Afghanistan.
Come affermato dall’analista Kaan Cenk Salihoglu, in un’articolo per Anadolu Agency, “Attraverso il dialogo, la Turchia si è posta l’obiettivo di garantire il benessere del popolo afghano e dei propri cittadini in Afghanistan, creando così stabilità regionale e prevenendo una nuova ondata di rifugiati.
Perché è solo attraverso la conservazione dei confini afgani e dell’integrità di questo paese, e perseguendo la riconciliazione intra-afghana che la regione potrà dire addio al conflitto e all’instabilità a lungo termine, e il popolo afgano potrà aspirare ad un minimo di benessere. Se la situazione peggiorerà, l’Occidente dovrà far fronte ad altri cinque milioni di profughi che tenteranno di raggiungere l’Europa attraverso l’Iran e la Turchia.
Inoltre, se i talebani sono visti come una minaccia per la sicurezza e il benessere dell’Occidente, proprio per questo va proseguito il dialogo con la nuova leadership afghana, unico modo per scongiurare pericoli, senza dover necessariamente simpatizzare con i talebani. L’esclusione dell’Afghanistan dalla comunità internazionale danneggerebbe il popolo afghano e causerebbe malcontento e ulteriori disordini, che potrebbero sfociare in attacchi terroristici sia a livello nazionale che internazionale.”