Il governo di Kabul ha introdotto il divieto a tempo indeterminato dell’accesso all’Università a tutte le donne afghane.
Ora, non scrivo questo articolo per dare man forte alla campagna mediatica imperialista che vuole vendere l’idea che fosse giusto che gli americani rimanessero in Afghanistan. Quando gli americani erano in Afghanistan le donne morivano bombardate, piangevano la morte dei loro mariti, figli e fratelli.
Quindi i media non ci faranno credere che la loro prepotente presenza era benefica per l’Afghanistan. Detto questo, sono convinto che la notizia del divieto per le donne afgane di accedere all’università va affrontata e discussa dalla comunità islamica.
Questo fatto solleva una serie di problemi presenti nella nostra Umma, che vanno risolti con determinazione e urgenza. Il primo problema è quello di alcune tradizioni tipiche di certi popoli che nonostante siano in contrasto con la shariaa, vengono portate avanti in nome della religione. Il secondo problema è quello della distorta comprensione della religione islamica diffusa tra certi sedicenti sapienti e guide religiose. Il terzo problema è quello riguardante l’incompetenza e la mancanza di comprensione della vita e della realtà tra un certo tipo di “uomini di religione”. E vorrei spendere qualche problema su questo punto.
L’irreligiosa religiosità talebana
Costoro che hanno deciso di impedire alle donne di studiare non solo non capiscono che con questo provvedimento hanno paralizzato metà della società, quella femminile, ma gli sfugge anche che questo avrà un impatto negativo anche sull’altra metà della società, quella maschile, che è educata principalmente dalle madri.
Questo provvedimento, se non verrà ritirato, avrà un devastante impatto sulle prossime generazioni in Afghanistan. Questi concetti vanno compresi non solo dai talebani, ma anche da coloro che hanno applaudito alla loro salita al potere. I talebani sono stati dei guerrieri tenaci, che sono stati capaci di essere una spina nel fianco dell’unione sovietica prima e degli USA poi. Questo esercita un certo fascino, che è stato narrato anche dal cinema occidentale e americano. Basti vedere Rambo III.
Ma l’abilità sul campo di battaglia non è sinonimo di abilità nell’amministrare un paese. Alla fine stiamo parlando di un governo con un background fortemente militare e duro, che non è adatto alla guida e all’organizzazione della società civile. Questo da un punto di vista “pratico”. Concludo dicendo che impedire alle donne di accedere a un’istruzione superiore non ha nessun fondamento nel Corano o nella tradizione profetica. Nessuno.
Il reale ruolo delle donne e dell’educazione nell’Islam
La tradizione islamica è piena di grandi studiose, pensatrici, letterate e sapienti che hanno contribuito alla grandezza della civiltà islamica. Basti considerare che la prima università del mondo, a Fes in Marocco, è stata fondata da una donna, Fatima al-Fihriyya.
Come dicevo, impedire alle donne di studiare significa rendere un popolo zoppo. Un popolo per progredire deve camminare su entrambe le sue gambe, facendo affidamento sulla parte maschile e sulla parte femminile. Impedire alle donne di studiare significa azzoppare un popolo, come quello afgano, che oggi più che mai ha bisogno di rialzarsi. È grave che succeda una cosa del genere nel mondo.
Ed è ancora più grave che venga fatto in nome della religione islamica. È necessario più che mai aumentare gli sforzi nella lotta contro un certo pensiero oscurantista che attanaglia alcune parti della nostra comunità. È un cancro che ci danneggia internamente, al di là dell’immagine. Questo cancro funge da frenamano per la rinascita della Umma. Sradichiamolo con la forza del Messaggio autentico dell’Islam.