Osman Nuri Kabaktepe è da quest’anno il nuovo segretario del partito di governo AKP a Istanbul, cinquantunenne, originario di Ordu, una città sul Mar Nero orientale, ha maturato una lunga esperienza politica e prima di cimentarsi con la guida del partito di Erdogan a Istanbul ha presieduto la Fondazione Maarif, un’importante istituzione educativa turca. Ora ha il compito di rilanciare il partito dopo la sconfitta alle ultime elezioni amministrative.
Pubblichiamo oggi l’intervista che il nostro Giuseppe Mancini gli fece prima di lasciarci.
Ci puoi parlare della tua esperienza in politica prima di essere nominato presidente provinciale del Partito AK a Istanbul?
Sono stato vicepresidente della Fondazione Nazionale della Gioventù a Bursa e vicepresidente provinciale di Istanbul ho lavorato a vari livelli della Presidenza Provinciale di Istanbul nella Sezione Giovanile del partito Refah e del partito Fazilet, poi sono stato presidente generale della sezione giovanile del partito Fazilet e membro del suo consiglio di amministrazione fino a divenirne il presidente.
Sono stato membro del consiglio di sorveglianza della Science Dissemination Society e membro del comitato consultivo superiore della Fondazione Giovanile Turca (TÜGVA), in seguito sono stato nominato vicepresidente dell’Associazione Cihannuma Solidarity and Cooperation Platform e nel 2016 sono stato eletto membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Maarif.
In qualità di membro del Consiglio consultivo superiore della Fondazione Giovanile Turca (TÜGVA), sono un membro del consiglio di sorveglianza della Science Dissemination Society e membro del consiglio di amministrazione della Fondazione turca Maarif, in qualità di vicepresidente.
Sono stato eletto presidente provinciale al 7oesimo Congresso provinciale ordinario del partito AK a Istanbul, che si è tenuto il 24 febbraio 2021.
Quando ti sei trasferito a Istanbul? Quale tipo di rapporto hai con questa città?
Ho visitato Istanbul varie volte, e nel 1995 mi sono stabilito qui. Durante questi 26 anni, sono stato contemporaneamente anche ad Ankara per quattro anni come presidente fondatore della sezione giovanile SP, su incarico del nostro defunto insegnante Erbakan.
Istanbul è la locomotiva del nostro paese in termini di storia, geografia, volume degli scambi commerciali e turismo; è l’essenza del nostro paese. Rappresenta la fiducia che i nostri antenati hanno riposto in noi fin dai tempi di Fatih (Fatih il Conquistatore ndr). Questa importante eredità è qualcosa che dobbiamo proteggere e sviluppare con tutto il nostro essere. E’ una città che continua ad essere al centro del mondo, anche se i tempi sono cambiati.
Perché ritieni di essere stato scelto come presidente provinciale del partito AK a Istanbul, nonostante la sconfitta subita nel 2019?
Noi non chiediamo un posto, ci viene data una responsabilità. Il leader di questo movimento è Recep Tayyip Erdogan, il suo scopo principale è di servire la nazione, contribuire all’obiettivo di una Turchia grande e forte. Ad Istanbul, ci impegneremo ad alzare l’asticella del servizio alla nazione ogni giorno che passa, con i nostri oltre 2 milioni e mezzo di membri.
Piuttosto che rimanere nel passato e perdere tempo, ci siamo concentrati sulla costruzione del futuro. Con questa convinzione e questo sforzo, crediamo che vinceremo le elezioni del 2023 e del 2024 per il bene della nostra nazione.
Secondo te, per quale motivo il partito AK ha perso le ultime elezioni del 2019? Vi è stata una gestione sbagliata da parte del partito? Oppure Imamoglu ha vinto a causa delle dinamiche nazionali, come ad esempio per la situazione economica e/o per l’alleanza Chp-Hdp?
Le alleanze che si sono costituite tra gli altri partiti politici e i programmi che hanno deciso tra di loro non sono oggetto delle nostre preoccupazioni, quello che ci interessa sono: gli investimenti che faremo in Turchia, i progetti che porteremo a termine e la produzione di servizi che andranno a beneficio della nostra nazione.
L’unico punto che hanno in comune le alleanze tra partiti diametralmente opposti tra loro in termini di pensiero politico non è quello di rafforzare la Turchia, ma di far perdere il partito AK, una tale mentalità non gioverà né alla nazione né allo Stato.
Pertanto, la cosa principale per noi è la nostra alleanza di cuori con la nazione, grazie a questa alleanza di cuori, vinceremo di nuovo a Istanbul.
Cosa pensa dei primi 2 anni di amministrazione Imamoglu a Istanbul? Ha portato a termine qualche buon progetto per Istanbul?
In 2 anni, ha speso oltre 15 miliardi di euro di bilancio. Con un indebitamento interno ed estero molto elevato.
Durante il periodo della pandemia non ha realizzato nemmeno le strade verso gli ospedali con la scusa di non avere budget, ha incrementato le spese per pubblicità e promozione. Mentre ha ridotto il budget destinato agli investimenti, quello che fornisce i servizi diretti ai cittadini.
