Come molti altri Musulmani nel mondo, anch’io preferisco trascorrere il mese di Ramadan in mezzo alla “mia” gente e ai “miei” luoghi, ascoltando l’adhan (la chiamata alla preghiera) 5 volte al giorno, percependo i passi dei fedeli che si avviano verso il Masjid (moschea), annusando gli odori dei cibi mentre passeggio nel mercato prima dell’iftar alla ricerca di qualcosa di buono da mangiare dopo la rottura del digiuno.
Fin dalla nascita, vivendo sempre in Italia, pur avendo viaggiato in vari paesi (dalla Francia all’Egitto, dalla Grecia al Marocco, passando dalla Spagna, dall’Albania, dalla Germania e dalla bellissima ex-Jugoslavia) pensavo queste fossero peculiarità solo dei paesi islamici. E mi sbagliavo.
Quando ho avuto la necessità di dover lasciare l’Italia per questioni economiche, con un marito malato e 3 bambini piccoli, mi sono messa alla ricerca di un paese che potesse allo stesso tempo darmi una qualche possibilità lavorativa senza però pregiudicare la pratica della mia religione, soprattutto nella prospettiva della crescita dei miei figli.
Era il 2011 e l’Inghilterra si è rivelato il paese che poteva fare al mio, al nostro caso. Ho puntato ad una città quasi per caso che si è poi rivelata essere una delle città britanniche più popolate da Musulmani, circa il 20% del totale degli abitanti, la città di Leicester. Tra i circa 358.000 abitanti, vi sono principalmente Musulmani Indiani e Pakistani (ormai arrivati alla terza e anche quarta generazione), Somali (la comunità più numerosa in Europa) e negli ultimi anni Arabi del Nord-Africa.
Leicester offre molte opportunità ai Musulmani, anche e soprattutto durante il Ramadan. Qui il Ramadan è veramente una festa vissuta e sentita da tutta la comunità islamica, visibile e tangibile lungo le strade, nelle case e nell’atmosfera.
Normalmente, nel corso di tutto l’anno si svolgono attività nelle numerose moschee (74 secondo i dati, ma probabilmente sono di più), ognuna delle quali ha annessa una madrasa dove tutte le sere si riuniscono centinaia di bambini di tutte le età per memorizzare il Corano e imparare le altre scienze islamiche. Vi sono inoltre numerose scuole islamiche (ad oggi se ne contano 12) nelle quali, oltre all’insegnamento delle materie che fanno parte del curriculum nazionale, si apprendono tarikh, fiqh, adaab, aqaaid, ahadith, ecc.
Ma durante il mese dedicato al digiuno dei Musulmani in tutto il mondo, Leicester e le sue strutture a disposizione della comunità islamica sembrano non fermarsi mai: incontri, dibattiti, preghiere, letture, eventi di beneficenza, iftar in quasi tutte le moschee con migliaia di fedeli presenti e poi, ovviamente, Tarawih. In queste preghiere notturne, coloro che hanno studiato e ripassato il Corano tutto l’anno si “esibiscono” nella lettura, per la gioia dei fedeli.
Ad Highfield, il quartiere islamico per eccellenza nel quale vivo, durante il Ramadan le strade sono illuminate ed è un bellissimo spettacolo da vedere dopo l’iftar, quando cala la sera. I dipendenti del Council appendono le luci e gli addobbi lungo le strade 15-20 giorni prima dell’inizio del Ramadan, le famiglie si riuniscono quasi ogni giorno per preparare i dolci tipici da consumare durante questo periodo, le scuole islamiche, ma anche quelle pubbliche statali, appendono i festoni nelle classi e tutti i bambini sono resi partecipi di questa festività islamica.
Tutte le charities distribuiscono volantini per raccogliere denaro a favore degli innumerevoli progetti, nelle zone più disastrate del mondo e dove i Musulmani soffrono maggiormente. Nella cassetta delle lettere si trovano decine di volantini di Tesco, Asda, Aldi, M&S e tanti altri supermercati che presentano le loro offerte di cibi halal per il mese di Ramadan, a dimostrazione del fatto che, quando i Musulmani sono tanti e compatti, riescono ad essere al centro dell’attenzione non soltanto quando accade qualcosa di drammatico, ma anche nelle belle occasioni.
