La Corte d’Appello di Bergamo ha condannato ieri Imad El Joulani per truffa aggravata ai danni della Qatar Charity Foundation, alla quale aveva sottratto con l’inganno circa 5 milioni di euro, e del Centro Islamico di Bergamo.
A più di un anno dalla sentenza sentenza di primo grado che aveva assolto il medico di origine giordana, arrivail verdetto penale che certifica l’avvenuta truffa ai danni della fondazione qatarina e della comunità islamica di Bergamo che avrebbe dovuto ricevere i fondi per la realizzazione di un luogo di culto in città.
Il giudice ha condannato El Joulani a risarcire la Qatar Charity Foundation per un importo pari a quello truffato più circa 30.000 euro a titolo di danni mentre alla Comunità Islamica di Bergamo il condannato dovrà versare 20.000 euro per i danni subiti, dovrà inoltre rifondere le spese ad entrambe le ricorrenti.
In primo grado il PM aveva chiesto una condanna a 2 anni e due mesi di reclusione e un risarcimento di 5,1 milioni ma il giudice aveva assolto El Joulani per insufficienza di prove e in quanto non riusciva a capacitarsi che l’UCOII ( Unione delle Comunità Islamiche Italiane), che agiva da intermediario per i finanziamenti della fondazione di qatarina, avesse agito con tanta leggerezza facendo a più riprese bonifici su un conto che non era quello dell’associazione destinataria dei finanziamenti.
El Joulani infatti aveva creato un’altra associazione, la Comunità Islamica Bergamasca e una SRL (la Tecnocib) su cui riuscì, all’insaputa dei donatori e degli altri dirigenti dell’associazione del Centro Islamico di Bergamo (che ancora presiedeva), a dirottare la somma ricevuta, inoltre durante il processo di primo grado è emerso, grazie ai documenti prodotti dall’inchiesta della Guardia di Finanza che il medico intascò una tangente di 100 mila euro.
La sentenza di ieri pur certificando l’avvenuta truffa truffa non stabilisce una pena detentiva nei confronti di El Joulani in quanto dopo l’assoluzione in primo grado il PM non aveva presentato ricorso, mentre lo avevano fatto solo le parti civili, ovvero la Qatar Charity Foundation e la Comunità Islamica di Bergamo.
Ora quindi avrà corso un’altra causa civile che prendendo atto del verdetto di ieri dovrà quantificare l’entità del danno causato dal El Joulani oltre a ciò che già è stato stabilito dalla Corte d’Appello.
Nel frattempo il giudice ha disposto il sequestro dell’immobile che il medico giordano aveva acquistato e dei due conti correnti sui quali si trovano una parte dei fondi truffati per un ammontare di circa 2 milioni e 300.000 euro.
Il presidente della Comunità Islamica di Bergamo Mohamed Saleh, che in questi anni si è battuto per affinchè si facesse luce sul caso, ci dice: “Dopo 7 anni finalmente è stata stabilita la verità dei fatti su una questione che ha provocato molto dolore nella nostra comunità, nel processo di appello è stata fondamentale la testimonianza di Shaikh Al Hammadi, all’epoca de fatti incaricato della Qatar Charity Foundation, che ha dimostrato come la somma non fosse destinata ad El Joulani bensì alla nostra comunità. Ora faremo di tutto per creare un nuovo centro per la comunità di bergamo per far capire a tutta la cittadinanza che noi in questa brutta storia siamo le vittime, abbiamo perso sette anni in battaglie legali e l’immagine dei musulmani è stata danneggiata da chi ha anteposto il proprio interesse personale a quello della comunità. “
Saleh aggiunge poi: vogliamo ringraziare l’UCOII che ci ha sempre supportato in questa lunga battaglia per la giustizia e in generale tutti coloro che hanno avuto fiducia in noi e ci hanno aiutato in questi anni, ora lavoreremo per la riconciliazione in seno alla comunità con coloro che sono stati ingannati da un racconto falso dei fatti, oggi la verità è sotto gli occhi di tutti e le nostre porte sono aperte.”