Raid israeliano contro al-Aqsa. Più di 150 i feriti mentre Facebook censura i canali di informazione anti-apartheid ma l’attivismo online non ci sta.
Facebook ha cancellato senza preavviso la pagina di al-Qastal News, uno dei pochi canali di informazione palestinese che in queste ore era impegnato nel raccontare il raid israeliano che ha portato alla profanazione di al-Aqsa il terzo luogo più importante per i musulmani, oltre che a più di 150 feriti.
La denuncia di al-Qastal news, fatta circolare anche da Middle East Eye, è stata accompagnata da una serie di ban da parte di Zuckerberg anche contro famosi personaggi ed attivisti internazionali e critici nei confronti dell’apartheid israeliano.
La censura contro i contenuti online critici dei soprusi israeliani fu tentata anche durante la crisi israelo-palestinese del 2021 che sempre durante il mese di Ramadan vide una forte escalation di tensioni e violenze in seguito alle solite provocazioni delle forze militari e di polizia israeliane nei confronti delle decine di migliaia di fedeli riuniti in preghiera ed in seguito ai soprusi perpetrati contro diverse famiglie palestinesi di Sheikh Jarrah a Gerusalemme.
L’attivismo anti-apartheid si sta mobilitando anche in questo caso forti dell’ ulteriore legittimità delle istanze palestinesi rafforzate dalle recenti denunce contro i soprusi israeliani dettagliate da Amnesty International in un recente report così come dall’ONU e da altre organizzazioni interinazioni per i diritti in precedenza.