Al Jazeera ha presentato presso la Corte Penale Internazionale una richiesta formale per indagare i responsabili dell’omicidio della giornalista Shireen Abu Akleh, uccisa dalle forze dell’occupazione nel Maggio dell’anno scorso.
La giornalista, una cittadina statunitense di 51 anni nata a Gerusalemme, ha dedicato i suoi sforzi a dare voce alle vittime dell’apartheid sionista in Palestina. Al Jazeera ha condotto indagini sull’omicidio di Abu Akleh per diversi mesi, raccogliendo prove fisiche e video.
Per Al Jazeera, l’omicidio della giornalista rappresenta l’ultimo di una serie di gravi violazioni perpetrate dalle forze dell’occupazione apartheid, che utilizzano la soppressione dei giornalisti che denunciano i crimini del regime come una delle loro strategie.
La richiesta di Al Jazeera di condurre un’indagine è stata formalmente supportata dalla Federazione Internazionale dei Giornalisti, nella speranza che porti alla giustizia i responsabili.
Tuttavia, il Primo Ministro Yair Lapid ha risposto alla richiesta di Al Jazeera presso la Corte affermando che “nessuno interrogherà i soldati dell’IDF e nessuno ci farà la predica sull’etica di guerra, sicuramente non Al Jazeera”.
D’altra parte, la famiglia della giornalista è ottimista sulla risposta che la Corte darà, affermando che un’indagine imparziale contribuirà ad impedire che tali crimini accadano di nuovo.
Le indagini condotte dall’ONU, così come da gruppi di diritti umani palestinesi ed israeliani e giornalisti, hanno portato alla conclusione che l’omicidio sia stato compiuto dalle forze dell’occupazione, e la Corte Penale potreste essere il protagonista di un prossimo duro colpo contro il regime sionista in particolare in seguito alla decisione del 2021, quando la Corte ha esteso la sua giurisdizione ai territori occupati della Palestina.