Rivedere l’obbligo vaccinale per i sanitari. Chi lo chiede è il presidente dell’ordine dei medici ed odontoiatri di Roma che dal sito del proprio ordine si fa portavoce della federazione nazionale.
Le professioni sanitarie infatti sono tenute all’obbligo vaccinale e gli ordini alla sospensione dei renitenti, per tutto l’anno in corso nonostante le mutate condizioni e soprattutto le sempre maggiori evidenze che non supportano questo tipo di scelte. Per inciso, siamo rimasti l’unico paese con un siffatto obbligo per i sanitari.
Questa richiesta però rappresenta un piccolo sintomo di grande valore, infatti in un momento in cui la politica evidentemente è debole e la giustizia sta facendo sentire la sua voce, con diverse sentenze che contraddicono apertamente la possibilità costituzionale di quest’obbligo, gli ordini delle professioni sanitarie, che fino ad ora non si sono fatti scrupoli nel sopprimere in nome della legge il dissenso, adesso probabilmente cercano di sfilarsi dalle proprie responsabilità dichiarandosi meri esecutori.
Con la riduzione del numero dei parlamentari, con l’attuale legge elettorale sui collegi uninominali e le elezioni a brevissima scadenza, c’è poco da sperare che il vento cambi in termini politici, ma in ogni caso l’amnistia e l’amnesia sugli abusi perpetrati dall’ordine ai danni di molti dei propri iscritti non sarebbero in ogni caso cose opportuni.
L’atteggiamento autoritario ed il rifiuto di qualsiasi confronto con chi la pensasse diversamente è stato durante la pandemia la cifra che ha accumunato il ministero della salute, il CTS e anche gli ordini professionali, quest’ultimi però hanno come loro aggravante di aver abdicato al loro ruolo di rappresentanza dei propri iscritti per divenire semplicemente ruota di trasmissione delle politiche governative.
Tutti gli ordini delle professioni sanitarie si sono ben guardati dal cercare un momento di confronto di merito all’interno degli ordini stessi, confronto spesso ricercato inutilmente a gran voce da coloro che la pensavano diversamente.
Ancora oggi, nonostante materia di dibattito ce ne sia in abbondanza, non c’è traccia della possibilità che gli ordini si aprano ad un confronto all’interno di essi, gli unici interlocutori presi in considerazione sono il ministero della salute e l’istituto superiore di sanità e tutto quello che gli ordini dei medici chiedono, da perfetti semplici esecutori, sono ordini più chiari.
C’è da chiedersi se questi ordini abbiamo ancora un ruolo da svolgere, quanto meno con la loro eliminazione gli iscritti avranno qualche parassita sociale in meno da campare vista la loro totale inutilità.