Quasi tutti i giorni ci sono autobus che prendono fuoco o restano in panne in fiamme o bloccati sulle strade a causa della negligenza nella manutenzione e nelle riparazioni.
Nonostante siano stati acquistati 2.250 nuovi autobus con le risorse del Comune di Istanbul tra il 2013 e il 2018 durante il periodo di governo del partito AK, ora vuole noleggiare 300 altri mezzi.
Ha chiuso il tunnel Dolmabahce-Levazim e la costruzione della metropolitana e mentre durante il periodo del partito AK sono stati portati a termine l’80-90% dei progetti, invece Imamoglu ha fermato molti grandi progetti. Non vi è stato un solo progetto che sia stato iniziato e terminato in 2 anni.
Ha detto “Farò scendere costo dell’acqua, del pane e dei trasporti”, e invece ha aumentato i prezzi di tutto.
Ha già messo da parte molti progetti come il Megabus al TEM, 20mila alloggi sociali per la trasformazione urbana e un nuovo impianto di depurazione delle acque reflue ogni anno.
In qualità di nuovo presidente provinciale del partito AK, quali cambiamenti ha apportato nel partito, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione e la comunicazione?
Fin dal nostro primo giorno abbiamo iniziato a lavorare sul campo. Poiché ci interessano stabilire uno stretto contatto con i nostri cittadini e incontrare frequentemente i nostri militanti sul territorio, per questo abbiamo visitato tutti i 39 distretti di Istanbul e continueremo ad andare porta a porta e ad incontrare i nostri cittadini.
Cosa state facendo come partito di opposizione a Istanbul?
Ora abbiamo la maggioranza in Consiglio Comunale tuttavia, non utilizziamo questo potere per ostacolare ogni attività che l’assemblea porta avantic come abbiamo affermato durante tutte le assemblee, ribadiamo che “Se c’è un progetto o un piano che vanno a beneficio della popolazione di Istanbul noi lo sosteniamo”. Però, fino ad oggi, non è stato presentato alcun progetto.
Durante il triennio 2016-2017 e 2018, abbiamo presentato 6.504 progetti in Consiglio Comunale, imembri del CHP hanno votato contro 1.874 progetti, il 29% di essi.
Nel 2019 e 2020, sono arrivati in Consiglio 2.179 progetti. Come partito AK, abbiamo votato contro solo a 60 progetti cifra che corrisponde al 2% del totale dei progetti presentati.
Tra i progetti che abbiamo rifiutato, la trasformazione di alcune zone verdi in zone destinate allo sviluppo, terreni pubblici di proprietà del IBB che avrebbero dovuto essere vendute, ecc.
Quali priorità ha per Istanbul il partito AK?
Nelle mani del CHP, l’amministrazione della città è regredita di molto, la qualità dei servizi è diminuita in tutti i settori.
Istanbul è trascurata in quasi tutti i campi, specialmente nei trasporti pubblici, nell’ambiente, nei servizi sociali e nella gestione del traffico.
Le promesse fatte durante le elezioni, soprattutto la trasformazione urbana, i progetti del trasporto e gli investimenti ambientali, non sono state mantenute.
Per prima cosa, rimedieremo alla negligenza del CHP. Rilanceremo i progetti rimasti incompiuti o interrotti, recupereremo i 5 anni in cui il CHP ha sprecato occupandosi solo di pubblicità e diminuendo i servizi.
Molti lavori che dovevano essere portati avanti sulla base dei progetti di infrastrutture e sovrastrutture sono stati interrotti, daremo priorità ai progetti del trasporto, in particolare alle costruzioni e ai lavori chiusi della metropolitana e ai tunnel.
Accelereremo il programma di investimenti ambientali, in particolare i progetti di impianti di trattamento biologico avanzato delle acque reflue, che sono stati cancellati dopo la “Cerimonia inaugurale”. Invece di ingigantire i piccoli lavori con pubblicità e ingannare la società, faremo le opere necessarie portando beneficio alla società.
Cosa ne pensa del Canale di Istanbul? Porterà qualche beneficio a Istanbul? O distruggerà l’ambiente con la costruzione di edifici ovunque, come suggerisce Imamoglu?
Il Bosforo è attualmente la via d’acqua più pericolosa al mondo in termini di traffico navale che è circa tre volte quello del Canale di Suez.
Canal Istanbul è necessario per la sicurezza della città. Inoltre, Canal Istanbul è un progetto di sviluppo economico integrato.
Contribuirà notevolmente all’occupazione e allo sviluppo economico della Turchia col suo centro logistico, le attività di turismo ecologico, le attività di turismo sanitario, i grandi porti e la regione ad alta tecnologia. I discorsi dei partiti di opposizione sono lontani dalla verità e contengono affermazioni prive di fondamento.
Hanno detto che “Favorisce i terremoti”, ma è stato smentito scientificamente.
Il progetto ha anche una caratteristica ambientalista, in quanto le zone umide della regione saranno protette e saranno costruite nuove aree verdi.