D’altro canto, l’Islam è la religione che sta crescendo più velocemente in Gran Bretagna grazie sia all’età media molto bassa dei Musulmani, che quindi cresce anche per i tanti bambini che nascono, sia grazie alle conversioni e all’immigrazione. Con la popolazione in costante aumento, la comunità islamica riesce ad intervenire attivamente anche a livello politico, oltre che attirando l’attenzione dei supermercati in quanto consumatori, nel momento in cui alcune delle sue libertà fondamentali rischiano di essere attaccate. Come quando, nel 2018, una scuola propose di vietare il velo alle bambine al di sotto degli otto anni di età. Dopo appena una settimana questa proposta è stata ritirata perché andava a colpire le libertà personali, quindi anche quelle dei Musulmani.
Difficilmente questi eventi riusciranno a cambiare la società inglese nel suo profondo, ma potranno aiutare nell’avanzamento delle istanze dei Musulmani in ogni luogo, parlandone apertamente davanti a tutti i cittadini senza temere di essere derisi.
Vi è poi anche il rovescio della medaglia perché non è tutto oro quel che luccica. In effetti, nonostante questo attivismo islamico ed i risultati ottenuti, Prevent (la strategia antiterroristica del governo britannico) ha comunque colpito in maggioranza i cittadini Musulmani della Gran Bretagna, sebbene sia una politica creata per colpire qualsiasi tipo di estremismo (nel Regno Unito, come in molti altri paesi europei, gli estremismi di destra non mancano, con l’English Defence League di Tommy Robinson sempre in prima linea contro l’Islam).
Ed oltre a queste politiche apertamente islamofobe, i politici britannici hanno messo in piedi, ormai da decenni e grazie all’esperienza accumulata anche con le oppressioni coloniali, un sistema che colpisce i Musulmani, e le altre minoranze, facendo invece credere di proteggere i loro interessi e valori. Tutto questo lavoro di diversa percezione rispetto ai valori islamici inizia fin dalla più tenera età, dai 2-3 anni. Ad esempio, nelle biblioteche delle scuole frequentate dal 90% da bambini musulmani sono disponibili pubblicazioni che narrano storielle nelle quali vi sono due papà musulmani che costituiscono una famiglia “normale” oppure vengono invitate le famose DRAG QUEENS negli asili per raccontare delle favole agli ignari bambini affascinati dai colori spiaccicati sui visi dei/lle poveretti/e.
Poi, dopo i bambini, si passa alle donne. Si organizzano corsi gratuiti di tutti i tipi e per tutti i gusti per sole donne nei quali gli insegnanti, ponendo domande che sembrano innocenti, cercano di studiare ciò che avviene all’interno delle famiglie, tentando di carpire notizie sulle mutilazioni genitali femminili, su un padre che obbliga le figlie ad indossare il velo, e molto altro. Nel caso sorgano dubbi, gli insegnanti travestiti da investigatori li esternano agli organi appositi che intervengono di conseguenza, anche utilizzando Prevent.
E infine si assiste purtroppo ad un utilizzo diffuso di sostanze stupefacenti e alcol da parte dei giovani Musulmani, con lounge-bars nei quali si fuma il narghilé fino a tarda notte e dove spesso purtroppo sono presenti anche ragazze con tanto di velo ed abaya. E nel caso i genitori abbiano intenzione di “vietare” ai propri figli di uscire la sera o la notte con gli amici, i ragazzi e le ragazze possono far intervenire i servizi sociali dichiarando che viene loro impedito di avere “social life”.
Oltre a tutto ciò, vi è una “pubblicità” martellante che riguarda i BRITISH VALUES. In ogni muro di qualsiasi edificio pubblico sono affissi volantini di tutte le dimensioni con l’elenco di questi valori che sono: democrazia, stato di diritto, libertà personale, rispetto reciproco, tolleranza nei confronti di chi ha fede e credo diversi. Particolare enfasi viene data alla diversità che non deve produrre stupore, rigetto, ma deve essere apprezzata e valorizzata, soprattutto per quel che riguarda l’identità di genere.
Ritengo che di questo paese sia bene cogliere gli aspetti positivi (lavoro, welfare, libertà religiose) e approfittarne per dedicare più tempo ad aumentare la nostra conoscenza religiosa (avendo a disposizione così tanti corsi sulle scienze islamiche, moschee e altri luoghi nei quali poter apprendere meglio la nostra religione), ma sempre avendo gli occhi ben aperti e attenti ai tentativi subliminali e non di minare il nostro amato e caro Islam.