Nel 2021 finisce la “guerra in Afghanistan”, vent’anni di occupazione capeggiata dagli Stati Uniti all’indomani dell’11 settembre. A fine agosto, il ritiro delle truppe statunitensi dall’aeroporto di Kabul ha segnato la fine di un’invasione camuffata da “guerra al terrorismo islamico” ma che nasconde un terrore tutto occidentale.
Fanno riflettere le immagini iconiche fatte circolare dai media e social media, scattate all’aeroporto di Kabul negli ultimi giorni. Non solo militari statunitensi ma anche un gruppo di afghani in fuga, accompagnati da una narrazione mistificatrice, nella quale gli Stati Uniti rivestono quasi il ruolo salvifico di paladini della libertà. Possibile che l’invasore non sia capace di guardarsi allo specchio?
Qualche giorno speso a preoccuparsi dei diritti delle donne nell’Afghanistan dei talebani e tutto si è diluito in un silenzio tombale, salvo forse qualche sporadico tentativo di trarre il bilancio di questa invasione. Delle vittime, dei crimini, delle bugie, delle atrocità non si è parlato abbastanza.
È di fronte all’ingiustizia che Sabri Ben Rommane ha voluto non lasciar cadere nel dimenticatoio anni di mezogne e soprusi. Partendo dal lavoro di inchiesta del giornalista del Washington Post Craig Whitlock, illustra nel suo “Dalla Rabbia e l’Orgoglio all’Umiliazione e la Sconfitta” come gli Afghanistan Papers di Whitlock rivelano la portata del terrorismo neo-colonialista occidentale”. Analizza episodi cruciali dell’invasione dell’Afghanistan, rievocando fatti e protagonisti di queste pagine dolorose di storia contemporanea.
La teologa Francesca Bocca lo definisce “un tentativo totalmente nuovo nel panorama culturale italiano”, che parte “dagli Afghanistan Papers di Whitlock ma innestando una narrazione propriamente islamica”.
Ben Rommane, editorialista del nostro quotidiano, La Luce, si era già impegnato per smontare paradigmi occidentali e narrazioni intrise di colonialismo, come ne L’età di Aisha e la narrazione islamofoba su Islam e pedofilia smentita dalla Storia; Islam e schiavitù. Un chiarimento necessario; e Velo e liberazione: l’oppressione neo-coloniale messa a nudo.
Non avrebbe potuto forse l’autore, che ha conseguito una laurea specialistica in Politica globale e relazioni euro-mediterranee, limitarsi ai dati asciutti ed a un tono più diplomatico? Certamente, ma questo è un campo di battaglia intellettuale dove, tramite espedienti retorici taglienti, Ben Rommane vuole scuotere dall’indifferenza e ribaltare il racconto dominante, nella speranza che il suo testo si faccia strumento di una riflessione morale più ampia.
Come scrive l’editore Hamza Roberto Piccardo nella sua recensione: “Sabri Ben Rommane ha realizzato questo testo rigoroso e appassionato per i lettori italofoni, perché la verità quando riesce ad emergere, dev’essere gridata in ogni dove, gliene siamo grati.”