Istanbul è una città che ogni anno accoglie milioni di turisti stranieri; dopo il Covid vi faranno ritorno. Tuttavia, la maggior parte dei turisti visita solamente Sultan Ahmet ed ignora il resto della città: ha già pensato quali potrebbero essere le strategie per far scoprire loro tutto quel che vi è a Istanbul?
Istanbul è una città ricca di culture. Ogni zona di Istanbul, ogni pietra, ogni strada è un patrimonio culturale a sé stante. Abbiamo la responsabilità di promuovere e raccontare il nostro patrimonio al mondo nel miglior modo possibile.
Se si fanno rivivere le bellezze esistenti con la conoscenza del servizio, i turisti visiteranno in massa ogni parte di questa antica città. E’ nostro dovere aumentare la cooperazione e lavorare sia con i governi locali che col governo centrale per le strutture di accoglienza, per i trasporti e per punti di viaggio sicuri.
E poi svolgere attività per promuovere Istanbul all’estero nel miglior modo possibile.
Che cosa le piace di più di Istanbul? Che cosa vorrebbe cambiare?
Vi sono molti posti di Istanbul che amo. Per ricordarne alcuni, la Moschea Hagia Sophia, il Bosforo, la Galata Tower, le strade di Karakoy, il Topkapi, Fatih, Eyupsultan, la Penisola Storica… Amo la sua aria, l’acqua, la pietra, la terra, insomma questa antica città come un insieme inscindibile. E’ questa unità che fa Istanbul.
Quel che deve cambiare prima di tutto a Istanbul, è l’amministrazione gestita dal CHP, tutt’altro che meritevole e lontana dalla consapevolezza del proprio dovere amministrativo.
Il nostro popolo vede il vero volto dell’amministrazione e non la pubblicità sulla quale il CHP ha investito i soldi pubblici, noi cambieremo l’amministrazione nel 2024 e restituiremo alla città una visione del servizio orientata verso i cittadini.
Istanbul, per molti secoli, è stata la capitale di un impero multi-religioso e multi-etnico, del quale possiamo ancora vedere le tracce e i monumenti: come vorrebbe promuovere questo patrimonio all’estero, al fine di inviare un messaggio di tolleranza al mondo?
Istanbul stessa è già una capitale della tolleranza. Nel corso della nostra storia, persone di tutte le religioni, razze e culture hanno vissuto in questa antica città in fraterna tolleranza, Istanbul è una capitale culturale.
Con la consapevolezza delle molteplici culture e che essa contiene già trasmette al mondo il messaggio necessario, vivendolo praticamente.
In Europa vi sono state molte polemiche quando Hagia Sophia è stata riaperta come moschea, l’anno scorso; alcune persone sono arrivate ad affermare che si è trattato di un gesto contro la cristianità. Come vuoi rispondere a loro, alle polemiche e alle critiche?
Non mi piace dire che “Hagia Sophia è nuovamente una moschea”. Perché Hagia Sophia è sempre stata una moschea. Dal giorno in cui Fatih ha conquistato Istanbul, egli ha chiuso un’era e ne ha aperta un’altra.
Hagia Sophia è sempre stata una moschea; era semplicemente incatenata senza pietà. Grazie a Dio, il nostro presidente e il partito AK hanno rotto quelle catene e hanno liberato nuovamente Hagia Sophia. Hagia Sophia per noi è un inizio, non una fine.
E’ una rappresentazione della resurrezione e della resistenza. Hagia Sophia è il nostro primo sigillo in questa terra e lo sarà fino alla fine dei giorni.
Prima delle elezioni locali del 2024, nel 2023 in Turchia vi saranno le elezioni presidenziali: che cosa farete per riconquistare i voti che il partito ha perso nel 2019?
Per prima cosa non considero che esistano voti persi, attualmente il nostro partito AK è il primo a Istanbul.
Assieme alla nostra organizzazione, saremo sul campo, porta a porta, strada per strada fino al 2023, e vinceremo sia ad Istanbul che ad Ankara nel modo migliore possibile. Ad Istanbul il nostro obiettivo non è 50+1 a Istanbul ma il 60%
Sarai candidato del partito AK alle prossime elezioni locali del 2024?
Non ho in programma una carriera politica, non è mai accaduto nemmeno fino ad ora, non ho mai avuto un piano o obiettivi in tal senso, nè prima nè dopo che mi è stato affidato l’incarico di presidente provinciale sono un uomo al servizio del mio dovere.
Non abbiamo altro pensiero che adempiere adeguatamente al nostro dovere attuale, per noi la politica è solo un mezzo e non un fine ed è soprattutto uno strumento di servizio ai cittadini.
Legenda:
IBB – Comune Metropolitano di Istanbul
TEM – Trans-European Motorway
CHP – Cumhuriyet Halk Partisi (Partito Repubblicano del Popolo)
AK – Partito della Giustizia e dello Sviluppo
HDP – Halklarin Demokratik Partisi (Partito Democratico Popolare)