Nuovo bando Moschee a Milano: il Comune esclude la comunità bengalese

Il Comune di Milano ha messo a bando un immobile ed un’area da destinare ad attività di culto ma ritiene valida solo un’offerta. 

Si tratta del secondo bando di questo genere dopo quello indetto dalla giunta Pisapia nel 2015 poi fatto naufragare tra le esclusioni ed i ricorsi e definitivamente archiviato con l’arrivo di Sala a Palazzo Marino. 

I musulmani in città sono circa 100.000 e ad oggi non si contano moschee ufficialmente riconosciute a fronte di una trentina di spazi di preghiera informali sorti in questi decenni. 

La problematica ha fatto si che, in ottemperanza a quanto prevede la legge regionale ( la cosidetta legge anti-moschee), l’amministrazione comunale si sia dotata di un Piano delle Attrezzature Religiose che però ha individuato solo quattro realtà che potranno regolarizzare la propria attività di culto e divenire moschee a tutti gli effetti. 

Per le altre comunità il problema persiste e qui entra in gioco il bando. La soluzione però non è inedita, già nel 2015 il Comune aveva messo a bando tre aree: quella del Palasharp a Lampugnano, quella di via Marignano a sud est di Milano, al confine con San Donato e l’immobile di via Esterle, nella zona di via Padova. 

Il bando del 2015 

Proprio su via Esterle già nel 2015 si era aperto un contezioso: l’associazione con il miglior punteggio, la Bangladesh Cultural & Welfare Association, era stata esclusa dal Comune a favore della Casa della Cultura Mussulmana guidata dall’Ambrogino d’Oro Mahmud Asfa. 

Il ricorso al TAR però aveva dato poi ragione all’Associazione di via Cavalcanti, decisione poi confermata dal Consiglio di Stato in risposta ad un nuovo ricorso del Comune, il motivo di esclusione riguardava proprio il fatto che l’associazione si stesse difendendo in giudizio dal Comune che l’accusava di svolgere attività di culto non autorizzate, un bel paradosso per un bando che mirava a regolarizzare le attività esistenti. 

Il nuovo bando del 2022 

Il nuovo bando della giunta Sala mette a disposizione solo due aree, quella di via Marignano e gli ex bagni pubblici di via Esterle. 

I progetti con le relative offerte economiche andavano presentati entro il 30 maggio, la settimana scorsa il Comune ha reso noto che mentre per l’area di via Marignano non ci sono state offerte, per quella di via Esterle sono giunte due offerte, entrambe da associazioni islamiche: la prima dalla Casa della Cultura Mussulmana di via Padova 144 e la seconda dall’associazione Milan Muslim Center che da anni svolge la sua attività in via Cavalcanti essendo subentrata alla Bangladesh Cultural & Welfare Association che aveva vinto il bando nel 2015.

Una sola offerta ritenuta valida

La settimana scorsa si è verificata l’apertura delle buste con la verifica dei requisiti amministrativi ed è stata ritenuta valida solo l’offerta presentata dalla Casa della Cultura Mussulmana di Asfa, l’associazione della Comunità bengalese invece è stata esclusa con la motivazione di non aver effettuato il sopralluogo dell’immobile e di non aver tra i suoi scopi statutari il culto, è notorio però che l’associazione svolge da anni con molte difficoltà l’attività di culto, così come testimoniato dalle stesse sanzioni comminate dal Comune proprio per questa ragione. 

Ora si attende la nomina della commissione che dovrà valutare l’offerta tecnica e quella economica.