Il 2023 è l’anno dell’Intelligenza Artificiale. ChatGPT di OpenAI e Bard di Google sono solo due fra gli strumenti IA che stanno ridefinendo il modo in cui acquisiamo, processiamo, ed elaboriamo informazioni, e persino il modo in cui pensiamo.
Ma il potere di questi strumenti non si ferma ai prompt (comandi inseriti dagli utenti negli strumenti IA) per ricevere una risposta sotto forma di testo, come è noto. Infatti, uno dei modi più rivoluzionari in cui le IA vengono utilizzate è quello della produzione di immagini. Tralasciando l’acceso dibattito sui diritti d’autore, che non è certo da poco, questi strumenti sono addestrati con miriadi di immagini per acquisire la capacità di produrre le immagini desiderate dagli utenti.
Una cosa straordinaria (nonostante i limiti) che questi strumenti permettono è quella di chiedere all’IA di produrre immagini nello stile di un certo pittore. In un certo senso è come se questi strumenti riportassero alla vita quei talenti che il destino storico ci ha impedito di incontrare. Quale sarebbe potuto essere l’impatto socio-culturale di un Picasso che adoperasse i suoi talenti affacciandosi alle sfide dei nostri tempi? Non poco, questo è certo.
Attualmente le IA che producono immagini sono ben lontane dall’attingere al reale lume artistico dei grandi e con ogni probabilità non ci riusciranno mai. Esistono anche problemi strutturali come la mancanza quantitativa di dipinti da “dare impasto” all’IA per poterla migliorare nell’imitare un pittore storico.
Questo però non ci impedisce di utilizzare i limitati strumenti che abbiamo per sfiorare quel potenziale ed immaginare di chiedere ad un Vincent Van Gogh di aiutarci a combattere l’islamofobia lasciando che sia il suo pennello a dipingere un ponte di incontro e conoscenza reciproca fra Islam e Occidente.
Così Van Gogh ci risponde con un sorriso pronto a cimentarsi in questa sfida titanica. Mesi dopo Van Gogh ci invita alla sua mostra. Viviamola dunque insieme.