Lo scorso venerdì e in prossimità del 25 dicembre (Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne) Diyanet, la Presidenza degli affari religiosi di Turchia, ha adottato per la predica in tutte le moschee il tema: “Violenza e dignità umana non si congiungono mai” questo è il contenuto della khutba:
“A quel tempo era il decimo anno dell’Egira. Il Profeta Muhammad (a.s.) e i suoi eminenti compagni si riunirono per il rituale del pellegrinaggio alla Mecca. Stavano adempiendo ad uno dei rituali permanendo ad Arafat. Rivolgendosi alle decine di migliaia di credenti riuniti in questo luogo santo e dando importanti messaggi a tutta l’umanità, il Messaggero di Allah (pbsl) iniziò il suo sermone d’addio come segue:
“O gente, così come considerate sacri questo mese, questo giorno e questa città, allo stesso modo considerate la vita e la proprietà di ognuno di voi. Restituite i beni, che vi sono affidati, ai legittimi proprietari e non nuocete ad alcuno, cosicché nessuno possa nuocervi. Ricordate che un giorno incontrerete il vostro Signore, e che Egli vi chiederà conto delle vostre azioni…
O gente, come è vero che voi avete dei diritti sulle vostre donne, così esse hanno dei diritti su di voi. Tra i loro diritti vi è quello di essere nutrite e vestite da voi con gentilezza. Vi raccomando le donne: trattatele bene e con tenerezza, poiché sono le vostre compagne e il vostro sostegno…”.
Cari musulmani! La violenza contro le donne, che stiamo vivendo tragicamente ogni giorno di più, uccide la nostra coscienza e ferisce i nostri cuori. Infatti, non avendo posto nella nostra fede, la violenza è un crimine contro l’umanità. La violenza è impotenza, spietatezza e oppressione. È una violazione del diritto alla vita e non sarà mai accettabile per la dignità umana. Nessuna scusa può mai essere ragionevole quando si tratta di violenza. La violenza non riconosce religione, lingua, razza, geografia o status sociale.
Nessuna forma di violenza, indipendentemente dalla sua fonte, potrà mai essere accettabile. L’ira di nostro Signore (gloria a Lui l’Altissimo), la maledizione degli angeli e tutto ciò che esiste sulla terra e nei cieli sono tutti diretti contro gli oppressori che usano la violenza e tolgono la vita che Allah dona come sacra. C’è solo vergogna per costoro in questo mondo e l’inferno è la loro unica destinazione nell’aldilà.
Cari credenti! Secondo la nostra religione, ciò che conta di più è la compassione, la misericordia e la santità della vita. Ciò che conta di più è non opprimere o danneggiare un’anima che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) considera innocente. A questo proposito il nostro libro divino, il Nobile Corano, afferma: “Chiunque uccida un uomo, che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità. (Corano, 5.32. tr. Hamza Piccardo).
Oggi, mentre vediamo sempre più spesso sullo schermo immagini di violenza e spietatezza… dobbiamo rendere la compassione, l’amore e la gentilezza parte integrante della nostra vita. Dobbiamo assicurarci che il nostro coniuge, i figli, la famiglia, i vicini e tutto ciò che ci circonda siano al sicuro dalla nostra mano e dalla nostra lingua. Dobbiamo opporci a qualsiasi forma di retorica e di azione che crei, promuova, legittimi e porti alla violenza. Dobbiamo usare tutte le nostre risorse disponibili per porre fine alla violenza e proteggere la dignità umana.
Non dobbiamo mai dimenticare che spezzare il cuore è un peccato peggiore della distruzione della Ka’bah, per non parlare dell’uso più ampio della violenza. Dobbiamo costantemente ricordare che siamo gli eredi di una civiltà i cui membri non hanno ferito una sola formica. Vorrei cogliere questa opportunità per augurare la misericordia di Allah Onnipotente a tutte le mie sorelle che sono state oggetto di violenza e le cui vite sono state portate via. Possa il nostro Onnipotente Signore benedirci con la capacità di far regnare la misericordia nei nostri cuori prima, e poi su tutta la faccia della terra”.