L’associazione ContiamoCi!, fondata dal dottor Dario Giacomini, è una realtà che sta facendo parlare di sè. Nata in risposta alle politiche governative nella gestione dell’emergenza COVID19, ad aggi conta circa 5000 iscritti e sembra in costante crescita grazie alla capacità di produrre una critica seria e ragionata e una strategia di lotta che sta mettendo in seria difficoltà gli ordini delle professioni sanitarie. Il 7 e 8 Maggio scorsi si è tenuto a Bergamo il primo congresso nazionale dell’associazione che ha segnato la definitiva affermazione di questa realtà nel panorama nazionale, abbiamo intervistato il suo fondatore.
Dottor Giacomini, abbiamo assistito ai lavori del congresso che si è tenuto pochi giorni fa a Bergamo e siamo rimasti impressionati sia dalla partecipazione si dalla quantità e qualità delle relazioni. Pensavamo di trovare qualcosa che coinvolgesse solo le professioni sanitarie, invece si è parlato di scuola, di imprenditoria, di questioni sindacali, di questioni economiche, filosofiche, sociali…. non è che questo progetto sta diventando troppo grande o forse sta travalicando l’intenzione di chi l’ha promosso?
ContiamoCi! nasce dalla mia personale iniziativa, perché ad un certo punto mi sono reso conto che non ero più disposto a dire “si signore” a tutto quello che mi stavano proponendo. La mia protesta ha mosso i primi passi in ambito sanitario, perché come medico per me è stato naturale partire dal mio lavoro, ma mi sono posto di fronte a quelle che ritenevo delle imposizioni ingiuste innanzi tutto come cittadino.
Vede in questi due anni passati, le scelte politiche sono entrate di prepotenza nelle nostre case, nelle case di tutti, non solo in quelle di alcune categorie. Per tale ragione “ContiamoCi!” si è da subito aperta a tutti, perché il problema è di tutti gli uomini e donne che non sono più disposti ad accettare tutto ciò passivamente.
Da qui procede il perché i temi trattati nella nostra conferenza siano stai cosi vari, stiamo cercando di promuovere una diversa visione del futuro che deve investire per forza tutta la società in tutte le sue sfaccettature, credo che anche in questo risieda il valore della nostra iniziativa.
Tra tutti i temi trattati, visto l’ampio respiro del progetto, però ci è sembrato esserci un grande assente, cioè quello della finanza e del potere bancario.
Si è vero, abbiamo solo sfiorato il tema, parlando di economia, di materie prime e anche di sindacati, ma non è facile affrontare certi temi in modo competente prima di aver maturato una riflessione comune all’interno dell’associazione. Se la nostra attività dovesse proseguire sicuramente nel futuro bisognerà riempire questa mancanza.
Durante i lavori è stato accennato il tema della eventuale collocazione o addirittura della eventuale partecipazione diretta dell’associazione in ambito politico suscitando da subito una certa animosità tra i partecipanti.
Non sempre le nostre proposte sono state accettate dalla politica. Una possibile attività politica diretta di ContiamoCi! è ancora molto lontana. Dobbiamo innanzi tutto sviluppare un pensiero organico anche dal punto di vista politico, dopo di che interrogheremo la politica. Se non ci sentiremo rappresentati, se nessuno saprà portare avanti le nostre istanze, allora potremmo anche prendere in considerazione l’idea di un impegno politico diretto, ma al momento tutto ciò non è nelle nostre possibilità. Entrare in politica adesso sarebbe presuntuoso da parte nostra.
Non basta la buona volontà, fare politica non significa semplicemente raccogliere dei voti, ma strutturare una organizzazione capace ad esempio di esprimere una classe dirigente in grado di portare avanti un progetto serio ed articolato.
Nel congresso è saltato fuori anche il tema della cosiddetta “polis parallela”. Volete costruire una società nella società?
No assolutamente no. Cerchiamo di essere concreti e rispondere al contingente con i fatti. Le nostre proposte per la creazione di scuole, di ambulatori, di un sindacato, sono tutti modi per rispondere ad una esigenza pressante attuale, oltre che dei laboratori dove mettere alla prova la bontà delle nostre idee in termini pratici. Insomma stiamo cercando di rispondere con i fatti prima ancora che con le parole.
Queste realtà che vorremmo costruire avrebbero la funzione di una sorta di “strutture ponte” necessarie per superare un momento di difficoltà, ma lo scopo finale di tutto ciò è quello di contaminare il presente con le nostre idee e con la nostra visione di come vorremmo sia la società del futuro.
Il 2 Maggio scorso una lettera a firma di praticamente tutti gli ordini delle professioni sanitarie, è stata inviata al ministro della salute Speranza, chiedendo aiuto contro le proteste dei propri iscritti, i quali in diverse occasioni hanno bocciato l’approvazione dei bilanci consuntivi bloccando in questo modo l’attività di questi enti. Possiamo dire che la strategia di “ContiamoCi!” che è all’origine di queste proteste sia stata finora discretamente efficace.
Gia da settembre 2021 gli ordini sono diventati la “longa mano” del governo, poi con il D.L. 172 del 26 Novembre scorso in cui la verifica dell’obbligo vaccinale è stata demandata ai singoli ordini, essi hanno accettato di perdere definitivamente qualsiasi indipendenza e quindi anche il loro ruolo di tutela nei confronti degli iscritti.
Accettando questo compito hanno fatto in qualche modo il passo più lungo della gamba e adesso hanno paura e chiedono l’aiuto del governo. Francamente questa lettera ci fa un po’ sorridere, ci stupisce infatti questo atteggiamento di paura degli ordini nei confronti dei propri iscritti.
Al netto di tutto possiamo dire che siamo riusciti dopo il ventennio fascista a riportare la discussione all’interno degli ordini. Il dibattito su temi importanti si è spostata nelle TV e nei talk show anche perché ii luoghi preposti al dibattito tra persone competenti, come gli ordini professionali, sono stati spogliati di questa importante funzione.
Negli interventi che si sono succeduti a Bergamo ci è sembrato di intravedere un “sottile filo rosso” che li ha attraversati un po’ tutti. Ci è sembrato che il cambio di direzione prospettato e condiviso nell’associazione ContiamoCi! abbia come comune denominatore una critica alla perdita dei valori umani della società e in ultima analisi al materialismo.
Si questo è evidentemente cosi, vi è una certa spiritualità sottesa all’attività di “ContiamoCi!” senza però arrivare ad alcun aspetto confessionale specifico. Io personalmente sono cristiano e mi piace seguire l’esempio di Gesù il quale parlava ai cuori delle persone e lasciava a ciascuno la propria scelta. Nella nostra associazione non amiamo scomodare parole “grosse” come ad esempio “libertà”, ma abbiamo principi semplici che ci guidano come l’amicizia, la solidarietà, la fiducia ed il rispetto. Riguardo alla critica al materialismo, noi diciamo non siamo in vendita, non abbiamo un prezzo, e già questo ritengo sia una bella risposta al materialismo imperante.