A Bergamo il primo congresso di Contiamoci per una medicina liberata dalle lobby

Il 7 ed 8 Maggio scorsi si è tenuto a Bergamo il primo congresso nazionale dell’associazione Contiamoci, una realtà nata per promuovere una medicina che valorizza e responsabilizza il medico nello scegliere la cura migliore per il suo paziente, il recupero della relazione medico-paziente e si propone di “tornare alla medicina “di sempre”, dove l’indipendenza del medico nella scelta della cura sia custodita, dove la ricerca scientifica sia libera da interessi speculativi.”

Abbiamo assistito ai lavori con l’intenzione di indagare come si stavano muovendo i sanitari italiani nei confronti delle discutibilissime politiche governative degli ultimi anni. Siamo stati attirati dal clamore suscitato dalle azioni di disturbo promosse da questa associazione rispetto agli ordini professionali sanitari in diverse parti d’Italia e dal programma ricco di proposte, ma abbiamo trovato molto di più. 

L’apertura di del Prof F. De Blasi con la presentazione del libro “Invito al confronto”, trascrizione degli atti del convegno organizzato da Contiamoci il 3 e 4 Gennaio scorso a Roma, ha aperto le danze dando subito all’incontro il tenore pacato e lo spessore intelligente che si sarebbe mantenuto sino al termine dei lavori. “Il convegno di Roma è stato una occasione mancata per il governo, avendo appunto il CTS governativo non accettato il libero e pubblico confronto sui temi pandemici, un’occasione mancata per la distensione sociale e la ricerca di migliori soluzioni”.

Non meno acuta e molto istruttiva la relazione del Prof. D. Conversi, fondatore dell’associazione Coscienze critiche, ordinario di psicologia, che ha mostrato come la comunicazione durante la pandemia sia stata in realtà una stimolazione studiata per evocare una determinata risposta. La polarizzazione del dibattito sociale che ha portato una spaccatura di fatto nella società, è stato non un effetto collaterale, ma un evento ricercato. Tutto ciò spiegato non in base ad opinioni personali ma facendo una cronistoria dei fatti e avvalendosi della letteratura scientifica a riguardo. Le anticipazioni sulla prossima incipiente pandemia fanno parte del proseguio della strategia del terrore.

Sarebbe impossibile in poche righe ripercorrere tutti gli interventi, altrettanto impossibile entrare nel merito degli argomenti trattati, tutti in modo originale ed approfondito. Il fitto programma è stato sin dall’inizio molto partecipato sia in termini di numeri che nel senso dell’interesse mostrato dai presenti. Sono stati affrontati temi quali il “Big Reset della conoscenza” con il Prof Domenico Fiormonte, i valori costituzionali palesemente violati e di come i cittadini non siano più protetti dalla Costituzione, per inciso questione questa che è stata sottolineata più volte dai partecipanti tra il pubblico. Si sono susseguite letture degli eventi degli ultimi due anni in chiave filosofica e sociologica, si è parlato di pedagogia e di come la scuola sia oramai tutta da rifondare, e poi anche del bisogno di nuovi sindacati che sappiano rapportarsi in modo meno servile rispetto alle politiche governative e al contempo sappiano accogliere le problematiche future ovvero i cambiamenti già in essere, come ad esempio quello dall’introduzione dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. G. Torlizzi, ha fatto un intervento dal sapore amaro sulla politica economica mondiale reale e sulle sue gelide dinamiche, mentre A. Martino ha sottolineato come sia importante inserire il lavoro nelle strategie di lotta. Le numerose domande alla fine di ciascun intervento hanno arricchito gli interventi di tutti i relatori.

Tante e significative le testimonianze di chi ha subito danni ed ingiustizie dalle politiche governative o semplicemente da una burocrazia insensata quanto i loro mandati, prima tramite la presentazione del libro “Sospesi da Covid” e poi per bocca dei numerosi imprenditori invitati a dare la loro testimonianza. Ma le testimonianze, le più varie, sia programmate che spontanee, si sono avvicendate di continuo al microfono, una tra tutte quella particolarmente toccante di Federica Angelini del comitato “Ascoltami”, che raccoglie le istanze delle vittime del cosiddetto vaccino contro il covid.

 

Il prof V. Frajese ha catalizzato lo spirito di tutto il convegno nel suo intervento sottile e gentile sulla necessità del cambio di paradigma che sarebbe futuribile nella medicina, un cambiamento di buon senso, di umanità e legato ad una rivalutazione dell’essere umano. Magistrale l’intervento da remoto del prof Bizzarri, uno delle più autorevoli voci del mondo scientifico nazionale e internazionale.

La critica alla gestione della pandemia è totale, alla luce dei dati, sbagliata e ostinatamente nociva. Non meno chiaro e distruttivo rispetto alle politiche vaccinali l’intervento del Prof A. Donzelli, epidemiologo di fama, che con chiarezza non comune ha fatto capire anche ai sassi l’assurdità delle politiche vaccinali e gli inutili tentativi per occultare il fatto. Tutto ciò è stato possibile grazie all’instancabile lavoro di Dario Giacomini, fondatore dell’associazione, che ha saputo rispondere con una lotta intelligente ad una forza che fino a prima di “contiamoci” sembrava non scalfibile.

Non temiamo di essere smentiti dicendo che i contenuti sviluppati in questo congresso costituiranno nel prossimo futuro un punto di riferimento per tutti coloro che vorranno contribuire alla costruzione di una società migliore, la quale in occasione della pandemia ha mostrato in modo palese i propri limiti e le proprie contraddizioni.

Non di meno, in questo momento di respiro dopo le pressioni subite da tutti nei due anni passati, questo incontro ha rappresentato una epicrisi più che mai tempestiva. L’impressione generale è che il valore aggiunto di “Contiamoci” rispetto alle numerose realtà che in questi anni si sono avvicendate per dare voce al montante disaggio sociale nelle sue più varie forme, è che essa lo sta facendo in modo serio e composto, secondo delle linee strategiche sensate.