I giovani Musulmani possono continuare a migliorare nella loro fede, ma attraverso pratiche e vie che alcuni potrebbero non aspettarsi. Le loro esperienze con moschee, leader religiosi e gruppi di studenti meritano più attenzione, al fine di cercare di scoprire perché stanno segnalando pregiudizi dovuti alla loro fede in numero maggiore rispetto ai loro coetanei.
I Musulmani sono il gruppo religioso in più rapida crescita nel mondo, soprattutto grazie al gran numero di giovani che appartengono a questa fede. Mentre in America gruppi storicamente numerosi come gli evangelici bianchi stanno invecchiando, i Musulmani mantengono la loro età media a 33 anni.
Tuttavia, si sa relativamente poco su come le esperienze dei giovani Musulmani americani oggi si possano confrontare con quelle dei loro coetanei. Secondo un nuovo rapporto dello Springtide Research Institute, i giovani Musulmani americani progrediscono nella loro fede e si aggrappano alla religione organizzata, anche se subiscono più pregiudizi rispetto ai loro coetanei.
Il rapporto, noto come The State of Religion & Young People 2021, è il risultato di un anno di ricerche sui principi, le pratiche, i valori e le relazioni tra i giovani dai 13 ai 25 anni (la cosiddetta Gen Z). Lo studio, che include un campione rappresentativo a livello nazionale di 10.274 sondaggi (di cui 373 con partecipanti musulmani) e 65 interviste, ha rilevato che, mentre molti giovani si stanno allontanando dalle norme religiose tradizionali e fanno cose non convenzionali, l’esperienza dei giovani Musulmani è unica rispetto ai loro coetanei.
Progredire nell’incertezza
Il rapporto sottolinea che, sebbene l’incertezza sia uno dei tratti distintivi dell’essere giovani, ciò che la Gen Z ha vissuto e sta vivendo è atipico rispetto alle generazioni precedenti. “Quest’ultimo anno ha portato sfide senza precedenti. L’incertezza è stata l’aria che si respira”, si legge nel rapporto.
Sebbene l’incertezza degli ultimi anni abbia avuto un impatto tangibile sul benessere della Gen Z, i dati nel rapporto mostrano che la maggior parte dei giovani religiosi se l’è cavata meglio dei loro coetanei non religiosi, riportando percentuali più elevate di benessere nella vita, al lavoro, nelle relazioni e altro ancora.
Ciò è particolarmente vero per i giovani Musulmani americani. Questi dichiarano di essere più soddisfatti rispetto ai giovani di altre religioni nei rapporti con la famiglia, nella salute mentale e fisica, nel lavoro e nelle relazioni sociali, solo per citarne alcuni. Il divario maggiore tra i giovani Musulmani e i loro coetanei è stato riscontrato a proposito della loro in quanto fedeli: quasi il doppio dei Musulmani riferisce di aver progredito nella propria fede (35%) rispetto ai loro coetanei (19%).
Quanto ritieni di stare progredendo in ciascuno dei seguenti ambiti?
La loro vita da fedeli non è l’unico ambito in cui appare un grande divario. In effetti, che si tratti della loro vita sociale online, del lavoro, della salute mentale e fisica o delle amicizie nella vita reale, la maggior parte di queste categorie dipingono i giovani Musulmani nel loro insieme come un gruppo che progredisce almeno del 10% in più rispetto ai loro coetanei.
Mantenere la fiducia
Il rapporto evidenzia che, nel complesso, i giovani stanno perdendo fiducia nelle istituzioni religiose tradizionali. Springtide ha rilevato che, sebbene la maggior parte dei giovani si consideri almeno un po’ religiosa (71%) o spirituale (78%), la maggior parte di loro non si rivolge a istituzioni religiose nei momenti di difficoltà o incertezza.
Ad esempio, solo il 16% dei giovani dichiara di rivolgersi a “qualcuno della [loro] comunità religiosa” durante un periodo difficile, la stessa percentuale di coloro che non si sono rivolgono a “nessuno”. Di coloro che si identificano come “molto religiosi”, meno della metà (40%) ha ritenuto utile mettersi in contatto con la propria comunità durante periodi difficili o incerti.
Tuttavia, i giovani Musulmani sono i più propensi a dichiarare di fidarsi “molto” o “completamente” delle organizzazioni religiose (59%).
I giovani Musulmani sono più propensi a fidarsi delle organizzazioni religiose
È interessante notare che i giovani Musulmani mantengono il più alto grado di fiducia nei confronti delle organizzazioni islamiche nonostante riferiscano anche di aver subito molti pregiudizi a causa della loro religione. Un terzo dei giovani Musulmani americani (33%) è assolutamente d’accordo: “In passato sono stato danneggiato dalla religione, dalla fede o da un leader religioso”. I giovani Musulmani sono anche più propensi a concordare, rispetto ai loro coetanei di altri grandi gruppi religiosi, sul fatto che: “Le comunità religiose e i leader non si preoccupano delle cose che interessano a me”.
