Grande polemica ha suscitato nel mondo degli storici, degli appassionati di egittologia e degli amanti dei grandi avvenimenti storici collegati alla letteratura mondiale il fatto che Netflix, il noto network internazionale americano, abbia fatto una serie sulle regine e, nel caso in questione, su Cleopatra Filopatore, facendola interpretare da un’attrice nera e quindi falsando la realtà storica nella quale ,è con certezza accademica, provato che la regina fosse di origini greche macedoni seppur nata e cresciuta in Egitto e quindi caucasica, insomma un falso storico .
In Egitto la cosa ha destato ancora più scalpore e il giudice Mohamed Abdel Wahhab Khafagy“Vice Presidente del Consiglio di Stato Egiziano” ci ha inviato questa nota.
Il giurista egiziano, dr. Khafagy, specializzato nella storia dei sistemi di governo dell’antico Egitto e del patrimonio dei popoli, noto per le sue ricerca scientifica nazionale ha diffuso una sorta di appello: “Netflix pubblicherà il prossimo 9 maggio 2023 un film intitolato “QUEEN CLEOPATRA” nel quale la regina sarà impersonata da un’attrice inglese di colore e inoltre zeppo di errori storici sull’antica Egitto e sulla personalità della stessa regina Cleopatra. E’ stato quindi necessario rivolgersi all’opinione pubblica mondiale per contrastare la falsificazione del patrimonio dei popoli.
Questi i punti fondamentali della contestazione di Khafagy:
Per prima cosa bisogna sapere che Cleopatra era di origine greco-macedone, pur essendo nata in Egitto e quindi facente parte della tradizione egizia, essa credeva nella protezione della dea Iside, ma non fu mai africana.
Cleopatra fu l’ultima regina dei re tolemaici che governarono l’Egitto per quasi trecento anni, discendeva da una dinastia greca molto endogamica. Suo padre, Tolomeo XII, era bianco e anche sua madre, Cleopatra III lo era. Ella era la sorella di Tolomeo XIII, che nessuno ha mai indicato come nera, quindi come potrebbe essere discendendo dalla stirpe macedone?
Khafagy aggiunge che Cleopatra VII all’età di quattordici anni si appassiona alla cultura e alla filosofia, alle lingue, alla poesia e alla matematica. La sua educazione avvenne città che adorava la dea Afrodite, la dea dell’amore, e fin dall’infanzia la chiamava con il suo nome egiziano “Hathor”, e il suo culto era una miscela integrata di antiche credenze religiose egiziane e credenze greche.
Cleopatra amava l’Egitto con fede sincera e il suo popolo con profondo amore, e la ricambiavano con lo stesso amore. Essa morì di morte regale e la sua morte indicava che credeva nell’antica religione egizia.
Allora perché la piattaforma americana, Netflix, vuole che Cleopatra sia nera ad ogni costo? E qual è il segreto di questa ossessione per l’affiliazione africana della magnifica regina tolemaica d’Egitto?
Secondo: Le falsità insite nel film Cleopatra non riguardano la libertà artistica, si tratta piuttosto di una distorsione dell’antica storia egiziana, e ogni egiziano dovrebbe alzarsi per opporsi a questa mistificazione storica.
Il film “Cleopatra” non può essere accettato con la scusa della libertà artistica, si tratta piuttosto una specifica espressione della dittatura dell’arte globalizzante, una falsificazione della storia dell’antico Egitto, una mistificazione dell’antica civiltà egizia e tolemaica.
Per dimostrare le cattive intenzioni di falsificare la storia sarebbe sufficiente notare che il film sia stato prodotto dall’artista afroamericana Jada Pinkett Smith, moglie dell’attore americano Will Smith, considerato uno dei sostenitori del movimento “afrocentrico” che con questa rappresentazione politicizzata viola palesemente la Convenzione UNESCO sulla salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 2003.
Il cinema si è confrontato più volte con la figura di Cleopatra. Nel 1963 è stata l’attrice americana Elizabeth Taylor ad impersonarla mentre sette anni dopo, precisamente nel 1970, fu un’attrice nera ottenne il ruolo di Cleopatra nel film umoristico del 1970 di Arthur B. Stotsbury The Notorious Cleopatra.
Ci chiediamo se, ad esempio sia lecito che un attore bianco incarni la vita dell’eroe Malcolm X! Assolutamente no! I film che trattano di storia o antichità dovrebbero avere verità e realtà perché questo permette alle persone di capire veramente un’epoca.