Emanuele Personeni è un prete cattolico della diocesi di Bergamo, lo scorso 11 febbraio è partito dalla sua parrocchia di Ambivere per percorrere l’Italia a piedi in difesa dei diritti umani fondamentali.
In un video don Emanuele spiega che lo scopo di questo viaggio è fermarsi presso le parrocchie dei paesi che attraverserà e consegnare nelle mani dei preti (se possibile, altrimenti di qualche parrocchiano) due lettere: la prima rivolta alle parrocchie, la seconda indirizzata al Papa.
In queste due lettere don Emanuele racconta quello che ha visto e che continua a vedere, “nella speranza che cresca la coscienza della gravità del momento, delle profonde ingiustizie che con il pretesto della pandemia vengono perpetrate nelle persone e della sofferenza che ne deriva”.
Don Emauele si muove a piedi o in bicicletta, “innanzitutto per solidarietà con chi è privato del diritto di utilizzare i mezzi pubblici perchè non vaccinato, in secondo luogo per poter dare tempo alle persone, infine per poter rientrare in me stesso.”.
In tutti i borghi e paesi che attraverserà è previsto “un breve momento di preghiera aperto a tutti all’esterno della chiesa” e per meglio chiairire gli scopi del “cammino”.
“No all’obbligo vaccinale, no ai ricatti, no al green pass. Si invece al rispetto di ogni persona, si alla libertà, si alla nostra comune umanità”. Conclude così il suo messaggio.
Domenica ho avuto il piacere di unirmi al nutrito e colorato gruppo di pellegrini, ogni giorno diverso, che accompagna il cammino di don Emanuele e ne condivide gli intenti.
Una magnifica giornata fredda e luminosa, trascorsa “in cammino”.
Nella campagna lombarda, tra campi di stoppie e centri commerciali, tra canali irrigui e sottopassi, camminando, per conoscersi, discutere, immaginare risposte, proposte, alternative.
Nei luoghi abitati che abbiamo toccato nell’arco di otto ore quale meraviglia però scoprire che una resistenza “da buon senso” è diventata pratica diffusa ancorchè (ancora) bisbigliata.
Ecco il cartello all’ingresso di quel bar nella piazza principale? “Non metta la mascherina” mi ha intimato burbero il proprietario mentre entravo. “Qui da noi la museruola la portano solo i cani!”.
Che boccata d’aria fresca scoprire in tanta gente – più di quanto si creda – il desiderio di raccontare che “No, non siamo pochi. Siamo solo isolati”. È percepire quella sensazione – che non sai come dimostrare – che davvero c’è una marea che cresce, e che basterà una goccia per far crollare l’inganno, inshaAllah. Solo questione di tempo e di saper resistere.
Fine del resoconto. Ma veniamo a noi, cari fratelli e sorelle.
Da musulmano mi sono trovato bene, veramente bene, a far parte – seppure per una sola giornata – di una così gioiosa e seria “armata brancaleone” (per i nobili sentimenti e per l’umanità rappresentata – lo scrivente è compreso). Ho condividiso per così dire naturalmente i fini e i modi di stare insieme, di camminare, di denunciare, di credere che un altra società è possibile.
Chiedo allora, da musulmani e credenti, perchè mai non dovremmo,unirci (ed invitare i fratelli e le sorelle ad unirsi) a questa o a simili iniziative che nascono peraltro all’insegna della riconciliazione e dell’unità di intenti?
È Satana che ci vuole isolati, perchè ci vuole deboli e dubbiosi.
Perchè non organizzare noi stessi simili iniziative? Andare ad incontrare fratelli e sorelle delle comunità sparse in questo paese (ma si potrebbe iniziare da quelle sparse in questa città o in questa provincia), a piedi o in bicicletta, “per solidarietà e per necessità”, denunicando la “gravità del momento”, dichiarando la necessità, come musulmani e come cittadini. di prendere finalmente posizione contro i ricatti, contro il green-pass, contro l’obbligo vaccinale. per il rispetto di ogni persona, della nostra stessa umanità sacra e messa in pericolo?
C’è da credere che troveremmo sostenitori inaspettati anche fuori dalle moschee e forse questo aiuterebbe un poco anche il percorso della tanto agognata “integrazione” di tanti nelle vicende di questo paese. E contribuire alla sua ri-costruzione.
Prendiamo dunque l’iniziativa, senza timore alcuno se non quello di Dio.
Chi sottomette il suo volto a Dio e compie il bene, si afferra all’ansa più salda. In Dio è l’esito di tutte le cose! (Cor. 31, 22)
Spero che possa nascere una discussione seria su questo. Per intanto auguriamo a don Emanuele e ai Compagni di strada “Salam aleykum wa rahmatullahi wa barakatuh. Che la grazia di Dio (swt) e l’esempio di Gesù (su di Lui la pace) illumini il vostro percorso. Buon Cammino. ”.
Gesù figlio di Maria disse: «O Dio, nostro Signore, fa’ scendere su di noi, dal cielo, una tavola imbandita che sia una festa per noi – per il primo di noi come per l’ultimo – e un segno da parte Tua. Provvedi a noi, Tu che sei il migliore dei sostentatori».
Iddio disse: «La farò scendere su di voi, e chiunque di voi, dopo di ciò, sarà miscredente, lo castigherò con un tormento che non infliggerò a nessun’altra creatura!». (Cor. IV, 114-115)
p.s.: questo invito all’azione, a farsi avanti, ad essere di esempio e di guida, è rivolto in special modo ai fratelli musulmani italiani, per i motivi di opportunità e di “agibilità” politica che tante volte abbiamo sottolineato. Il “testimone” è in attesa di essere passato. non guasta ripetercelo.