“Resistono i credenti di tutte le fedi e i risvegliati cultori di spiritualità o pratiche alternative. La preghiera diventa uno strumento di lotta contro forze demoniache che progettano di decostruire radicalmente l’essere umano e creare distopiche società alveare. ”
Riprendo questo bel passaggio dell’articolo di Donatella Salina che ringrazio. Si tratta di una sensibile riflessione su come i credenti stiano affrontando questo momento.
Mi permetto di immaginare, nel suo scritto, anche un invito implicito. Un invito rivolto ai “credenti di tutte le fedi” a parlarsi, a incontrarsi, a pensare strategie comuni. Di questo vorrei parlare.
È di questi giorni l’appello “Io ci sono!” lanciato dal Professor Massimo Viglione per una risposta alla minaccia globalista.
Un appello appassionato, intenso, basato su una analisi dei fatti condivisibile, irrobustito da un programma di azione strutturato.
Ebbene questo appello che vi invito a leggere si conclude con l’invito “[a] tutti coloro, associazioni o persone, che si riconoscono in tali princìpi e ideali, ad aderire o a rispondere attivamente a questo manifesto, contributo, come detto, a una auspicabile futura unione di forze del mondo legato alla Tradizione cattolica e italiana.”
Condivido totalmente il senso e gli obbiettivi dell’appello. Al netto di alcuni passaggi in cui lo scrivente si rivolge esplicitamente ai fratelli cristiani o nei quali ripropone stereotipi come ”proteggere le popolazioni cristiane oppresse nelle terre dell’Islam” (sic) abbiamo ritenuto, insieme ad altri fratelli e sorelle, l’iniziativa notevole. E anzi, vi abbiamo colto un’opportunità di dialogo e di azione comune per i “credenti di tutte le fedi”.
Nell’appello si avverte forte e chiaro il richiamo alla consapevolezza e all’azione.
Senza cadere in un sincretismo fuori luogo, proprio perché crediamo nel rispetto delle identità, non abbiamo rinunciato a perseguire un percorso comune con tutti i sinceri credenti.
Abbiamo sottoscritto l’appello avendovi riconosciuto temi universali e condivisibili. Abbiamo anche suggerito al Professor Viglione di prendere in considerazione minimi ritocchi al testo originario, che non snaturano il senso, ma che possono trasformare il testo in un appello generale per ogni credente che aneli alla Verità e alla Giustizia. Se Dio vorrà, questa nostra proposta troverà ascolto presso quei fratelli.
È vero che nella una nuova consapevolezza che sta nascendo, si sente forte il bisogno di spiritualità. La preghiera una pratica importante, “uno strumento di lotta potente contro le forze demoniache”.
In questo scontro ormai riconosciuto come epocale, dove in gioco è l’umanità stessa, non si deve, non si può tralasciare nessuna opportunità che unisca “i credenti di tutte le fedi e i risvegliati cultori di spiritualità”.
Allora si gettino ponti! Invitiamo tutti i sinceri credenti a costruire un “fronte unito”. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: è necessario e doveroso. Nel senso di dovere religioso, prima ancora che civile.
A tornare sulle preziose differenze di ognuno ci sarà sempre tempo, a Dio piacendo. Ora no! Siamo pochi per permetterci di lasciare indietro qualcuno, sguarnito. Guardiamo all’essenziale!
Ce ne potrà far una colpa qualcuno, domani?
Riponiamo come sempre fiducia nell’Altissimo affinché ci protegga e ci mostri chiaramente la strada da seguire.