Il massacro di Jenin: almeno 9 Palestinesi uccisi da raid israeliano e 20 i feriti

Jenin, Palestina occupata – Almeno nove Palestinesi, tra cui una donna anziana, sono stati uccisi giovedì in un raid israeliano nel campo profughi di Jenin, nella Cisgiordania occupata.

Il ministero della Sanità palestinese ha dichiarato che le forze israeliane hanno ucciso nove persone, mentre altre 20 sono rimaste ferite. Almeno quattro di loro si trovano in condizioni critiche, ha aggiunto.

I soldati dotati di armi pesanti sono entrati nel campo giovedì mattina, secondo quanto riferito, a bordo di un veicolo commerciale, aprendo il fuoco contro i residenti che tentavano di bloccare loro l’accesso.

Molti altri veicoli militari, compresi i bulldozer, sono poi entrati nell’area prendendo di mira un edificio solitamente utilizzato dai residenti come luogo di incontro.

Anas Huwaisheh, corrispondente palestinese di un’emittente locale di Jenin, ha dichiarato a Middle East Eye che le scene gli hanno riportato alla mente il 2002, quando il campo di Jenin venne invaso durante la Seconda Intifada.

“I rumori dei proiettili e degli scontri a fuoco erano intensi e le nuvole di fumo coprivano il cielo. Durante l’assalto l’occupazione israeliana ha interrotto l’elettricità, internet e la rete dei telefoni cellulari. Questo dimostra che l’attacco era stato pianificato“, ha detto Huwaisheh.

I Palestinesi hanno dato l’allarme nel campo alle 7:05 ora locale, quando hanno scoperto un’unità israeliana camuffata in un veicolo civile che si stava avvicinando all’ingresso del campo, vicino all’area di Jurat Adhab.

“C’è stato uno scontro a fuoco tra i combattenti palestinesi e i soldati israeliani, e poi altre forze sono intervenute nel campo profughi”, ha detto Huwaisheh. “Decine di veicoli militari hanno assediato l’area”.

Ha aggiunto che le forze israeliane hanno affermato di aver preso di mira i combattenti che si erano barricati in una casa del campo di Jenin.

“Ma questa è la loro storia. Siamo tutti civili e quello che è successo oggi è stata soltanto una difesa del campo da parte nostra“.

Prima di ritirarsi, ha riferito Huwaisheh, le forze israeliane hanno demolito una casa appartenente ad un importante membro di Fatah delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa, Alaa al-Sabbagh, ucciso a Jenin nel 2002 da un missile lanciato da un elicottero.

Un “massacro contro il nostro popolo

L’ufficio del presidente palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato che le uccisioni costituiscono “un massacro compiuto dal governo di occupazione israeliano, nel totale silenzio della comunità internazionale“.

“Questo è ciò che incoraggia il governo di occupazione a commettere massacri contro il nostro popolo davanti agli occhi di tutto il mondo”, ha dichiarato Nabil Abu Rudeineh, portavoce di Abbas.

Il presidente ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale e ha ordinato di esporre le bandiere a mezz’asta.

Giovedì è stato proclamato anche uno sciopero generale in tutta la Cisgiordania occupata e a Gerusalemme. Fatah, che controlla l’Autorità Palestinese, ha invitato i Palestinesi a confrontarsi con le forze israeliane ai posti di blocco, ha riferito l’agenzia di stampa Wafa.

L’anziana donna colpita al collo durante il raid è stata identificata come Magda Obaid, 60 anni.

Tra i morti anche Saeb Issam Mahmoud Izreiqi, 24 anni, e Izzidin Yassin Salahat, 26 anni.

Il ministro della Sanità palestinese Mai al-Kaileh ha dichiarato che gli operatori medici della Mezzaluna Rossa non hanno potuto evacuare i feriti a causa delle restrizioni imposte dai soldati israeliani per l’accesso al campo profughi.

Ha aggiunto inoltre che le forze israeliane “hanno preso d’assalto l’ospedale governativo di Jenin lanciando intenzionalmente dei lacrimogeni contro il reparto pediatrico dell’ospedale“.

L’esercito israeliano ha confermato la notizia dell’ingresso dei soldati nel campo, affermando che si trattava della risposta ad alcune relazioni di intelligence riguardanti un presunto “attacco terroristico” in corso di pianificazione.

Le ultime uccisioni portano a 29 il bilancio dei Palestinesi uccisi quest’anno.

Le forze israeliane conducono quasi ogni giorno operazioni di rastrellamento e arresti in Cisgiordania, che spesso si trasformano in incursioni mortali.

La maggior parte delle incursioni degli ultimi mesi si sono concentrate nelle città occupate di Nablus e Jenin, dove Israele sta reprimendo la crescente resistenza armata palestinese.

Secondo i dati raccolti da Middle East Eye, nel 2022 le forze israeliane hanno ucciso più Palestinesi nella Cisgiordania occupata che in ogni singolo anno dalla Seconda Intifada.

Almeno 220 persone sono morte negli attacchi israeliani compiuti contro i territori occupati nel 2022, tra cui 48 bambini. Del totale delle vittime, 167 provenivano dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est e 53 dalla Striscia di Gaza.

 

Traduzione articolo di originale pubblicato da Middle Easy Eye