Un terzo dei giovani Musulmani concordano pienamente sul fatto di aver subito pregiudizi a causa della loro religione
Una possibile spiegazione è che i giovani Musulmani sono più propensi dei loro coetanei a partecipare quotidianamente a riunioni religiose (ad esempio la preghiera). Pertanto, hanno semplicemente più opportunità nelle quali possono provare delusioni o essere danneggiati.
Data la frequenza con cui i giovani Musulmani interagiscono con le moschee, un’altra possibile spiegazione è che essi sono maggiormente coinvolti ed impegnati nelle loro istituzioni religiose rispetto ai loro coetanei, e quindi sono affetti in maniera più forte dalle loro esperienze.
Manifestare per le strade
Una terza possibile spiegazione per i danni eccessivi subiti a causa della propria fede è che i giovani Musulmani, essendo un gruppo minoritario nella società americana e quindi più vulnerabile alla discriminazione e alla fobia, sono ben consapevoli dei pregiudizi e del loro effetto rispetto ad a
lcuni dei loro coetanei. Pertanto, è più facile che li percepiscano e li denuncino come tali.
Allo stesso modo, lo studio di Springtide ha rilevato che i giovani Musulmani sono il gruppo che, più degli altri, dichiara di partecipare ad atti di protesta motivati dalla fede. Quasi 6 giovani Musulmani su 10 (59%) riferiscono di partecipare, almeno una volta al mese, a manifestazioni a sfondo religioso, seguiti dagli indù (52%), dagli ebrei (51%) e dai buddisti (50%). Sono però anche più propensi dei loro coetanei ad intervenire attivamente sui pregiudizi e sulle ingiustizie che affliggono la società.
I giovani Musulmani sono più motivati a partecipare ad atti di protesta
Questa tendenza si sta verificando nell’ambito della Gen Z che ha una visione più ampia di ciò che costituisce un’esperienza spirituale. Piuttosto che trovare un’identità religiosa, una pratica, una comunità e un linguaggio in un sistema chiuso, sempre più giovani stanno ricostruendo la loro vita interiore assemblando una varietà di contaminazioni e strumenti. Springtide definisce questa combinazione di distacco istituzionale e trasferimento ad altre pratiche spirituali “fede disaggregata”.
Qualcuno potrebbe rimanere sorpreso nell’apprendere che quasi un quarto dei giovani Musulmani affermi di essere coinvolto quotidianamente con i tarocchi o con la predizione del futuro (23%), percentuale non molto inferiore rispetto a coloro che invece studiano quotidianamente un testo religioso (31% ). Una percentuale più ampia di giovani Musulmani dichiara di dedicarsi all’arte, alla musica (53%) o alle passeggiate in mezzo alla natura (52%) come pratiche spirituali almeno una volta a settimana, mentre coloro che frequentano una funzione religiosa su base settimanale sono il 46%.
Conclusione
Sebbene questo insieme di espressioni spirituali non convenzionali possa sembrare sorprendente, è importante ricordare che i giovani Musulmani dichiarano di progredire nella loro vita religiosa quasi il doppio rispetto ai loro coetanei. In altre parole, qualunque cosa facciano i giovani Musulmani per mantenere la loro fede in questi tempi così incerti, sembra funzionare.
Poiché questa numerosa generazione di giovani Musulmani sta diventando sempre più visibile ed influente nella società americana, è importante essere informati sulle loro esperienze e prospettive, nonché sulle tendenze generali nella spiritualità della Gen Z, rispetto alle quali i giovani Musulmani non fanno eccezione.
I giovani Musulmani continuano a progredire nella loro fede, ma attraverso pratiche e vie che alcuni non si aspetterebbero. Le loro esperienze con moschee, leader religiosi e gruppi studenteschi meritano più attenzione, per scoprire per quale motivo stanno riportando pregiudizi a causa della loro religione con percentuali più elevate rispetto ai loro coetanei.
Una cosa è certa: in quanto partecipanti attivi della società che vogliono far sentire la propria voce, i giovani Musulmani probabilmente raggiungeranno un grado di leadership e influenza nella società americana che le precedenti generazioni di Musulmani americani non hanno mai raggiunto prima. Sarà affascinante osservare in quale modo lo faranno mentre stanno negoziando la loro identità musulmana.
Articolo di Kevin Singer e Jamie Taylor pubblicato sul portale USA The Muslim Vibes