La versione turbo-capitalista della finanza dominante, dopo il definitivo tramonto dell’ideologia post-fordista, sta portando al massimo sviluppo la mercificazione del genere umano e della vita intera sul pianeta, svelando il volto ingannatore e illusorio di principi come diritti umani, stato di diritto e democrazia. Principi sbandierati dai governi di società in declino per illudere i propri popoli e per alimentare guerre imperialiste e giustificare atteggiamenti neo-colonialisti nei paesi in perenne via di sviluppo. Lo Stato è intanto ridotto a simulacro di autorità rappresentativa degli interessi del popolo, in realtà preda del dominio di classe all’ennesima potenza, spolpato dalle multinazionali ed asservito agli interessi dell’usurocrazia.
La democrazia ha perso l’aspetto progressivo che aveva avuto nel XX secolo e si sta trasformando nel governo autoritario delle lobby ai danni del popolo. In nome di una fantomatica sicurezza vengono strappati diritti sociali fondamentali e viene così stravolta una cultura frutto di secoli di storia, al punto che un cittadino è libero di sentirsi un gatto e di comportarsi come tale ma non di obbedire alla propria vera natura e fondare una famiglia tradizionale.
Privato dei mezzi economici per sentirsi indipendente, immerso in una sub-cultura permeata di relativismo morale, spinto al riduzionismo culturale, inebetito dal malthusianesimo ecologico… l’uomo contemporaneo è pronto ad accettare il controllo sociale totalitario e l’instaurazione di forme di governo illiberali. Si formano in tal guisa dissonanze cognitive tali da far accogliere l’autodeterminazione dell’individuo nel caso dell’aborto mentre questa è del tutto negata quando si tratta della vaccinazione surrettiziamente imposta.
Il sistema dei crediti sociali recentemente attuato nelle maggiori città cinesi (e non c’è motivo per ritenere che non riguarderà presto anche l’Europa) costruisce una visione paternalista e neo-autoritaria del rapporto tra Stato e cittadino dove quest’ultimo diventa un suddito da mettere in riga, sorvegliare e punire.
A sinistra pochissimi hanno capito l’incipienza di tali trasformazioni sociali. In Italia solo pochissime realtà e qualche libero pensatore stanno portando avanti le battaglie per la preservazione dei diritti costituzionali (inclusa la libertà di scelta terapeutica). Sono le stesse realtà che ancora appoggiano gli operai nelle fabbriche abbandonati dai sindacati di Stato.
Queste forze sparse che scendono in piazza trascurano però una realtà che sta diventando sempre più importante tanto più si approfondisce il disegno di ingegneria sociale delle élite. Tanto più si prefigura un mondo distopico di annullamento dell’individuo tanto più cresce il disgusto per un mondo basato sulla sopraffazione e sull’ingiustizia istituzionalizzata. Se la propaganda di regime non promette più il paradiso in terra, allora l’essere umano cerca di tornare alla sua natura più vera, mettendosi in connessione col creato e con il Creatore.
Le domande sul senso della vita prima sopite ora prendono a riaffiorare. Più il sistema diventa ateo, violento, schiavista, più l’essere umano coscienzioso ne rifiuta metodi e contenuti, ritagliandosi spazi per la propria crescita spirituale e per tentare un ritorno alla semplicità ed alla natura.
Si dovrebbe allora ripartire dalla modifica dei nostri stili di vita sulla scorta di un atteggiamento cosciente e non delle imposizioni del sistema, passando dal rifiuto dell’indottrinamento mediatico e del consumismo ebete, per uscire infine dal circolo lavoro-consumo-riproduzione-morte privo di ideali e slegato da ogni forma di fede ultraterrena. Sottrarsi dalla macina che stritola le esistenze è necessario prima ancora che possibile.
Bisogna immaginare un mondo tanto nuovo da sembrare antico. Un mondo dove tutti gli aspetti della vita umana siano nel giusto equilibrio ed a tutti questi sia sotteso l’impegno all’adorazione di Dio, l’unica fonte di giustizia, solidarietà umana, libertà e dignità di ciascun essere umano.