Il capogruppo a Palazzo Marino di Forza Italia, Alessandro De Chirico, ha depositato una mozione che propone di intitolare un ponte di Milano a David Ben Gurion.
Il ponte in questione è quello di Crescenzago che, passando sopra il Naviglio della Martesana, collega via Padova con il Quartiere Adriano e oggi si chiama Ponte della Madonna della Liberazione.
La proposta sembra del tutto estemporanea e si fa fatica a trovare una ragione alla base di questa scelta, questo fino a quando non si considera che il quartiere in questione è una zona ad alta presenza di abitanti di origine araba e di musulmani in generale.
Proprio su questo punto infatti si è concentrato De Chirico nel presentare la sua mozione, interrogato in merito all’opportunità di intitolare al fondatore dello Stato d’Israele un ponte in una zona abitata da musulmani e con diverse moschee risponde che si tratta di: “sfida per l’integrazione anche in vista della costruzione di una nuova moschea a Milano” anche perché secondo il consigliere Ben Gurion sarebbe un benefattore per gli arabi in quanto: “Ben Gurion perché ha dato lustro a Israele, battendosi per i diritti delle minoranze islamiche che, oggi come allora, possono esprimersi politicamente all’interno della Knesset e nelle istituzioni israeliane”.
Queste parole non possono non suonare come una provocazione a tutti coloro che conoscono la biografia dell’ex primo ministro israeliano, uno dei maggiori teorici e responsabili della Nakba, il processo di pulizia etnica che portò all’espulsione di centinaia di migliaia di palestinesi dalla loro terra. Questo processo avvenne tramite massacri e atti di terrorismo.
Fu lo stesso Ben Gurion infatti a dichiarare: “Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle terre e l’eliminazione di ogni servizio sociale per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba”.
E ancora: “Perché gli arabi dovrebbero fare la pace? Se io fossi un dirigente arabo, non farei mai la pace con Israele. E’ normale: abbiamo preso il loro paese. Certo, Dio ce l’ha promesso, ma questo a loro come può interessare? Il nostro Dio non è il loro. Noi siamo originari di Israele, è vero, ma questo risale a duemila anni fa: a loro come può interessare? Ci sono stati l’antisemitismo, i nazisti, Hitler, Auschwitz, ma loro, gli arabi, in questo cosa c’entrano? Essi vedono una sola cosa: siamo venuti ed abbiamo rubato il loro paese. Perché dovrebbero accettarlo? “.
D’altronde queste parole non parrebbero non urtare la sensibilità di De Chirico che in un tentativo di ammantare l’iniziativa di un carattere ecumenico ha uno slancio poetico e acrobatico che riprende al meglio la propaganda sionista della “terra senza popolo per un popolo senza terra” dicendo che il ponte: “Figurativamente ricorda l’attraversamento delle acque di Mosè, venerato anche dagli islamici” e che “Sarà l’occasione per fare conoscere la lezione di ambientalismo che hanno dato gli ebrei fuggiti dalla Shoah facendo ‘fiorire il deserto’ e creando agricoltura in condizioni proibitive”.
In sostanza De Chirico vuole piazzare Ben Gurion in una zona in cui ci risiedono molti musulmani in quanto il leader sionista sarebbe stato una specie di paladino dei diritti della minoranza araba e islamica e per compensare il fatto che nella zona ci siano delle moschee, non pago tira in mezzo Mosè e una strana concezione dell’ambientalismo…
Nel frattempo si è creato un Comitato per il NO all’intitolazione del ponte a Ben Gurion che ha lanciato una serie di dibattiti ed iniziative attorno alla Casa Crescenzago, proprio questo venerdì 15 luglio alla Casa Crescenzago ( in piazza Costantino) dalle ore 19.30 si terrà un’iniziativa sul tema che culminerà con la proiezione di alcuni cortometraggi sulla Palestina.