Le fake news sui musulmani e sull’Islam in generale, mettono a repentaglio la vita, la sicurezza e la serenità di milioni di persone in ogni paese in cui è marcata la presenza dei musulmani.
Per questo motivo si è mossa l’OIC (l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica) nel tentativo concreto di dare una definizione alla lotta contro la disinformazione e l’islamofobia.
Che cos’è l’OIC (the Organization of Islamic Cooperation)?
È, come dice il nome stesso, un’organizzazione che raggruppa ed ha come membri 57 stati di 4 continenti, è la seconda più grande Organizzazione di Stati dopo le Nazioni Unite ed è nata nel 1969 dopo l’incendio doloso nella moschea di al-Aqsa (la terza moschea più importante per i musulmani) nella Gerusalemme occupata.
Un atto dovuto
La dichiarazione di Istanbul è un atto dovuto per la tutela di individui ed organizzazioni islamiche che agiscono sempre più spesso sotto l’offensiva dei poteri mediatici che condizionano molto spesso anche la politica di interi paesi. Basti pensare ai dibattiti inutili che si aprono nel mondo occidentale libero su questioni come hijab, diete alimentari, preghiera, crocefissi.
In alcuni casi, come per il hijab la politica è intervenuta per limitare la libertà delle musulmane di indossarlo in edifici statali (scuola-università-tribunali-ecc…) promulgando leggi ad hoc che poi trovano sponda anche nei tribunali della liberissima Corte di Giustizia EU in Lussemburgo.
Il direttore della comunicazione Fahrettin Altun, nonché portavoce presidenziale turco, ha dichiarato in una conferenza stampa dopo la 12a Conferenza dei Ministri dell’Informazione dell’OIC: “Indubbiamente, disinformazione e islamofobia sono tra le strategie utilizzate dall’ordine coloniale stabilito nel contesto dei media e dell’informazione sulla scena internazionale… Pertanto, dobbiamo condurre una lotta efficace e multidimensionale in solidarietà contro questo ordine coloniale. Per questo motivo, abbiamo accettato la Dichiarazione di Istanbul alla nostra Conferenza di oggi”.
Siamo nell’era della post-verità
Il tema della conferenza era “Combattere la disinformazione e l’islamofobia nell’era post-verità” nel tentativo di incoraggiare e rafforzare la cooperazione dei 57 paesi coinvolti nei paesi islamici soprattutto nei settori dei media e delle comunicazioni.
Immancabile la citazione e la solidarietà con la causa della Palestina.
C’è molto da riflettere su come le pressioni sociali e mediatiche siano così violente nei confronti dei musulmani da condizionarne l’esistenza degli stessi in molti aspetti della loro vita.
Dolores O’Riordan disse che ” la violenza causa il silenzio” ma oggi, questo silenzio, il silenzio dei musulmani, se da una parte è comprensibile perché causato dalla paura, dall’altra parte è origine di dolori maggiori, al limite del tradimento della propria fede, quasi contro i principi dell’islam stesso.