Ismaël Bennacer: chi è il franco-algerino che detta tempi al Milan

Nato ad Arles, a sud della Francia, è un giovane centrocampista del Milan e pilastro della Nazionale algerina, ed è considerato uno dei talenti africani più promettenti del panorama calcistico.

La carriera

Calcisticamente nasce e cresce nell’Arles-Avignon nel quale debutta in età precoce. Il suo talento prende l’occhio dai migliori talent scout europei tanto che, nel 2015 viene acquistato dall’Arsenal con un contratto quinquiennale.

È da subito uno dei migliori talenti della rosa giovanile dei Gunners, tanto che il 27 ottobre del 2015 debutta in prima squadra, nel match di Coppa di Lega sul campo dello Sheffield Wednesday. 

Nel suo primo biennio col club londinese si rende protagonista fin da subito, sia nel  campionato giovanile sia nella Youth League(la Champions League giovanile), e a gennaio del 2017 viene prelevato ,in prestito, dal Tours, in Francia.

 L’esperienza in Ligue 2(la Serie B francese) si arresta pochi mesi dopo, accompagnata comunque da buone prestazioni (16 presenze ed un gol) ,che lo affermano come uno dei migliori talenti del panorama calcistico transalpino.

Nell’estate, scaduto il prestito, torna all’Arsenal con i quali fa tutta la preparazione. L’occhio dell’ Empoli, da sempre attento alle giovani promesse, nota il talento del giovane ragazzo, che lo acquista a titolo definitivo e gli offre un contratto quadriennale. 

L’operazione è azzardata per un talento così giovane ancora e con pochissima esperienza, ma comunque molto intelligente perché allarga la sua rete di contatti anche con l’Arsenal, nota per il suo importante settore giovanile.

Non manca la perplessità nell’ ambiente empolese soprattutto per la sua struttura fisica che non va oltre il metro e settantacinque e con un peso inferiore ai 70kg.

Parlano i fatti però, e infatti con l’aggiunta dell’algerino l’Empoli, in lotta per la promozione in A , vince e convince. 

La svolta arriva quando da mezz’ala fantasista, Andreazzoli (allenatore subentrato all’esonerato Vivarini), lo sposta in mediana come “play basso di ragionamento” e diventa il giocatore da cui parte tutta la manovra offensiva empolese. In quel ruolo il ragazzo migliora molto la fase difensiva, che lo fa diventare  un giocatore totale nell’interpretazione di quel ruolo. 

Il bilancio della stagione 2017/18 è di 39 presenze,2 gol e 4 assist e vittoria meritatissima del campionato di Serie B. 

La consacrazione arriva in A nella quale il talento franco-algerino inizia a brillare. 

La stagione dell’Empoli, nonostante la retrocessione è comunque da valutare come una buona  stagione percheè è comunque riuscita a valorizzare molti dei suoi giocatori ed a venderli poi in quella stessa estate (i vari Caputo, Di Lorenzo, Traore, Krunic). 

Il bilancio, invece, della stagione in A è di 38 presenze tra campionato e Coppa Italia e 3 assist. 

Le sue grandi doti di gestione della palla e di qualità splendono finalmente in un grande palcoscenico che è quello della Coppa d’Africa del 2019, competizione che vincerà con la sua Algeria insieme a giocatori del calibro di Mahrez e Slimani, e nella quale vincerà il premio di miglior giovane e miglior giocatore del torneo. 

In quei giorni, Maldini, chiude l’affare con l’Empoli e si aggiudica l’algerino per 16 milioni +1 di bonus, al giocatore invece un contratto quinquiennale a 1,5 milioni netti a stagione. Con Kessie, nella stagione 2019/20, nonostante la lunga pausa per Covid, costruirà una coppia perfetta che regalerà una stagione unica e di rivalsa per il Milan.

La stagione successiva partecipa da protagonista a una stagione incredibile del Milan che si classifica seconda e compie un quasi miracolo in Europa League (la notte di Old Trafford), eliminati agli ottavi da quella che sarebbe stata la vincitrice del torneo.

Oggi ormai è perno del centrocampo di Pioli, che lotta da due anni per lo scudetto.

