Questo organismo, che è stato a lungo un interlocutore delle istituzioni, si sta avviando ad una una fine turbolenta, con aspre divergenze tra le varie associazioni che lo compongono.
In un clima teso, il Consiglio Francese per il Culto Musulmano (CFCM) sta probabilmente vivendo i suoi ultimi giorni. Un’assemblea generale straordinaria sarà molto probabilmente organizzata il 19 febbraio a Parigi in vista del suo scioglimento.
Questa è almeno l’intenzione espressa dai membri del consiglio di amministrazione di questa organizzazione che rappresenta la seconda religione in Francia presso le istituzioni, riuniti in videoconferenza domenica 16 gennaio. Una riunione straordinaria del consiglio doveva tenersi martedì 18 gennaio per adottare ufficialmente questo calendario. Tale decisione potrebbe aprire la strada ad un’eventuale nuovo assetto, se gli attori provenienti dal Forum per l’Islam di Francia (Forif), organizzato dallo Stato, ne sentissero la necessità.
L’esistenza del CFCM sta arrivando a conclusione con una guerra di comunicati stampa nella quale non si risparmiano gli insulti. I contendenti sono, da un lato, le quattro associazioni che hanno lasciato la guida dell’organismo nel marzo 2021 (la Grande Moschea di Parigi, la Federazione Francese delle Associazioni Islamiche d’Africa, le Comore e le Antille, i Musulmani di Francia e l’Unione dei Musulmani di Francia) e, dall’altro, le quattro associazioni che sono rimaste (l’Unione delle Moschee Francesi, il Comitato di Coordinamento dei Musulmani Turchi di Francia, la Confederazione Islamica Milli Gorus France e Fede e Pratica).
Disputa per la presidenza
Sotto la spinta del responsabile della Grande Moschea di Parigi (GMP), Chems-eddine Hafiz, i dimissionari avevano formato un “coordinamento”, mentre tre associazioni lo avevano rifiutato, un anno fa, non acconsentendo alla firma di una Carta dei principi per l’Islam di Francia. La scorsa settimana hanno tentato di riunificare i due gruppi antagonisti.
Secondo loro, era diventato possibile poiché nel dicembre 2021 le tre organizzazioni in questione hanno finalmente deciso di firmare questa carta che dovrebbe costituire la base di un organismo di regolamentazione per Imam e guide spirituali. Pur lasciando l’incarico, venerdì hanno rivendicato la presidenza di turno del CFCM. Dopo Mohammed Moussaoui (UMF), il cui mandato scadeva il 19 gennaio a mezzanotte, è Chems-eddine Hafiz a succedergli per due anni, secondo i termini dell’accordo raggiunto durante le elezioni del 2020.
Contrariamente a questa rivendicazione, le quattro organizzazioni rimaste in carica nella direzione del CFCM hanno scelto un’altra strada. Hanno annunciato che dal 20 gennaio il CFCM sarà guidato da una presidenza collegiale composta dai due vicepresidenti che non si erano dimessi dall’incarico. “Solo un’assemblea generale straordinaria ha il potere, in conformità con gli statuti del CFCM, di reintegrare i dimissionari nell’ufficio e di prendere le decisioni necessarie per il [suo] futuro”, hanno dichiarato domenica.
Hanno fissato il 19 febbraio come data di questa assemblea generale, il cui unico ordine del giorno sarà il voto sulla seguente risoluzione: “Scioglimento del CFCM per consentire ai musulmani a livello locale di istituire una nuova forma di rappresentanza democratica della fede musulmana”.