Il sonno è un bisogno. Lo consideriamo un’abitudine e anche un piacere, occupa una grande parte delle nostre vite eppure in realtà ci interroghiamo su di esso ben poco. Il sonno infatti rimane per lo più un mistero. Perché dormiamo? Si può non dormire? Come e quando è più giusto dormire?
Sulla rivista “Annals of Thoracic Medicine” nel 2011 è parso un lavoro, a firma del professor A.S. Bahammam dell’Università di Riyadh dal titolo “Sleep from an Islamic perspective”. L’autore ci mostra come mentre la cosiddetta medicina del sonno è un ambito che solo da pochi anni è divenuto di interesse per la medicina ufficiale, la tradizione islamica ha invece molto da dire in proposito.
Innanzi tutto l’autore sottolinea come nel Sacro Corano il sonno sia menzionato diverse volte ma con cinque diversi tipi di vocaboli ad indicare diversi tipi di sonno a seconda del contesto. Sinat (سنة): sonnolenza [2:255 ] , Nu’as ( نعاس ) appisolarsi [8:11] e [3:154], da Raqada (رقد) dormire un sonno prolungato [18:18], da Haja’a( هجع ) dormire tranquillamente [51:17 ], Subaat (سبات) [78:9] sonno profondo, questi termini descrivono diverse fasi del sonno assimilabili alle diverse fasi del sonno descritte secondo criteri elettroencefalografici.
Ma non finisce qui, perché la tradizione islamica riporta una quantità di raccomandazioni più o meno esplicite che hanno come fonte l’esempio del profeta Muhammed (p.b.s.l.) tale da definire una vera e propria igiene del sonno.
Ad esempio svegliarsi per la preghiera canonica prima dell’alba fa parte delle consuetudini di tutti i musulmani, mentre non dormire subito dopo il tramonto, ovvero tra la preghiera del tramonto e quella della notte, la quale si tiene 1,5/2 ore circa dopo il tramonto è una esplicita raccomandazione profetica. Di contro viene raccomandato un breve sonno a metà giornata, sempre tenendo conto della posizione del sole, ovvero sempre in relazione alle cinque preghiere canoniche che ritmano la giornata del musulmano, questo comporta come una corretta igiene del sonno nell’islam debba seguire non solo dei ritmi circadiani ma anche stagionali.
Ma ci sono anche accomandazioni riguardo a come dormire, ovvero sul fianco destro o in posizione supina, mentre viene scoraggiata la posizione sul fianco sinistro o quella prona. Lo studio prosegue con l’esplorazione dello stretto rapporto che nell’Islam è ritenuto esserci tra la il sonno e la morte, fu chiesto al Profeta (p.b.s.l.), “Dormono le persone in paradiso?”, ed egli rispose: “Il sonno è fratello della morte, le persone in paradiso non dormono” e infine l’autore ci parla della relazione tra sonno e sogni e la loro interpretazione sempre secondo la tradizione islamica. Insomma un bel lavoro conciso e compendioso sull’argomento che consigliamo di leggere nella sua interezza.
Potremmo soffermarci su come ad identiche conclusioni sia arrivata la moderna medicina su moltissime delle osservazioni presenti nella religione islamica e su come cioè molti studi confermino i benefici di molte di queste raccomandazioni, ma vogliamo sottolineare però come non sia tanto notevole il fatto di come la scienza di cui è portatrice la religione islamica sia stata confermata dalla moderna medicina ma piuttosto il contrario. La vera cosa sorprendente infatti è come più di mille e quattrocento anni fa già si sia potuto sapere cose che noi stiamo scoprendo in parte e con grande difficoltà solamente ora. Questo cambiamento di prospettiva ci dovrebbe informare di come la moderna medicina potrebbe prendere spunto e guida ed arricchirsi seguendo come spunto la tradizione islamica, la quale di contro, non necessita affatto di conferme.