La sua carriera è ancora all’inizio eppure la sua gavetta e il fatto di aver giocato già in 3 campionati europei ,gli permette di avere un grandissimo bagaglio di esperienza. Cinque anni fa giocava in quinta serie adesso vive ,e si trova discretamente a suo agio, nelle notti magiche di Champions League. Non male.

La nazionale

Comincia il suo percorso nelle nazionali con le selezioni giovanili francesi, prima con l’Under-18, con cui gioca due partite e segna un gol e successivamente con l’Under-19, con cui disputa cinque gare con una rete, di cui ben quattro nelle qualificazioni all’Europeo di categoria del 2016.  Non venne più convocato da quel momento. Nell’estate 2016 prende una decisione importante, abbandona la nazionale francese optando per l’Algeria, in virtù delle origini della madre, nonostante, comunque, i corteggiamenti della Federazione marocchina , per cui avrebbe potuto giocare date le origini del padre. 

Debutta, quindi, il 4 settembre in nazionale maggiore nel 6-0 sul Lesotho nelle qualificazioni alla Coppa d’Africa 2017. Sempre nel 2017 viene inserito nella lista dei 31 pre-convocati per la Coppa d’Africain Gabon. Inizialmente non viene scelto tra i 23 giocatori ma entra nella squadra in seguito ad un infortunio di Saphir Taïder. Gli algerini escono al girone, e Bennacer non gioca nemmeno una gara con la nuova maglia. Nel 2019 viene convocato per la Coppa D’Africa e vince il premio di miglior giocatore e miglior giovane del torneo.

La sua fede,l’Islam

Il suo rapporto con la fede è diverso da quello che molti giocatori musulmani hanno, non è spettacolarizzato. 

Il suo rapporto con la fede viene fuori al pubblico in episodi raccontati da altre persone e da situazioni in momenti in cui gli sono state fatte domande su quello. 

Ci sono un paio di episodi raccontati dal mister Andreazzoli in cui, nel primo l’algerino ha tardato alla riunione di squadra perché stava pregando nello stanzino che la società gli ha destinato nel centro sportivo empolese, il secondo episodio è stato nella partita col Sassuolo nella quale ha tardato l’ingresso in campo anche in questo caso per la preghiera ,che non ha voluto posticipare.

Fin dalle giovanili si è parlato del fatto che digiunasse il mese di Ramadan e che nonostante ciò abbia comunque sempre svolto tutte le sessioni di allenamento come i suoi compagni senza chiedere allenamenti ad hoc e più leggeri. Un’altra occasione nella quale si è percepita la lucidità e la grande fede di questo giocatore, è stata durante un intervista su Sportweek nella quale dichiara: “Non ho colleghi da idolatrare. Li ammiro, ma se incrocio Cristiano Ronaldo o Messi non vado in processione a rendergli omaggio. Non per presunzione, ma perché, al contrario, la mia religione mi chiede di essere umile e discreto. E insegna che anche Ronaldo e Messi sono uomini come gli altri. Quando con l’Empoli giocai per la prima volta contro lo juventino, a fine partita molti miei compagni andarono a chiedergli un selfie. Io no”.

I suoi valori e l’infanzia

Nella stessa intervista con Sportweek il classe 97’ racconta del suo passato e dei sacrifici che suo padre ha avuto essendo immigrato da giovanissimo: Mio padre aveva vent’anni quando arrivò in Francia dal Marocco. Nel suo Paese aveva iniziato a lavorare a 12 anni, qui si è spaccato la schiena facendo il muratore. Ha lavorato una vita all’aperto: con il sole a picco, aveva troppo caldo. Con la pioggia, troppo freddo. Usciva di casa alle sei del mattino e rientrava alle sei di sera. Si sedeva e non aveva la forza di parlare. Non sa leggere e scrivere, perciò ha sempre considerato la scuola la cosa più importante per noi figli. Ci diceva: “Io lavoro per voi. Perché non voglio che facciate la mia stessa vita. Per questo dovete studiare. Siamo quattro fratelli. Il più grande è ingegnere. Una sorella studia per diventare avvocato. Poi ci siamo io, che mi sono fermato a 16 anni al liceo Scientifico, un’altra sorella, più piccola, che va ancora a scuola”. 

Questo dice molto sull’educazione ricevuta,  basata sul sacrificio, umiltà, dedizione e sul rispetto del rapporto con Dio.